Fulmini 9/6/2012, 9 giugno 2012
FINALE
«La finale è un regalo ai terremotati, ma anche alla mia famiglia, che è venuta a Parigi superando la prova scaramantica di raggiungermi a torneo già iniziato. Questo è un risultato che premia loro, il mio allenatore, i miei amici» (Sara Errani, finalista al Roland Garros).
EMOTIVO «Tatticamente, contro la Sharapova deve arrotare la palla, cambiare ritmo e rotazioni, giocare una difesa attiva. Sul piano emotivo, deve solo essere se stessa, lasciar scorrere le emozioni, convivere con la paura e con la gioia e non farsene travolgere» (Francesca Schiavone dà consigli a Sara Errani).
RIPARTITO «Ho 27 anni, ho fatto tutte le categorie, e spesso mi hanno sbattuto la porta in faccia per il mio fisico. Ma sono sempre ripartito, più forte e convinto di prima. Non cambierei una virgola del mio percorso professionale. Insomma, ho fiducia. La batosta contro la Russia ci abbia decisamente fatto bene. Dopo quella gara ci siamo guardati tutti negli occhi» (Emanuele Giaccherini, ala della Juve e della Nazionale).
RESPONSABILITÀ «Balotelli l’ho ritrovato uguale agli anni dell’Inter. Mario mi fa arrabbiare, e non soltanto me. Deve sapere che difende la maglia della Nazionale, deve prendersi responsabilità. Con Mario possiamo fare il salto di qualità, ma lui deve essere consapevole, aiutare i compagni in campo» (Thiago Motta).
PROSPETTIVE «Ho fatto 15 anni nelle giovanili del Barca con una parentesi in Olanda, al Vitesse. Tornato a casa, quest’anno ho giocato nella formazione B ma non avevo prospettive di salire in prima squadra: nel mio ruolo giocano campioni come Xavi, Iniesta e Busquets e ho preso al volo l’opportunità. Ibrahimovic e Bojan mi hanno parlato di quanto sia competitiva la A, farò del mio meglio» (Martì Riverola, centrocampista classe ’91 acquistato dal Bologna).
SPETTACOLARE «Vogliamo costruire una Roma spettacolare e vincente partendo dai giovani che Zeman può far crescere» (Claudio Fenucci, ad della Roma).
SPASSOSISSIMO «Una domenica andiamo allo stadio in pullman. Lui gioca a carte in fondo, io vado avanti e metto il nastro con una canzone dello Zecchino d’oro. Allora ci mettiamo tutti a cantare, Zeman protesta un po’ ma vinciamo 4-0 e quello diventa un rito. La volta che mi sono dimenticato la cassetta, si è presentato davanti e mi ha detto: “Stroppa, perché musica finita?”. È spassosissimo» (Giovanni Stroppa, secondo di Zeman al Foggia nel 1993/1994 e possibile nuovo allenatore del Pescara).