Roberto Coaloa, Libero 27/8/2013, 27 agosto 2013
FREUD CHE STANGÒ MAHLER E IL LORD CHE INVESTÌ HITLER
È arrivato in Italia il raffinato e colto bestseller di Craig Brown, One on One. Una catena di 101 incontri straordinari (Clichy, pp. 448, euro 17). L’autore, nato nel 1957, è uno dei più seguiti (e temuti) columnist britannici. Il volume è semplicemente geniale: 101 capitoli di aneddoti su personaggi illustri del ’900, ognuno dedicato a uno straordinario incontro, spesso fortuito, stravagante e improbabile, ma realmente accaduto.
Si inizia con Adolf Hitler, investito dalla Fiat rossa del giovane lord John Osmael Scott-Ellis, per terminare con lo stesso Führer che prende il tè con la duchessa di Windsor a Berchtesgaden, nelle Alpi bavaresi. Tutti gli incontri sono divertenti e ogni capitolo è arricchito da una ricca documentazione. Quando di uno stesso incontro esistevano più versioni diverse, come quasi sempre avviene, Brown ha scelto di riferire la versione più probabile, sicuramente quella più spassosa.
One on One ha un andamento bizzarro, circolare, in cui ogni incontro è concatenato al successivo per chiudersi con lo stesso personaggio che apre la narrazione: un grande gioco patafisico. Inoltre, Brown ha narrato ciascuno dei 101 incontri usando esattamente 1001 vocaboli. Anche i ringraziamenti, le citazioni in prefazione e la bibliografia constano di 101 parole esatte, come pure le note. Purtroppo, nella traduzione italiana non è stato possibile riprodurre la particolarità stilistica di cui sopra e i racconti non presentano tutti la stessa lunghezza, per ovvie ragioni linguistiche, ma anche in mancanza di un traduttore “surreale” alla Apollinaire, Queneau o Malerba, la versione di Leonardo Taiuti è brillante e arricchisce il “girotondo” di Brown.
Il 22 agosto 1931, quando Scott-Ellis sta per uccidere Hitler nella Briennerstrasse di Monaco, il leader del Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei era un uomo di successo che aveva superato i 40 anni godendosi il successo come scrittore: Mein Kampf aveva già venduto 50.000 copie e quando gli estranei lo incrociavano per strada o in un bar si avvicinavano per un autografo. Il lord aveva appena 18 anni, era stato costretto dal padre a studiare una lingua straniera in Germania, dopo non essersi distinto come studente all’Eton College. Da appena una settimana era a Monaco e, mentre Hitler avanzava sul marciapiede, John stava percorrendo Ludwigstrasse a bordo della sua auto. Poi svoltò a destra in Briennerstrasse. Attraversando la strada, Hitler dimenticò di guardare a sinistra. Improvvisamente si sentì un tonfo. Il pedone era a terra. John si allarmò, ma l’uomo si rimise quasi subito in piedi...
Tre anni dopo, Hitler sedeva sul palco del teatro rococò di Monaco. Era diventato il Führer e tutto il mondo parlava di lui. Nel palco adiacente oziava il 21enne John, che stava celebrando all’opera la prima serata della sua luna di miele, in compagnia della giovane moglie tedesca Irene von Harrach. John lanciò un’occhiata alla sua sinistra: non era forse lo stesso tizio che aveva investito tre anni prima? Il giovane lord si sporse in avanti. Le guardie del corpo di Hitler si sorpresero di tanta insolenza e audacia, domandandosi chi fosse costui... Si presentò e chiese al Führer se per caso si ricordasse di essere stato investito, tre anni prima. Sorprendentemente, Hitler se lo ricordava molto bene. «Per qualche istante fu molto affabile». Poi l’orchestra attaccò con l’ouverture. I due uomini non si incontreranno mai più, e John, che nel 1946 ereditò il titolo di barone Howard de Walden, si domanderà per tutta la sua lunga vita come sarebbe potuta cambiare la Storia se l’episodio si fosse concluso tragicamente.
Stefan Zweig scrive lettere commendatizie per far incontrare il giovane e sconosciuto pittore Salvador Dalí con l’anziano e leggendario Sigmund Freud. Il pittore e lo psicologo si incontreranno nel 1938, ma non si scambieranno una parola... Con Freud andò meglio a Gustav Mahler nel 1910. L’incontro fu decisivo per il musicista, che iniziò a comprendere meglio sua moglie Alma e la sua musica. Era però un po’ tardi: nove mesi dopo l’appuntamento, il 18 maggio 1911, Mahler morì di endocardite batterica. Alcuni mesi più tardi, Freud si rese conto che non aveva mai spedito alcuna fattura per il consulto che aveva offerto, perciò ne compilò una, datandola «Vienna, 24 ottobre 1911». Applicò due francobolli e la inviò alla vedova Mahler, Alma, «per il servizio reso».
Divertente e sensuale la scoperta dello scultore Rodin del corpo di Isadora Duncan, che per il genio accettò di fare la modella: «Elle est suprème!», dirà Rodin. La Duncan rimpiangerà per tutta la vita di non aver perso la verginità con quel vecchio satiro francese... Barry Humphries, dopo aver incontrato lo scrittore americano, affermò: «Quando Arthur Miller mi ha stretto la mano, ho solo pensato che quella era la mano che aveva toccato i seni di Marilyn Monroe».
Cosa manca al libro? Nel mettere insieme questi incontri davvero sorprendenti, come quelli di Patti Smith e Allen Ginsberg, Harpo Marx e George Bernard Shaw, James Dean e Alec Guinnes, dispiace che l’autore non includa alcun italiano.