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 2013  agosto 29 Giovedì calendario

BRIATORE, LA MODA VALE 14 MILIONI

Dopo aver passato l’estate a discettare su scontrini, problemi turistici, politica e destini del mondo, a gennaio il Boss riprenderà con le sue lezioni di management nella seconda edizione di The Apprentice, su Sky Uno. Ma intanto, dal 29 maggio del 2013, Flavio Briatore è tornato anche ad assumere incarichi societari in Italia, dopo tanto tempo trascorso a guardare i suoi business dall’estero (dietro la holding di diritto lussemburghese Laridel o la società cipriota Morona enterprises limited). È infatti diventato consigliere di amministrazione (al posto di Sophie da Silva Rodrigues) della Billionaire Italian Couture srl, l’azienda che opera nella produzione e nella vendita di capi di alta moda, sia all’ingrosso tramite distributori esteri e società controllate, sia al dettaglio, con negozi monomarca sulla Penisola.
Maggio, in effetti, è stato un mese cruciale per l’imprenditore di Cuneo: ha ceduto la maggioranza delle quote del settore intrattenimento della sua Billionaire life (ovvero, tutta la parte dei locali Billionaire) al fondo di investimento Bay capital di Singapore.
Continuerà, ovviamente, a curare lo sviluppo delle attività dei Billionaire a Porto Cervo (Sardegna), Istanbul e Bodrum (Turchia), Montecarlo (qui controlla anche il ristorante Cipriani), Marbella, e pure del Twiga in Versilia o dell’Hotel & spa Lion in the sun a Malindi, in Kenya, dove intende espandersi con un nuovo Billionaire resort.
Tuttavia, la spinta propulsiva nel comparto intrattenimento verrà soprattutto dagli uomini di Singapore, mentre Briatore avrà più tempo da dedicare alla gestione dei piloti automobilistici (FB driver management) e, soprattutto, all’ampliamento del comparto moda.
Nel quale, va detto, le cose funzionano abbastanza bene nonostante la recessione economica. La Billionaire Italian Couture nella sua attuale versione è nata nel 2007, ed è controllata al 50% da Morona enterprises limited (una finanziaria cipriota dietro alla quale c’è Briatore) e al 50% dalla Smalg del gruppo immobiliare bergamasco Percassi. In Italia ha quattro punti vendita diretti, a Porto Cervo, all’aeroporto di Fiumicino, nel Sicilia fashion village di Enna e nel Franciacorta outlet village di Brescia.
Ma il grosso del fatturato non arriva tanto dalle vendite al dettaglio (che raggiungono appena gli 1,2 milioni di euro nel 2012, stabili sul 2011), ma dalle vendite di merce all’ingrosso sia alle società controllate all’estero (3,2 mln di euro, su del 18,5%), sia a clienti terzi (9,8 mln, boom a +60,6%).
La moda Billionaire, quindi, vale per la srl italiana già 14,2 mln di euro, con un ebitda superiore al milione e un utile di quasi 500 mila euro. Billionaire Italian Couture controlla al 100% una società statunitense, che gestisce il punto vendita all’interno di un casinò di Las Vegas (1,2 milioni di dollari di fatturato nel 2012 per circa 10 mila dollari di perdite), e sempre al 100% una società londinese che gestisce due negozi, con 4,8 milioni di sterline di fatturato nel 2012 e 94 mila sterline di utile.
Sempre al 100% il controllo di una società a Madrid, aperta nel 2012, e di una svizzera per il negozio di Saint Moritz al via in dicembre. Pronto anche il nuovo punto vendita diretto francese a Saint Tropez, inaugurato lo scorso 15 luglio.
Ma, come detto, la fetta più importante del business per Briatore e co arriva dalla moda venduta a clienti terzi, a partner che aprono corner e negozi in altri paesi, soprattutto nell’Europa dell’Est. Billionaire Italian Couture, le sue pantofoline in velluto o i guanti da uomo in coccodrillo, ideati dal direttore creativo Mario Chiarenza e realizzati a mano da tanti piccoli laboratori artigianali italiani, sono infatti presenti anche nel Dubai mall, e poi a Doha, e, ancora, in otto negozi russi, due in Ucraina, uno in Armenia, in Azerbaijan e in Kazakistan. Una rete molto ricca, destinata, nei prossimi mesi, a espandersi ulteriormente nei paesi arabi.
Analizzando il bilancio 2012 della Billionaire Italian Couture saltano però all’occhio le consistenze dei capitali sociali delle aziende controllate negli Stati Uniti o in Gran Bretagna: la Billionaire Italian couture holding Inc, con sede nel Delaware, ha un capitale sociale di 200 dollari; la Billionaire retail Uk ltd, con sede a Londra, di 2 sterline. Ecco, anche queste cose, probabilmente, fanno la differenza, e convincono Briatore a restare, prevalentemente, fuori dai confini nazionali. Per rimanere, come dice il Crozza-Briatore, «all’apice del top del jet set» e fare «una vita da sciogno».