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 2013  agosto 28 Mercoledì calendario

Pilade del Buono racconta come si formò e partì la redazione del grande “Giorno” (21 aprile 1956) guidata da Gianni Brera

Pilade del Buono racconta come si formò e partì la redazione del grande “Giorno” (21 aprile 1956) guidata da Gianni Brera. “La redazione più rossa d’Italia? Il tempo purtroppo passa e cancella i ricordi”. Ho letto l’interessante ricordo che Marina Così (vedi sotto - ndr) ha steso su Giulio Signori scomparso poco tempo fa, e sul vecchio Giorno. Ho appreso che lavoravo , . Il tempo purtroppo passa e cancella i ricordi: nei tredici anni di mia appartenenza alla redazione sportiva del Giorno (dal febbraio della nascita – 21 aprile 1956 - alla fine del 1968 prima di approdare al Corriere della Sera), ho evidentemente dimenticato quello che mi dicevano i vari Bettinzoli (che per solito impaginava la prima pagina), l’interista Bulgheroni, i Rovaron e compagnia cantanti. Ricordo che Brera si presentò, senza fortuna, all’elezione per il partito socialista e ricordo soprattutto che al Giorno si lavorava tanto, veramente tanto. Il direttore/fondatore Gaetano Baldacci, quello che sentiva i giornalisti sulla sua Jaguar in via Settala prima di assumerli, alla vigilia che il quotidiano decollasse, ci “regalò” l’edizione del pomeriggio (che, fortunatamente per noi redattori, si protrasse solo qualche mese: costava troppo, il Giorno costava troppo), senza raddoppiare la redazione o irrobustirla adeguatamente. Si chiudeva la prima edizione prima delle 21, in anticipo di quattro/cinque ore sul Corriere, alla quale faceva normalmente seguito la ribattuta in corso per eliminare gli inevitabili errori. Seguivano poi le varie edizioni normali: Lombardia, Province e Milano, quest’ultima verso le 3, salvo le straordinarie di prima mattina (analogamente al Corriere) in occasione di famosi incontri americani di boxe e avvenimenti eccezionali. Verso mezzanotte dovevano essere pronti i menabò per la prima edizione del Giorno sera che sarebbe stato impaginato dopo circa sette ore. Un altro “regalo” ci venne fornito dalla direzione Baldacci/Rozzoni: nell’inserto a rotocalco del lunedì erano comprese alcune pagine sportive che dovevano essere chiuse tassativamente, per ragioni tecniche (formandosi a Torino), il venerdì sera. Pagine sportive che uscivano il lunedì senza conoscere i risultati della domenica… In proposito ho un preciso ricordo: dopo 47 ore consecutive di lavoro staccai la spina e andai a casa dove venni raggiunto da una telefonata del vicedirettore Angelo Rozzoni, che di fatto faceva il giornale: . Le ore, da 41 divennero 48. La prima redazione sportiva del Giorno, era, a scanso d’equivoci, composta da Gianni Brera (inviato anche per grandi fatti non sportivi, cosa che non piacque eccessivamente agli altri inviati), Mariolino Fossati (che aveva già lavorato con Brera alla Gazzetta dello Sport alla fine degli anni Quaranta ed era il suo più fedele amico), Gian Mario Maletto, Angelo Pinasi e il sottoscritto. Giulio Signori entrò due anni dopo, su mia segnalazione (conoscendolo bene dai tempi di Sportinformazioni) come collaboratore nel periodo estivo prima dell’assunzione. Gianni Clerici, allora tennista di prima serie all’epoca dei Sirola, Pietrangeli, Merlo e Gardini, oggi conosciuto uomo di lettere e romanziere di successo, che aveva già collaborato con Brera alla Gazzetta, firmò immediatamente insieme ad altri straordinari collaboratori (Calvesi, Frossi, Tammaro, Gregori ecc ecc). Lavoravo a Sportinformazioni all’inizio degli anni Cinquanta quando Brera mi propose di diventare nei tempi che mi rimanevano l’unico redattore (naturalmente abusivo, come facevano praticamente tutti i giornali) di Sport Giallo, un settimanale di critica sportiva edito dal vicepresidente del Genoa Aldo Dapelo, avversario del celeberrimo Guerin Sportivo. Visto che Sport Giallo aveva sede nell’agenzia, approfittando del fatto che Luigi Ferrario, alias Babbone (come l’avevo proclamato), proprietario/direttore di Sportinf, aveva la qualifica di facciata di caporedattore del settimanale, ero tranquillo, e quindi accettai l’offerta. Ho un altro ricordo a proposito dell’avvio del Giorno: ero a casa di Brera quando ricevette, una dopo l’altra, due visite di colleghi che lavoravano a Bergamo e alla Gazzetta, che, pur avendo accettato l’offerta di Brera, ripensandoci, volevano dallo stesso Brera garanzie che Gianni non poteva ovviamente dare. . Ci pensò un attimo. , alludendo a Maletto che infatti subito accettò. . Gli proposi Angelo Pinasi che aveva anche lui lavorato a Sportinf e al momento seguiva per MilanInter, il settimanale di Scarambone e Missaglia, le milanesi. Problema dunque risolto e così partì la redazione sportiva del Giorno. Giulio Signori, un grande giornalista sportivo e non solo di motori (nel "Giorno" di Gianni Brera). Il suo ultimo impegno civile nel Consiglio nazionale dell’Ordine. In coda un’intervista a "Nuova informazione" di Marina Cosi E’ passato più di un mese, da quando Giulio Signori è morto. Purtroppo purtroppo purtroppo l’ho scoperto soltanto ora, leggendo Ordine Tabloid, e non mi trovo giustificazioni. Ho letto Tabloid, ho cercato sul web i pezzi usciti sui quotidiani. Tutti uguali. E assolutamente parziali: un giornalista sportivo che si occupava di motori ed era soprattutto amico di Gianni Brera. Punto. Ma Giulio Signori è stato ben altro. Innanzitutto un vero signore, nome omen, dotato di uno charme ironico e benevolo e di una grande disponibilità verso chiunque. Quindi un compagno, sì un vero compagno, coerente con le proprie idee da quando era un giovane dirigente del CUS Milano sino a quando, pensionato, è stato per due legislature (nostro) consigliere nazionale dell’Ordine. In mezzo una profonda competenza per l’atletica, seguita professionalmente in sei Olimpiadi e privatamente nella lunga amicizia con alcuni grandi campioni. Di gavetta ne aveva dovuta fare molta, dopo che il virus del giornalismo lo contagiò mentre, già laureato in giurisprudenza, stava per rilaurearsi in medicina: dall’agenzia sportiva Sportinformazione al Guerin Sportivo, prima di diventare professionista a 38 anni. Veniva da Casale Monferrato e gli ultimi anni di vita li ha passati nel pavese, a Bereguardo, ma il cuore della sua vita è stata Milano. E il Giorno. Già, in quella che veniva definita, a ragione, “la redazione sportiva più rossa d’Italia” Giulio Signori lavorava con colleghi che erano il meglio delle rispettive specializzazioni, anzi che hanno – come ha fatto lui, con l’atletica prima e poi inventando le pagine dell’automotive – cambiato radicalmente, senza ritorno, il modo di raccontare lo sport. “Tutti rossi e tutti matti” dicevano i tipografi con malcelato orgoglio d’appartenenza. Gianni Brera che la redazione l’aveva creata, Mario Fossati (ciclismo), Gianni Clerici (tennis), Franco Grigoletti (pallacanestro), Gianmaria Gazzaniga (calcio). Dotati di grande cultura, appassionati di sociale, hanno spezzato lo stereotipo del giornalista sportivo monomaniaco. Giulio Signori con alcuni di loro – non solo colleghi ma artisti e amici d’una vita, come Carlo Mo e Tai Missoni - condivideva non solo l’appartenenza all’area della sinistra, ma anche una diretta militanza politica. L’impegno sindacale non poteva quindi che essere prima in Rinnovamento e poi in Nuova Informazione, che ha ottimamente rappresentato al Cnog, con quel tratto di discrezione e ragionevolezza infrequente in quei luoghi. Non gli venne chiesto di ricandidarsi per la terza volta, stanti l’età e la condivisa scelta di inserire forze nuove e naturalmente si disse d’accordo “io sono e resto a disposizione, ma è più importante far crescere dei giovani”. Giulio, avercene di colleghi e di uomini come te. Ha fatto giusto in tempo a raggiungere i 50 anni di professione e così avere la medaglia d’oro dell’Ordine, al Circolo della Stampa, assieme a Natalia Aspesi, Raffaele Fiengo, Maurizio Chierici, Giampaolo Pansa… E ha chiuso il suo viaggio con coerente discrezione e con altrettanta coerente laicità: concesso un saluto ai suoi cari (la moglie Laura, il figlio Stefano che è anche un collega, la figlia Serena) in camera funebre, s’è fatto portare direttamente a Casale, nella tomba di famiglia… Giulio nell’ultima intervista per Nuova Informazione, realizzata lo scorso anno in occasione della premiazione per i 50 anni di iscri 21zione all’Ordine: http://www.nuovainformazione.it/diritti-doveri/giulio-signori-chi-era-davvero/#more-5709