Roberto Giovannini, La Stampa 27/9/2013, 27 settembre 2013
LA RECESSIONE STA RALLENTANDO
Si attenua la recessione nell’industria - che resta comunque molto distante dai livelli produttivi di una volta - anche se l’onda lunga di sei anni di crisi continua a devastare il mercato del lavoro, portando su nuovi record il livello della disoccupazione. Il guaio, avverte il Centro studi di Confindustria, è che anche se si avvertono i primi segnali di disgelo della recessione, il calo degli occupati non si fermerà qui.
«Ordini ed esportazioni», rilevano gli economisti di viale dell’Astronomia nell’analisi mensile Congiuntura flash, «stanno confermando l’attenuazione della recessione nell’industria italiana: la produzione ha smesso di scendere, anche se rimane molto bassa e lontana dai livelli precrisi». Tra i settori in maggior sofferenza, «rimane molto fragile il quadro dell’edilizia» e le aspettative delle imprese del settore delle costruzioni «indicano che il crollo dell’attività (-15,0% il valore aggiunto dal primo trimestre 2008 al primo trimestre del 2013) proseguirà nel prossimo futuro». Anche il mercato delle case «è ancora in peggioramento», e «per i suoi effetti su ricchezza e fiducia delle famiglie, la debolezza del mercato immobiliare contribuirà a frenare anche i consumi». Stazionario, se non in contrazione, anche il comparto dei servizi.
Intanto, secondo una indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore citata dal CsC, tocca un nuovo record la disoccupazione: in Italia a maggio le persone in cerca di lavoro erano 3 milioni 140mila, vale a dire il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile). Diminuiscono ancora gli occupati: -27mila sul mese precedente (-0,1%), -387mila rispetto ad un anno prima (-1,7%). E «il calo proseguirà: le attese delle imprese sull’occupazione nel trimestre in corso sono ancora negative, su livelli di fine 2009». A giugno, stima il CsC, «le unità di lavoro equivalenti in Cig sono state pari a 330mila», in aumento dell’1,1% sul trimestre precedente. Si avverte anche un certo rafforzamento della fiducia delle famiglie, con un progressivo miglioramento dei giudizi sul bilancio familiare (saldo a -16 in luglio, da -23,0 nel secondo trimestre 2013 e -28,0 nel precedente. Progresso che però si accompagna anche alle aspettative di aumentare il livello di risparmio (saldo a -51, da -72,0 nel secondo quarto e -88,0 nel primo quarto del 2013).
Il credit crunch resta un «fondamentale ostacolo al rilancio»: la restrizione dei prestiti alle imprese si conferma «sia nei volumi (in forte calo anche in maggio) sia nei tassi; questa morsa - dice il Centro studi di Confindustria può essere attenuata dalle recenti misure della Bce e dalla rapida esecuzione e dall’ampliamento dei pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione».
Insomma, le brutte notizie sono ancora molte, e forse prevalenti. Vero è che però gli indicatori congiunturali cominciano più o meno tutti a lasciar intravvedere l’inversione di tendenza della macchina dell’economia: ovvero, quella ripresa che poi a un certo punto bisognerà a tutti i costi capitalizzare con la creazione di nuovi posti di lavoro, la riorganizzazione della produzione e la ripresa del prodotto interno lordo, dei redditi e dei consumi. Ad esempio, secondo quanto riferiscono gli addetti ai lavori, ci si attende che l’indice di fiducia delle imprese che l’Istat diffonderà lunedì segni un piccolo miglioramento. Si tratterà di qualche decimale, forse mezzo punto in tutto.