Fulmini 17/4/2013, 17 aprile 2013
DOLLARO «È
un dato di fatto che gli infortuni in Nba sono in aumento. L’autunno è il periodo dell’ecatombe, mancano il recupero e una buona preparazione. Come se ne esce? Convincendo club e giocatori che sul dio dollaro non si costruisce nulla» (Ettore Messina parlando dell’infortunio che ha colpito Kobe Bryant).
NECESSARIO «Mi sono infortunato agli addominali, ho provato a tenere duro ma poi ho mollato. Un giocatore non uscirebbe mai dal campo, eppure a volte è necessario. Così anche un torneo duro come l’Nba diventa gestibile» (Marco Belinelli dei Chicago Bulls).
ODIATO «Da ragazzo giocavo come attaccante nelle giovanili del Molde. Quando segnavo facevo un piccolo show e a volte tiravo il pallone contro il pubblico. Ero il classico giocatore odiato da tutti. Un piccolo Balotelli, anche se lui calcia meglio» (lo scrittore norvegese Jo Nesbø).
DONNE «Una donna in Formula 1? Non hanno l’attitudine mentale. Certo, ce ne sono di forti e robuste, ma quando sei in una situazione in cui puoi vivere o morire, lo stress è altissimo e lì si vede se puoi vincere o no» (la leggenda dell’automobilismo Stirling Moss).
ALLENAMENTO «Io vivo per la pallavolo, mi alleno duramente per ottenere dei risultati. Anche nelle partite più importanti sento la tensione ma fa parte del gioco. Il mio esordio in tv invece è stato un po’ un salto nel buio. Diciamo che mi è mancata tutta la fase dell’allenamento» (Francesca Piccinini, quest’anno conduttrice di Colorado Cafè con Paolo Ruffini).
PREZZO «Vinciamo da molti anni e ormai c’è chi lavora più per indebolire la nostra squadra che non per rinforzare la sua. C’è chi cerca nostri giocatori per destabilizzarci. È il prezzo da pagare. Però noi i nostri nuovi giocatori ce li siamo sempre andati a cercare, non siamo mai andati a prenderne da Cuneo, da Macerata, dal Kazan...» (il tecnico della Trentino Volley Rado Stoytchev, alla sesta finale scudetto consecutiva).
PRONTO «Nel 2000 mi chiamò il mio coach e mi fece giocare al Country Club locale con Tiger Woods. Presi una legnata e mi dissi: “Magari non sono ancora pronto per il professionismo”. Poi, la settimana successiva, Tiger vinse lo U.S. Open con 15 colpi su tutti gli altri e così rivalutai la mia prestazione» (Adam Scott, che ha appena vinto il Master di Augusta).