Roberto Giardina, ItaliaOggi 28/8/2013, 28 agosto 2013
A BERLINO FAZIO SI VERGOGNEREBBE
Fabio Fazio, Giovanni Floris e colleghi vari non avrebbero vita facile in Germania. La quota di stima da parte dei tedeschi pone i moderatori televisivi all’ultimo posto con un misero 3%, alla pari dei banchieri colpevoli della crisi mondiale. Solo un serial killer probabilmente otterrebbe un risultato peggiore.
La ricerca dell’istituto Allensbach, forse occorre precisarlo, non accerta quale sia il mestiere che si desidera esercitare, ma quello che gode di maggior prestigio.
Infatti al primo posto, ed era scontato, si piazzano come sempre i medici con il 76%, nella ex Ddr arrivano addirittura all’85, seguiti con il 63% dalle infermiere. Il lavoro in ospedale è pesante e mal pagato. Chi assiste i malati a domicilio arriva al massimo a 1.800 euro lordi al mese benché l’attività sia stressante, tanto che in media non si resiste più di otto anni. Però le infermiere e i loro colleghi maschi lavorano bene e trattano con il giusto rispetto i pazienti. Nessuno si azzarda a dare loro del tu, come si fa troppo spesso in Italia. Pochi desiderano lavorare in ospedale, però si apprezza chi lo fa.
Al terzo posto si piazzano i poliziotti con il 49%, e questa è una sorpresa per chi non conosce la Germania. Il controllo degli agenti è discreto, se serve accorrono in pochi minuti; i casi in cui i fermati vengano maltrattati sono rari, e i colpevoli vengono rapidamente puniti. Gli insegnanti arrivano a un onorevole quarto posto, con il 41%, ma ieri erano più stimati. È una professione che logora, vanno in pensione in anticipo, molti finiscono per trascurare gli allievi.
Al quinto posto con il 38% si piazzano gli artigiani, seguiti con forte distacco da preti cattolici e pastori protestanti con il 29; vent’anni fa sfioravano il 40. Una classifica che mi stupisce: idraulici, falegnami, meccanici a Berlino sembrano confermare la vecchia battuta di Woody Allen: difficile trovarli, ma sarebbe meglio non trovarli. Evidentemente, altrove e in provincia, rimangono più affidabili. I religiosi scontano la crisi delle loro chiese, che ogni anno vengono abbandonate da 200 mila fedeli ciascuna. Seguono ingegneri, avvocati, farmacisti e imprenditori.
Ancora una sorpresa: i campioni sportivi ottengono un misero 12%. Si applaudono i calciatori e chi conquista una medaglia alle Olimpiadi, ma perché stimarli se hanno muscoli migliori dei nostri? Non è merito loro, ma un dono della natura. Caso mai, sono apprezzati perché si allenano con serietà. La nostra ex ministra Josefa Idem, italo-tedesca campionessa di canoa, rimasta vittima dell’Imu, aveva proposto di dare la cittadinanza in base ai meriti sportivi, ma i suoi connazionali non avrebbero approvato: perché offrire il passaporto a chi corre i cento metri in dieci secondi, e negarlo a un ragazzo ciccione con il quoziente d’intelligenza pari a quello di Einstein?
I moderatori tv fanno un lavoro ben pagato, ma secondo i tedeschi sono pagati troppo per i loro sforzi e ricercano le quote d’ascolto a scapito della serietà. Tuttavia, giudicati da un italiano come me, sembrano più capaci di guidare un talk-show in maniera neutrale, evitando che scada in una rissa da osteria. Le urla non servono.
Infine, anche noi giornalisti non siamo granché stimati: un misero 13%. I ragazzi non desiderano in genere lavorare in un quotidiano o in un settimanale. Il divismo nella categoria è assente. I miei colleghi tedeschi non hanno un ordine professionale e, come è giusto, spartiscono il sindacato con i tipografi. Comunque stiamo meglio dei politici, stimati appena dal 6% degli intervistati; dieci anni fa erano oltre il 14. Frau Angela rimane un’eccezione.