Fulmini 15/11/2012, 15 novembre 2012
ITALIANO
«Il realismo è più italiano che francese: ma per vincere le partite devi fare gol e difenderlo» (Così risponde sorridendo Deschamps ai francesi che lo chiamo «L’italiano»)
STATISTICHE/1 «Non partiamo battuti. Partiamo sfavoriti, non battuti: se andassimo in campo già sconfitti, rischieremmo una sconfitta pesantissima. Le sconfitte arrivano alla fine delle partite, mai prima: io non penso alle statistiche, le lascio ai giornalisti» (Simone Favaro, rugbista, che sabato sfiderà gli All Blacks neozelandesi)
STATISTICHE/2 «Il basket, per esempio, è uno sport ebreo: noi abbiamo inventato i moderni schemi di gioco. Stesso discorso per le statistiche del baseball, che sono l’interpretazione ebraica di questo sport, e adesso anche il calcio» (Jonathan Safran Foer, che con il fratello ha ideato Jewish Jokes, un libro sui grandi atleti ebrei).
EBREI «Non so bene cosa ci faccio qui. Il fatto è che da giovane ero giornalista sportivo per il Washington Post. Scherzi a parte, è possibile che noi ebrei non abbiamo avuto grande successo come atleti perché non volevamo farci male? Mia madre, ad esempio, mi vietava il football. O magari evitavamo certi sport perché non c’erano soldi da guadagnare?» (David Remnick, giornalista americano, premio Pulitzer)
VINCERE «Nella mia vita ho fatto sport solo per il gusto di vincere. Non mi interessava partecipare a una bella azione, volevo solo il risultato. Sono stato un tennista odioso, che viveva di pallonetti, perché quella era l’unica maniera in cui riuscivo a fare punti» (Jonathan Safran Foer).
REGOLE «Vorrei essere ricordato come colui il quale ha introdotto il rispetto delle regole per proteggere il calcio» (Michel Platini).
DOPING «Correvo con Mennea, tra bulimia e anoressia, ma la “cura” l’ho fatta nel ciclismo. Prendendo un tumore alla tiroide [per via dell’epo, nrd]. Ora faccio la spazzina, e allora? Meglio ripulire il parco di Ostia Antica dalle siringhe e portarci i bambini a correre. Glielo spigo bene, ai piccoli, nel giardinetto delle suore dove insegno atletica: il doping è come l’alcol e la droga. Loro capiscono» (Giuliana Salce, marciatrice oro 12 titoli italiano e 2 record mondiali outdoor)