Giornali vari, 25 marzo 2013
Anno X – Quattrocentosessantottesima settimanaDal 18 al 25 marzo 2013Bersani Dopo tre giorni di consultazioni, Napolitano ha affidato a Bersani un incarico esplorativo al termine del quale il segretario del Partito democratico dovrà portare al presidente della Repubblica le prove di una maggioranza «certa» a sostegno del suo governo, oppure rinunciare
Anno X – Quattrocentosessantottesima settimana
Dal 18 al 25 marzo 2013
Bersani Dopo tre giorni di consultazioni, Napolitano ha affidato a Bersani un incarico esplorativo al termine del quale il segretario del Partito democratico dovrà portare al presidente della Repubblica le prove di una maggioranza «certa» a sostegno del suo governo, oppure rinunciare. Gli unici elementi sicuri sono che Grillo non vuole allearsi né dare la fiducia a nessuno, Monti reclama le larghe intese, Berlusconi pure e Napolitano anche, con l’aggiunta che il capo dello Stato non vuole favorire lo scioglimento delle camere e le elezioni anticipate e quindi, benché il segretario Pd pretenda di essere l’unica e ultima chance della legislatura, in caso di fallimento cercherà di quadrare il cerchio con un’altra personalità, stavolta super partes. Bersani sta consultando i vari attori della commedia (o tragedia, o farsa) mentre scriviamo. Riferirà giovedì o venerdì, e al momento le speranze di spuntarla sembrano scarse. Le contumelie contro Berlusconi si sono sprecate fino a sabato, ricambiate peraltro dal Cav che ha fatto venire in piazza a Roma duecentomila persone per gridare la propria indignazione contro i comunisti che si pigliano tutto. E però il rumore delle cannonate è anche servito a coprire il ronzio degli sherpa dell’una e dell’altra parte, all’opera per una qualche intesa che salvi la pelle al segretario. Bersani ha incontrato Alfano domenica e in quel giorno Berlusconi non è stato nominato in nessuna dichiarazione. I calcoli numerici sono molto intricati e li risparmiamo al lettore. Grosso modo a Bersani occorre l’appoggio di Scelta civica (Monti ministro degli Esteri?), un sostegno puramente tecnico della Lega (“tecnico” significa che la Lega, d’accordo con Berlusconi, permetterebbe la nascita del governo «in nome dei supremi interessi del Paese», ma resterebbe poi all’opposizione), la defezione di qualche grillino (un pugno di incerti in quel maremagnum effettivamente esiste), il passaggio di un paio di pidiellini forniti di passaporto da Berlusconi al gruppo misto, con susseguente voto di fiducia. Mettici i quattro senatori a vita, mettici i senatori che vengono dall’estero, mettici qualcuno che senza dare nell’occhio esce al momento giusto dall’aula in modo da abbassare il quorum, e i 160 voti, da tutte queste frattaglie, potrebbero anche saltar fuori. Bisogna però che Bersani li certifichi a Napolitano e soprattutto che in cambio rinunci alla presidenza della Repubblica, dato che s’è già preso – dice Berlusconi - le presidenze di Camera e Senato più Palazzo Chigi: con quale faccia lo pseudo-vincitore incasserebbe tutta la posta essendo tanto irrisoria la distanza tra il suo schieramento e quello di centro-destra? Si parla per il Quirinale di De Rita o della Cancellieri o di Marini, Castagnetti, Mattarella ecc.
Papi La Chiesa ha offerto al mondo un’immagine mai vista, quella di due papi, vestiti di bianco e con tanto di zucchetto, inginocchiati uno vicino all’altro in preghiera. Foto scattata e video girato sabato 23 marzo: papa Francesco, che aveva telefonato a papa Benedetto subito dopo l’elezione, è salito sull’elicottero bianco del Vaticano e in dieci minuti è arrivato a Castelgandolfo. Sorvolato due volte il paese a bassa quota per raccogliere gli applausi della folla radunata in piazza della Libertà, è atterrato nell’eliporto della villa pontificia, sulle pendici del lago d’Albano, e poi è andato a pregare col papa emerito nella cappella annessa. Benedetto, appoggiato al bastone e standosene due passi dietro Francesco, ha chiesto al papa di sistemarsi sull’inginocchiatoio d’onore. Francesco ha risposto: «Siamo fratelli» e si sono messi a pregare uno vicino all’altro. I due però non si sono affacciati insieme al balcone. Per il resto, Francesco è stato «intronizzato» martedì 19 marzo (onomastico di Joseph Ratzinger) e, dopo aver girato per la piazza sulla jeep bianca già adoperata da Benedetto nel 2005, ed essersi fermato per abbracciare un disabile, ha esortato al servizio in favore del nostro prossimo e ha pronunciato una frase clamorosa, in un attimo sui siti di tutto il mondo: «Non abbiate paura della tenerezza». Quanto alla Curia, per ora tutti restano al loro posto donec aliter provideatur («finché non si provveda altrimenti»). Si strologa su padre Lorenzo Baldisseri, che ha ricevuto la berretta cardinalizia da Francesco appena nominato, si ipotizza, in base a questo, che possa esser lui il sostituto di Bertone. Senonché padre Baldisseri era segretario del conclave e, con l’eccezione di Ratzinger, tutti i papi hanno fatto subito cardinale il segretario del conclave che li aveva eletti. E poi non è detto che Bertone sia per forza destinato a essere sostituito.
Altre frasi Altre frasi pronunciate da Francesco durante la settimana: «Non fatevi rubare la speranza», «Un cristiano non può mai essere triste» (ai giovani, durante l’omelia della Domenica delle Palme).
Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i marò accusati di aver ammazzato due pescatori nel Kerala, sono stati rispediti dal governo in India, nonostante la decisione presa appena una settimana prima, in sfregio alla parola data e agli accordi firmati, di non restituirli e sollevare un contenzioso internazionale. Prima il ministro degli Esteri Terzi era certo che ci fossero gli estremi per sostenere davanti al mondo «che la giurisdizione è italiana». Poi il sottosegretario Staffan De Mistura ha spiegato che si voleva solo avere la garanzia ehe i due non sarebbero stati condannati a morte. De Mistura dice che la garanzia è stata data, ma dall’India fanno sapere che, sulla sentenza, non esistono assicurazioni di nessun tipo. Il nostro governo (Monti è comunque furibondo) cerca di tranquillizzare l’opinione pubblica mostrando che quella nel Kerala è una detenzione per modo di dire, «i due marò possono anche andare al ristorante». Lo sconcerto è tuttavia grande, le polemiche anche.
Cipro L’ultimo pasticcio europeo riguarda Cipro. L’isola ha sbagliato completamente politica economica, puntando le sue carte sulla finanza e comprando a man bassa titoli greci. Adesso è tecnicamente fallita. L’Europa, per prestare dieci miliardi, voleva che prima fossero tassati i conti correnti bancari fino a raccogliere 5,8 miliardi. Un precedente pericolosissimo e mai adottato finora, guardato con preoccupazione dagli altri governi con i conti in bilico. Una misura del genere, se applicata in Italia, drenerebbe dalle nostre tasche 57 miliardi di euro, una quantità di denaro enorme e nello stesso tempo solo una goccia nel mare dei nostri guai. In ogni caso, il Parlamento cipriota ha bocciato la misura e il presidente Anastasiades è andato a Bruxelles per negoziare nuove condizioni. Alla fine si tasseranno, e fortemente, solo i conti correnti superiori ai centomila euro, in genere intestati a russi e, qualche volta, a inglesi. Il Pil di Cipro rappresenta appena un cinquecentesimo del Pil europeo, senonché nelle banche dell’isola giacciono capitali pari a sette volte il Pil dell’isola (una ventina di miliardi), tutti o quasi di origine russa, forse di matrice malavitosa, forse no. La tassa sui conti correnti ha mandato su tutte le furie Putin e Medvedev, che ai ciprioti hanno già prestato due miliardi e mezzo e adesso magari l’isola sono anche disposti a comprarsela. Al largo c’è un giacimento naturale di gas conteso ai ciprioti da turchi e israeliani e capace di soddisfare il 40% dei bisogni energetici d’Europa. La flotta di Putin (la fregata Ladny, l’incrociatore Moskva, le navi da sbarco Saratov, Nikolai Filchenkov, Novocherkassk, il sommergibile Alrosa) incrocia pericolosamente da quelle parti.
Berezovskij È un mistero la morte dell’oligarca russo Boris Berezovskij, 67 anni, ex eminenza grigia del Cremlino, da anni in Gran Bretagna per scamparla da Putin, di cui era diventato avversario implacabile. Sabato mattina, intorno alle 11, l’hanno trovato cadavere nella vasca bagno della sua casa di Ascot. Era molto indebitato. Non si esclude il suicidio, ma la polizia tiene aperta ogni ipotesi.