Fulmini 26/10/2012, 26 ottobre 2012
CARATTERE
«Non ho intenzione di lasciare il Milan, non fa parte del mio carattere e ho molta fiducia nei miei ragazzi. Ci manca un po’ di lucidità negli ultimi trenta metri. Credo che si debba analizzare la prestazione più che il risultato. In momenti così bisogna fare le cose più semplici e qui la squadra ha creato anche delle buone situazioni» (Massimiliano Allegri dopo la partita Malaga-Milan, 1-0).
OPPORTUNITÀ «Sto aspettando la mia opportunità. Ho ancora due anni di contratto, ma ho detto chiaro a tutti che il mio desiderio è andare via, arrivare in un grande club per mettermi in mostra, vincere altri trofei. Il mio sogno è giocare i mondiali in casa nel 2014. L’unico modo è andare in una grande squadra con maggior visibilità. Qui ho vinto 11 titoli in 5 anni, il mio compito è terminato» (Willian, calciatore dello Shakhtar Donetsk).
SOGNI «Ogni giorno faccio un piccolo progresso. Ma non mi racconto favole, sono realista. Nel settembre 2004 venni operata alla caviglia della stessa gamba e ci misi due stagioni per tornare al vertice. Oggi ho tanti anni in più e so, per esempio, che già volare all’1.95 che mi permetterebbe di partecipare ai Mondiali di Mosca della prossima estate, non sarà per niente scontato. Però ho due sogni: gli Europei di Zurigo 2014 e addirittura l’Olimpiade di Rio 2016, quando avrò 38 anni. Esagero, forse. Ma costa poco» (l’atleta Antonietta Di Martino, operata al menisco del ginocchio sinistro l’estate scorsa).
BABBO NATALE «Quando si cresce, ci si rende conto che Babbo Natale non esiste. E la stessa cosa vale per Lance (Armstrong, ndr). È un peccato per il nostro sport, non che lui sia stato scoperto. E a noi tocca raccogliere i cocci e convincere il pubblico. Lui non confesserà mai, ha troppo da perdere» (il pistard e ciclista su strada Bradley Wiggins).
VIDEO Dicono che abbia consegnato ai giocatori anche il video dell’ultimo dibattito presidenziale? «Sì, e non è la prima volta. Sento nei loro confronti una responsabilità che va al di là del ruolo di allenatore. Sono uomini, spesso maturi, e non studenti, però credo che sia importante ogni tanto ricordare loro che il mondo non gira solo intorno a un pallone da basket. È giusto che si formino un’opinione su ciò che accade nel Paese e all’estero» (Gregg Popovich, allenatore della squadra di basket San Antonio Spurs).