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 2013  agosto 29 Giovedì calendario

Il premier Letta propone di chiudere la partita sulla nuova legge elettorale entro ottobre ma il Pdl frena

Il premier Letta propone di chiudere la partita sulla nuova legge elettorale entro ottobre ma il Pdl frena. Il capogruppo al Senato Renato Schifani avverte: «Se ci sarà una chiusura pregiudiziale sul percorso di approfondimento sulla legge Severino sarebbe impossibile parlare di un percorso comune». Per il Popolo della Libertà, dunque, dalla posizione che il Pd assumerà nella Giunta del Senato, chiamata a decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. Al di là di come andrà a finire il braccio di ferro tra i principali azionisti dell’esecutivo Letta di larghe intese, il confronto sulle nuove regole per andare al voto nelle ultime settimane è andato avanti. Per la riforma dell’attuale "Porcellum", in vigore dal 2005, è un proporzionale con liste bloccate - le ipotesi in campo sono attualmente tre. A cominciare dalla proposta Violante, promossa anche dal ministro per le Riforme, nonché membro dei saggi incaricati da Napolitano di avanzare delle proposte, Gaetano Quagliariello. Sulla soluzione dell’ex presidente della Camera c’è un accordo di base, con il via libera anche di Scelta civica e Sel. Intanto il disegno di legge di riforma della legge elettorale è stato incardinato al Senato. articoli correlati Legge elettorale, torna la tensione Schifani: «Non ci sono margini» La proposta Violante La soluzione proposta dall’ex presidente della Camera Luciano Violante è: un sistema proporzionale con un premio di maggioranza al 45%, soglia di sbarramento al 5% e possibilità del ballottaggio. La coalizione (o il partito)che raggiunge il 45%, in particolare, ottiene il premio di maggioranza del 55%. Il premio viene assegnato su base nazionale, alla Camera e al Senato. Se nessuno raggiunge il 45% si va al ballottaggio tra le prime due coalizioni (o partiti). La soluzione delineata contempla anche il voto di preferenza (con la possibilità di una seconda preferenza di genere). Il Pd punta a adottare subito una nuova legge elettorale che scongiuri il ricorso al Porcellum nel caso di un ritorno alle urne. Il Pdl: prima il semipresidenzialismo, poi doppio turno di collegio Il Pdl è a favore di un Porcellum, con qualche modifica, che segue i rilievi della Corte costituzionale. L’ipotesi è di «mettere in sicurezza il Porcellum», come spiega il capogruppo Renato Schifani, inserendo una soglia del 40% per ottenere il premio di maggioranza. No del Popolo della Libertà a un ritorno al Mattarellum. In generale, il Pdl chiede di procedere prima alle riforme istituzionali, per poi cambiare il sistema di voto. Il partito è favorevole al semipresidenzialismo, a cui andrebbe abbinata una legge elettorale basata sul doppio turno di collegio. Il vecchio Mattarellum e le conclusioni dei saggi Una terza ipotesi vedi il recupero del cosiddetto "Mattarellum", ossia del sistema elettorale che ha caratterizzato le elezioni del ’94, 96 e del 2001. È un sistema maggioritario a turno unico per il 75% dei seggi, e proporzionale per il restante 25 per cento. Nella relazione conclusiva dei saggi nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano viene messa in evidenza la necessità che, nel caso di un ritorno al Mattarellum, si elimini lo scorporo. Tra le soluzione delineate dagli esperti, il proporzionale su base nazionale proprio del sistema tedesco; il proporzionale di collegio con perdita dei resti, proprio del sistema spagnolo. E poi, appunto, il sistema misto, in parte preponderante maggioritario e in parte minore proporzionale (è la legge Mattarella). Secondo il gruppo di lavoro, va superata l’attuale legge elettorale: la nuova potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento, implicito o esplicito, ed eventualmente un ragionevole premio di governabilità (An. C.).