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 2012  aprile 07 Sabato calendario

Incidente «Tutto a posto, sto bene. Stavolta non è colpa mia. Quella macchina mi ha tagliato la strada e non sono riuscito ad evitarla» (Mario Balotelli, attaccante del Manchester City, dopo aver distrutto la sua Bentley in un incidente stradale)

Incidente «Tutto a posto, sto bene. Stavolta non è colpa mia. Quella macchina mi ha tagliato la strada e non sono riuscito ad evitarla» (Mario Balotelli, attaccante del Manchester City, dopo aver distrutto la sua Bentley in un incidente stradale). Rissa «Tutto falso, Mario non è mio amico: è mio fratello. Sabato scorso io mi sono limitato a dire a Mario: “Ehi, calmati, siamo in campo, di fronte a migliaia di persone”. Tutto qui. Il resto è una bugia colossale» (Yayà Touré, centrocampista del Manchester City a proposito delle voci su una rissa con Balotelli, subito dopo la gara con il Sunderland 3-3 di sabato scorso). Contatto «Amo il contatto fisico in tutte le sue forme: fare l’amore ma anche toccarsi, annusarsi, tenersi la mano. E Filippo è uguale a me. Se passiamo un minuto senza che una dei due sfiori l’altro, significa che qualcosa non va» (Federica Pellegrini, nuotatrice). Curve «Io ero già famoso. Ho vinto due mondiali prima di lei. Oggi Federica è più famosa perché continua a vincere: quattro mondiali, un’olimpiade. In più è alta bionda con quelle curve: il mix perfetto per diventare una star» (Filippo Magnini, nuotatore, a proposito della sua fidanzata Federica Pellegrini). Livello «Per ora Lorenzo, Stoner e Pedrosa vanno più forte di tutti e anche Crutchlow e Spies, pur non andando come loro, vanno comunque meglio di noi. Poi ci siamo noi e altri piloti più o meno sullo stesso livello» (Valentino Rossi, pilota MotoGp, a proposito del livello dei colleghi. Il Motomondiale riparte domani). Fallimenti «Valentino non è peggiorato particolarmente come pilota, ma forse i suoi sensi si sono intorpiditi dopo tanti piccoli fallimenti» (Jeremy Burgess, capotecnico storico di Valentino Rossi, pilota di MotoGp ). Compassione «Adesso torno a giocare e se mi accorgo che sto bene okay, ma se vedo che dopo 3, 4, 6 mesi, un anno non sto in piedi, dico a tutti “ragazzi, è stato un piacere” e me ne torno a casa. Voglio che la gente ricordi il Cassano buono, non quello che fa compassione» (Antonio Cassano, attaccante del Milan). 2016 «Buttiamola in battuta: se non mi fanno portare la bandiera a Londra mi costringono a tirare anche a Rio 2016...» (Valentina Vezzali, schermitrice-fioretto)