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 2012  novembre 20 Martedì calendario

STUFATO

«Con la Juventus abbiamo vinto per grazia di Dio, non certo dell’arbitro; con l’Atalanta è arrivato un gol decisivo da un rigore dubbio, e diciamo dubbio per far piacere alla classe arbitrale; domenica, una situazione veramente assurda: i commentatori tv possono divertirsi, dopo la loro grande esperienza juventina, a far finta che non sia rigore tanto per salvare la faccia a qualcuno, ma se non è rigore quello... Ma dai, è un rigore grande come una casa e siccome mi sono stufato, oggi lo dico» (Massimo Moratti).

ERRORI «Chi lavora può sbagliare, ma errori grossi non ne ho fatti. La squadra non deve essere serena, visto che i risultati non sono quelli sperati. Mi fa piacere la fiducia della società, non ho mai avuto l’impressione volesse sbarazzarsi di me. Ma non sono ossessionato dai risultati, anche se so cosa succede quando non arrivano» (Zdenek Zeman).

BARCHETTA «Sento di poter ancora fare la differenza. Non vado avanti tanto per portare la barchetta in porto. Io sono sempre stato un motoscafo e andrò a manetta finché posso. Sì, la Champions è un qualcosa che vorrei mia prima di chiudere» (Gigi Buffon).

GUERRA «Mi alzavo alle cinque del mattino e avevo tantissime cose da fare: contare i duemila prigionieri, provvedere al loro nutrimento, fare la guardia, quindi c’era poco tempo per pensare. Gli assalti dall’esterno o le ribellioni interne spesso ci costringevano a usare spray al peperoncino, granate... Eravamo in guerra» (Bernard James, giocatore della Nba con i Dallas Mavericks, quando faceva il militare in Iraq)

VIRTUALE «Una volta al sabato pomeriggio, si andava tutti insieme al cinema. Se poi si giocava contro l’ex squadra di qualcuno, l’interessato pagava una cena nel caso fossimo riuscita a batterla. Ricordo l’inverno dell’84, ci andammo ad allenare sul Garda. Stavamo in una pensione: nelle camere non c’era neanche la tv. Passammo le serate a giocare a carte, chiacchierare di calcio, di noi, delle nostre famiglie. Oggi i giocatori stanno pure insieme, ma ognuno con le cuffie alle orecchie. Sono scollegati dalla realtà e collegati a una virtuale» (Marco Pancione, team manager dell’Atalanta, di cui è stato anche calciatore).

SOGNO «Il mio sogno? Un match con Barack Obama. Ho giocato con il suo vice Biden quando venne alla Florida State University, ma confesso che non se la cavava benissimo» (Bernard James)