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 2013  giugno 29 Sabato calendario

FECONDAZIONE IN VITRO CON TRE GENITORI PER PREVENIRE MALATTIE

LONDRA — Un bambino, tre genitori biologici. Per quanto la sintesi giornalistica rischi di essere esagerata ciò che ha annunciato Dame Sally Davies, la «chief medical officer» del governo britannico, è un passo decisivo verso il pieno controllo e la manipolazione a fini di guarigione dell’eredità genetica.
La scienza è pronta, ha annunciato la ricercatrice che occupa la posizione di consigliere-capo di Downing Street per le questioni mediche, adesso tocca al parlamento dare un quadro giuridico alla sperimentazione condotta dall’università di Newcastle. E ciò avverrà entro un anno e mezzo, ha promesso Dame Sally Davies, facendo del Regno Unito il Paese che taglia per primo il traguardo nella produzione di una nuova, quanto controversa, tecnica di fecondazione artificiale.
Lo scopo di questa metodologia è di eliminare i difetti mitocondriali e di creare in provetta una cellula sana. In sostanza, se il Dna di origine materna presenta alterazioni che prefigurano malattie cardiache o epatiche o distrofia muscolare è possibile intervenire con un «pezzetto» di Dna estratto da un donatore sano così da produrre un embrione al riparo da lacune e malformazioni strutturali.
Fecondazione in tre passaggi: dalla cellula materna con il mitocondrio ammalato si estrae il nucleo sano e lo si impianta in provetta nella cellula del donatore. Questa cellula, a sua volta e sempre in provetta, viene fecondata dallo sperma del padre e infine impiantata nell’utero materno. Una vita che nasce «in vitro» con il concorso di tre patrimoni genetici, i due genitori naturali e il terzo genitore acquisito ma rigorosamente anonimo «e non tracciabile» per prevenire la malattia del bambino. «Mi pare più che corretto e comprensibile che si introduca un trattamento del genere. È un modo di salvare migliaia di vite», ha spiegato Dame Sally Davies, lei stessa ricercatrice e segnalata dalla Bbc come una delle sei donne più influenti del Regno Unito. A supporto della sua posizione la dottoressa ha citato una consultazione effettuata nei mesi scorsi dall’autorità di vigilanza sulle questioni di fecondazione, la Human Fertilisation and Embriology Authority, che ha ottenuto «generale approvazione» da parte delle persone interpellate sulla tecnica messa a punto a Newcastle, pur nel riconoscimento delle ricadute etiche e morali. Sono state sviluppate due diverse procedure per intervenire a correzione dei patrimoni genetici segnati dalla malattia e in entrambi i casi il contributo del Dna del donatore non supera lo 0,2% dell’intero tesoro cellulare. «È una notizia eccellente. Offre a chi è portatrice di difetti mitocondriali la possibilità di una gravidanza libera dal pericolo di future gravi patologie», ha certificato Doug Turnbull che ha diretto il team di Newcastle.
Tema delicato. Il dibattito è aperto. La domande di fondo sono: si superano i confini posti fino a oggi dalla bioetica? Ci sono rischi di alterazioni secondarie e non desiderate? Le modificazioni embrionali quali ricadute avranno nelle generazioni future? Ha risposto Dame Sally Davies: «Ora si tratta di definirne la regolamentazione, di allargare la consultazione e di portarla al Parlamento dove, spero in fretta, potrà essere approvata. Se tutto andrà bene saremo i primi a garantire questa tecnica sicura di fecondazione e di riparazione di geni ammalati. Sinceramente vi sono problematiche estremamente sensibili e non dobbiamo aggirarle ma l’obiettivo è salvare la vita del neonato e se si mettono paletti giuridici chiari è un grande successo per la scienza e per le famiglie che desiderano figli sani». Figli di tre genitori biologici.