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 2013  aprile 03 Mercoledì calendario

RAZZISTA

«Sono un uomo di sport, non posso essere giudicato per le convinzioni politiche. In passato possono essere successe delle cose, ma le mie dichiarazioni sono state usate fuori contesto. Considerarmi razzista è semplicemente ridicolo» (Paolo Di Canio, nuovo allenatore del Sunderland, fortemente criticato in Inghilterra per le sue dichiarate simpatie fasciste).

SENSIBILITA’ «Fabian ha l’individualismo egoista del fuoriclasse, una capacità mostruosa di sacrificarsi e una rara sensibilità nel gratificare e spronare i compagni, contagiandoli con le sue motivazioni» (il vincitore del Giro delle Fiandre Fabian Cancellara raccontato dal suo team manager Luca Guercilena).

MANO MORTA «Non volevo mancare di rispetto alle donne. Era solo uno scherzo e mi spiace se qualcuno si è offeso. Chiedo scusa a Maya, la miss, e a tutte le donne» (Peter Sagan, immortalato alla premiazione del Giro delle Fiandre mentre faceva la mano morta a una miss impegnata nel bacio al vincitore Cancellara).

IPOCRISIE «Basta ipocrisie, il doping nel rugby esiste. Io ho preso due volte anfetamine negli anni ’70-’80, non ho prove ma ci sono dei giocatori sudafricani che sembrano bodybuilder» (Jean-Pierre Elissalde, tecnico del Bayonne e padre di Jean-Baptiste, ex mediano della Francia).

NUMERO 1 «L’obiettivo non è il numero 1 o gli Slam, ma essere sempre più continuo e migliorare. Il resto verrà di conseguenza» (Andy Murray, attuale numero 2 del tennis mondiale, dopo la vittoria di Miami la scorsa settimana).

ALLIEVI «Conosco solo due fra i miei allievi che sono stati capaci di giocare così bene a un’età così avanzata. Il primo è Andre Agassi, il secondo è Tommy Haas» (il mitico coach di tennis Nick Bollettieri)

VICINO «Il campione che ammiro si più? Michael Schumacher. Potrei dire anche Michael Jordan, ma non l’ho mai incontrato... Quindi cito quello che conosco meglio da vicino» (Sebastian Vettel).

PERFETTA «Ho il complesso di essere perfetta. Mio padre è uguale» (Federica Pellegrini).

SCAMPIA «Ho deciso di versare il mio stipendio ad associazioni sportive, a società impegnate nel sociale. La prima a beneficiarne sarà quella di Maddaloni a Scampia» (il neopresidente del Coni Giovanni Malagò, il cui stipendio annuale è di 90 mila euro netti all’anno).