Fulmini 26/6/2013, 26 giugno 2013
INCUBI
«Sogno di essere chiusa in una stanza senza finestre, né porte. E sul pavimento c’è l’acqua che sale, sale sempre di più. Ho paura di soffocare e non posso fare niente» (l’incubo ricorrente di Federica Pellegrini).
PAURA «È vero, ho paura di correre, di farmi male. È istintivo, non posso farci niente. Fortuna che sull’erba, che non amo tanto, si gioca solo un mese» (Sara Errani, uscita al primo turno a Wimbledon).
SOFFICE «L’erba è una superficie unica perché richiede un altro stile di tennis, un gran buon timing, non c’è tanto tempo per reagire. E c’è il colore… Come la terra, non ci giochi tanto, perché il resto del tour è su campi duri e blu. E poi l’erba dà una bella sensazione sotto i piedi: è soffice» (Andy Murray).
DEMENZIALE «Il tennista di trent’anni addietro poteva essere uno stupendo atleta, come fu Borg, ma la sua muscolatura non ricordava certo quella di un wrestler. I fondi sui quali il giocatore si ritrova a scattare, correre, e soprattutto a frenare erano praticamente erba e terra. E, di conseguenza, i microtraumi non erano lontanamente paragonabili. Metà della stagione si svolge ora sui campi hard, duri. Non esiste, al mondo, nessun altro sport che coniughi le corse e il cemento. Demenziale, ma nessuno dei businessmen che dirigono la macchina infernale sembra avvedersene» (il tennis di oggi secondo Gianni Clerici).
BELLISSIMO «In passato ammiravo Carl Lewis. Era bellissimo, con la sua forza fisica, quella muscolatura perfetta, l’eleganza. Come Michael Jordan o Kobe Bryant. Quando vivevo a New York spesso andavo a vedere le partite di basket» (Eva Herzigova).
SEXY «Messi è timido, ma è anche un uomo sexy, sensuale e insieme molto paterno, simpaticissimo. In realtà all’inizio è stato lui a cercare noi, i nostri vestiti. Io avevo anche qualche dubbio. Poi l’ho incontrato ed è stato amore» (lo stilista Domenico Dolce).
MOGLIE «Non credo che la serenità sentimentale possa farti andare più forte in gara: due anni fa mi sono separato da mia moglie ed è stato l’anno migliore della mia carriera. In quel periodo, scherzando con il mio manager, dicevo che se fosse andata bene sarebbe stato merito della separazione, perché ero tranquillo, ma se fosse andata male sarebbe stato lo stesso colpa della separazione, perché ero depresso» (Alonso).