Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 29 Sabato calendario

CRUCIANI E PARENZO: «NOI, I CATTIVISSIMI CHE SMASCHERANO I POLITICI»

Cattivissimi noi è il titolo del libro-intervista curato da Emiliano Errico e pubblicato da Aliberti editore in cui Giuseppe Cruciani e David Parenzo — giornalisti assai diversi per orientamento politico e stile: Cruciani più ruvido e incline alla perfidia, al cinismo puro, Parenzo un liberal sarcastico, dispettoso, cattivo inconsapevole — raccontano non solo come nasce e cosa c’è dietro La Zanzara , trasmissione di gran successo che conducono dal lunedì al venerdì su Radio 24, ma anche spiegano bene il rapporto che li lega, quel miscuglio di intesa chimica e diversità profonda, alchimia misteriosa e necessaria per poi riuscire a incalzare l’ospite politico fino allo stordimento, con giri di parole e interrogativi che, alla fine, inducono la vittima di turno ad ammettere, confessare e vuotare il sacco (il giochino non riuscì con quel magnifico leone di Marco Pannella che, dopo alcuni minuti, s’infuriò e — letteralmente — distrusse lo studio).

Cruciani dice che La Zanzara «ha il format dell’improvvisazione, dello sberleffo. In realtà, quindi, non ha un format». Parenzo lascia invece intendere che un’idea di partenza ci sia: «Noi tentiamo sempre di tirare fuori ai politici ciò che dicono in privato, nei corridoi del Parlamento, ma che poi in pubblico tacciono».

Ci sono state puntate memorabili. Giancarlo Galan ammise di essere andato con una prostituta. Gianfranco Micciché di aver effettivamente fatto uso di droghe pesanti. Massimo Calearo di avere l’automobile con una targa straniera perché «in Slovenia non pago le tasse». Alessandro Cecchi Paone — era giusto un anno fa, Europei di calcio in pieno svolgimento — raccontò che nella nostra nazionale c’erano due omosessuali, un bisessuale e tre metrosexual.

Poi, ecco il capitolo scherzi (il libro ha il pregio di restituire, sia pure nella formula classica del botta e risposta, il gioco a due voci che siamo abituati a sentire alla radio). Parenzo: «Il deus ex machina degli scherzi è Cruciani». Cruciani (anche rispondendo a chi lo accusa che non è serio, per un giornalista, fare scherzi): «Lo scherzo fa parte della tradizione radiofonica. Io sono un giornalista, ma in radio non faccio solo il giornalista ma anche l’intrattenitore».

L’ultimo scherzaccio fece vibrare le porte del Quirinale. Una falsa Margherita Hack, imitata da Andro Merkù, telefonò a Valerio Onida, uno dei saggi nominati dal Presidente Giorgio Napolitano. Onida, in diretta, lasciò intendere che il lavoro dei saggi serviva, sostanzialmente, per prendere tempo (Bersani non era stato capace di comporre un governo). Cruciani: «Gad Lerner ha scritto che facciamo abbrutimento dell’informazione». Parenzo: «Faccio notare a Gad che se l’è presa per lo scherzo a Onida e non per quello a Nicola Cosentino, quando lo chiamai imitando Bossi». Già, perché Parenzo è pure un formidabile imitatore. Con Bossi ci sono cascati a decine. «Non tutti. Una volta provai a chiamare La Padania . E il centralinista: “È quel coglione di Parenzo”».

Curiosità.

Alle ultime elezioni per chi avete votato? Cruciani: «Per Grillo» (ammettendo di aver comunque votato un sacco di volte per Berlusconi). Parenzo: «Ero fuori per lavoro, non sono riuscito a votare. Però avrei votato per il Pd».