Massimiano Bucchi, la Repubblica 29/8/2013, 29 agosto 2013
SCOPERTO L’ELEMENTO 115
UN GRUPPO di ricercatori dell’Università di Lund, in Svezia, ha pubblicato in questi giorni risultati sperimentali che confermerebbero l’esistenza di un nuovo elemento chimico. L’elemento, attualmente ancora senza nome, occuperebbe la casella numero 115 della tavola periodica degli elementi. Altamente radioattivo, esiste per pochi secondi prima di decadere in atomi più leggeri; la sua esistenza era già stata ipotizzata da un gruppo di ricercatori russi nel 2004, ma si attendevano ulteriori conferme. Il risultato è stato ottenuto bombardando una sottile pellicola di americio (elemento numero 95) con ioni di calcio, in un laboratorio tedesco (GSI Helmholtzzentrum di Darmstadt) che evidentemente è una sorta di Bengodi per i cacciatori di nuovi elementi.
Negli ultimi trent’anni, nello stesso laboratorio ne sono infatti stati scoperti altri sei, ovvero tutti quelli tra il numero 107 e 112. Adesso l’ultima parola spetta alla Iupac, la International Union of Pure and Applied Chemistry — il “governo mondiale della chimica” secondo la definizione di Sam Kean nel suo libro sulla tavola periodica (Il cucchiaino scomparso, Adelphi). La Iupac può riconoscere ufficialmente l’elemento e approvarne il nome, oppure raccomandare nuovi riscontri sperimentali. I tempi possono essere anche piuttosto lunghi: alcuni elementi hanno atteso più di dieci anni prima di essere ufficializzati.
L’introduzione della tavola periodica degli elementi è associata al nome del chimico russo Dmitrij Mendeleev, che nel 1869 la concepì originariamente per un libro di testo. A corto di spazio dopo essersi troppo dilungato sui primi otto elementi, pressato dall’editore, ebbe l’idea di concentrare tutti gli altri elementi in una sola tabella. Non pago di essere riuscito a inserirvi tutti i 62 elementi allora noti, si spinse a lasciare alcune caselle vuote prevedendo future scoperte di elementi di cui aveva già intuito le caratteristiche.
L’assegnazione dei nomi ai nuovi elementi scoperti è storicamente una straordinaria cartina di tornasole per rivelare l’intreccio tra creatività dei ricercatori, competizione scientifica, nazionalismi. Alcuni rispondono al criterio dell’eponimia, forse il massimo riconoscimento per uno scienziato: ecco quindi il copernicio, l’einstenio, il fermio. L’attribuzione del nome mendeelevio fu meno scontata del previsto: in piena Guerra fredda, non tutti videro di buon occhio che un team di scienziati americani intitolasse la propria scoperta a uno scienziato russo. Un solo scienziato, il chimico americano Glenn Seaborg, ebbe l’onore di vedere in vita il proprio nome, con il seaborgio, sulla tavola degli elementi: una scelta che provocò forti tensioni nella comunità scientifica internazionale. Politicamente ancora più ardita la decisione di Marie Curie, ai primi del secolo scorso, di chiamare l’elemento 84 polonio, in onore della madrepatria allora soggiogata dal dominio straniero.
Che nome proporranno dunque i ricercatori svedesi per il nuovo elemento? Se le scelte riflettono lo spirito dei tempi, è forse una fortuna che almeno per ora non sia possibile proporre nomi “sponsorizzati”. Altrimenti potremmo ritrovarci, chissà, con il Googlio o lo Zuckerberghio.