Fulmini 10/4/2012, 10 aprile 2012
APPOSTA
«Lo feci apposta, il derby col Lecce era combinato» (Andrea Masiello, ex difensore del Bari, ha ammesso di aver segnato un autogol).
LUI «È lui. È proprio questo l’uomo che ci consegnò per conto del Lecce 300mila euro» (Andrea Masiello, agli investigatori che gli mostrano una foto del probabile corruttore).
GUAI «Noi in un mare di guai… voi con i soldi della Snai. Mercenari, pezzi di merda» (Striscione esposto dai tifosi del Bari durante Bari-Roma 2-3 dello scorso campionato. La tifoseria aveva già capito che la sua squadra vendeva le partite).
SISTEMA «Perché non ho denunciato quando Gillet venne a parlarmi? Perché da sempre qui al sud i tifosi rompono le scatole ai giocatori. Qui a Bari Kutuzov è stato tartassato dai tifosi anche con minacce. Ogni giorno ci sarebbe da denunciare qualcuno ma ci vogliono le prove. Il sistema è questo, non ci si può far niente» (Guido Angelozzi, direttore sportivo del Bari a proposito di Gillet che gli parlò delle pressioni ricevute dagli ultras per perdere contro il Cesena).
CONTATTABILE «Prova a chiamare Antonio Conte e vedi se è “contattabile” per Siena-Sassuolo» (Antonio Bellavista, ex calciatore del Bari indagato per il recente caso Calcioscommesse, al telefono con un certo Raimondo, a proposito di Conte che si dice estraneo ai fatti).
PARLATO «Fu l’ingenuità di un minuto. Per aver parlato con un faccendiere (Massimo Cruciani, ndr) che mi aveva presentato un mio compagno di squadra (Mauro Della Martira, ndr). Dissero che avevo accettato delle cose. Ma non era vero. Lo ripeto da trent’anni. Sono stato ingenuo, forse dovevo denunciare. Ma come si fa a denunciare un compagno? Solo che è stata una cosa drammatica» (Paolo Rossi, travolto nel 1980 dallo scandalo Totonero).
ROVINATO «Sono completamente rovinato e vivo ancora nel terrore di minacce e rappresaglie» (Estratto dell’esposto che Massimo Cruciani, il truffatore-truffato che denunciò per primo gli imbrogli del Totonero, presentò il 1 marzo 1980 alla Procura della Repubblica).
MACCHIA «Quella macchia non riuscirò mai a cancellarla. I giudici hanno creduto a due persone condannando degli innocenti. Per i due anni di squalifica ho perso la Nazionale e il Mondiale di Spagna. E ancora oggi accanto al mio nome si associano le scommesse. E pensare che ho giocato la schedina al massimo tre volte» (Giordano Bruno, ex attaccante della Lazio coinvolto nel Totonero, a un giornalista nel marzo 2006).