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 2013  giugno 29 Sabato calendario

IL RICCHISSIMO VESCOVO DI CIPRO

A Cipro il vero riferimento per tutti i cittadini, a maggior ragione in questo periodo di crisi, rimane l’arcivescovo ortodosso Crisostomo II. Egli è a capo di una chiesa che può vantare 2 mila anni di storia e che è stata il baluardo contro l’invasione ottomana. Il prelato gode di un’influenza politica, culturale ed economica fortissima.
Crisostomo è abituato a parlare con franchezza e a intervenire a gamba tesa nelle vicende nazionali.
Recentemente, in seguito al prelievo forzoso sui depositi bancari imposto da Bruxelles, il vescovo ha preteso la testa del ministro delle finanze e del governatore della banca centrale. Tempo fa aveva auspicato l’uscita dall’euro, accusando la Ue di voler punire Cipro.
La chiesa cipriota suscita vivaci discussioni tra la popolazione: c’è chi la difende e chi, invece, la attacca in quanto piena di soldi. Fatto sta che l’istituzione religiosa si è subito schierata a fianco dei poveri, aprendo mense popolari e distribuendo aiuti agli studenti. La disoccupazione, stando alle cifre ufficiali, dovrebbe arrivare quest’anno al 15%. La situazione sociale è quindi destinata a degradarsi ulteriormente.
Sostegno alla povertà ma anche una gestione efficiente del patrimonio. Senza, peraltro, imbattersi in scandali. Al massimo, i pettegolezzi di chi critica la mentalità imprenditoriale di un uomo di chiesa. Crisostomo ha raccontato al quotidiano francese Le Figaro che sono stati dati in affitto 2 milioni di metri quadrati di terreno per un parco solare al prezzo di 800 mila euro all’anno. L’operazione permette di portare a Cipro un investimento di 100 milioni grazie a capitali locali ed europei. Inoltre sono stati concessi 30 mila metri quadrati per la costruzione di una scuola al canone annuo di 200 mila euro. Altri terreni saranno impiegati per creare lavoro, tra cui 15 milioni di metri destinati all’agricoltura: in cambio, il governo potrà pagare dei bonus ai preti che operano nelle aree rurali.
La chiesa cipriota è attiva anche in ambito industriale e finanziario: è primo azionista del produttore nazionale di birra Keo e azionista di riferimento di Hellenic Bank, terzo istituto bancario del paese. Un osservatore straniero afferma che l’arcivescovo ha una reale capacità di impiegare i fondi. E poi non mancano le influenze politiche, grazie a un canale privilegiato con la Russia.
Crisostomo racconta che, quando il precedente governo chiese nei mesi scorsi a Mosca di rivedere la condizioni del prestito da 2,5 miliardi accordato due anni fa, egli incontrò il patriarca russo, che sollecitò l’intervento del presidente Putin. Gli accordi prevedevano che il presidente cipriota chiamasse subito il suo omologo russo, ma questo avvenne soltanto 13 giorni dopo. Al Cremlino lo vissero come un affronto, anche se l’operazione alla fine andò in porto.
In ogni caso, avverte Andreas Theophanous, docente di economia all’università di Nicosia, non bisogna sforzarsi di comprendere la chiesa cipriota in base alle categorie occidentali. L’isola fu dominata dagli ottomani a partire dal 1571 e i turchi consideravano, di fatto, l’arcivescovo la principale figura politica. La gente donò i propri beni alla chiesa in cambio di protezione, e questo fu all’origine dell’accumulo di ricchezze. Ma, conclude Theophanous, se l’isola è rimasta greca e cristiana, lo si deve unicamente all’istituzione ecclesiastica.