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 2013  agosto 28 Mercoledì calendario

PELLE’ HA TROVATO L’AMERICA IN OLANDA E ORA ASPETTA UNA CHIAMATA DA PRANDELLI

In televisione, un parrucchiere molto compreso nella parte, dà la dimostrazione pratica di come si costruisce il taglio di capelli «alla Pellé»: riga in parte e mezzo chilo di gel. Nello spot promozionale della serie A olandese, invece il ragazzone di San Cesareo (Lecce), è seduto con una bella donna al ristorante, ma viene importunato da una scatenata ultrà del Feyenoord al di là del vetro, infervorata dalla visione del «calciatore più sexy del campionato». Nella trasmissione di punta della tv, il centravanti della squadra di Rotterdam è poi protagonista di una «carrambata» in piena regola, con i genitori che lo salutano e raccontano il momento in cui hanno capito che il dodicenne campione di ballo latino-americano poteva diventare un calciatore: «La precisione con cui colpiva gli oggetti in casa era incredibile…» ricorda il padre. Mentre un intervistatore chiede disperato a Graziano, in un altro siparietto dopo una partita: «Segni tanto, sei bello e adesso scopro che sei anche intelligente. E a me cosa resta? Cosa devo dire a mia moglie?».
Sono scene di ordinaria Pellé-mania, iniziata un anno fa e continuata a suon di gol, 33 in 32 partite con la maglia della prima squadra olandese a vincere la Coppa dei Campioni nel 1970 a San Siro. Da noi, l’eco delle imprese di Pellé, 5 gol nelle prime quattro partite quest’anno, prima tripletta domenica scorsa contro il Nac Breda, arriva a dir poco ovattata. Del resto, attaccanti che fanno parlare di sé, dentro e fuori dal campo, ne abbiamo almeno un paio, da Balotelli a Osvaldo. E Pellé, ricordato in Italia soprattutto per il rigore a cucchiaio che qualificò l’Under 21 all’Olimpiade di Pechino 2008, è un’altra cosa.
Sicuramente è meno duttile e talentuoso dei due colleghi, ma è un dato di fatto che nessuno giocatore italiano abbia segnato quanto lui negli ultimi dodici mesi. E allora, con Mario e Pablo indisponibili contro la Bulgaria nella partita di qualificazione del 6 settembre è legittimo per «the Italian stallion», come lo chiamano in Olanda con poca fantasia, «sognare una maglia azzurra e il Mondiale in Brasile. La concorrenza è tanta, ma io lavoro anche per questo obiettivo…».
In Olanda, Pellé c’era già stato quattro anni con l’Az Alkmaar, allenato prima dal maestro Van Gaal (con cui ha vinto il campionato ed è cresciuto anche a suon di insulti) e poi da Koeman e Advocaat. Ci è tornato, dopo due parentesi non memorabili con Parma e Sampdoria. Il Feyenoord lo ha acquistato a titolo definitivo per 3 milioni dagli emiliani e con «Rambo» Koeman, Graziano ha dato una svolta alla propria carriera: «Lui mi conosceva e mi ha dato grande fiducia, mentre a Parma sentivo la pressione di non poter sbagliare. I gol? Valgono tanto anche in Olanda, come dimostrano i precedenti di Ronaldo, Ibra o Suarez…».
Pellé, 196 centimetri per 85 chili, è diventato così l’impressionante terminale offensivo nel 4-3-3 del Feyenoord (che domani si gioca l’accesso all’Europa League contro i russi del Kuban Krasnodar) e anche l’uomo immagine del nostro calcio in Olanda, con la sua faccia da bravo ragazzo che non ha mai dato un problema fuori dal campo fin dai tempi in cui cresceva nel Lecce.
In primavera, dopo un magnifico gol, ha esultato togliendosi la maglietta e mostrando i muscoli. Gli hanno chiesto perché avesse festeggiato così e lui, che è fidanzatissimo ma nel frattempo era stato nominato giocatore più bello della Eredivisie, ha colto la palla al balzo: «Per attirare più donne allo stadio…». Detto, fatto: la settimana dopo il Feyenoord ha aperto le porte al pubblico femminile con prezzi promozionali e Graziano si è fatto trovare pronto, segnando ancora. Ora ci sarebbe da conquistare anche il c.t. Prandelli, per avere almeno un’occasione in azzurro. Sarà dura, ma il bello del gol non finisce qui.
Paolo Tomaselli