VARIE 29/6/2013, 29 giugno 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LA MORTE DI HACK
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TRIESTE - C’è già chi parla di una stella in più in cielo, chi la immagina intenta a convincere Dio a diventare ateo: stanotte è morta, a Trieste, Margherita Hack. Aveva compiuto da pochi giorni, il 12 giugno, 91 anni.
L’ultima intervista / La passione per la bici
Nata a Firenze, era considerata una delle astrofisiche italiane più importanti e una "madre nobile" della divulgazione scientifica in Italia. La Hack è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e ha dato un forte contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Hack era membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society.
È morta la notte scorsa a Trieste all’ospedale di Cattinara l’astrofisica Margherita Hack. Aveva compiuto 91 anni da poco, da una settimana era ricoverata nella struttura triestina per problemi cardiaci di cui soffriva da tempo. Accanto a lei il marito Aldo, con il quale era sposata da 70 anni. E Tatiana, la persona che l’assisteva da tempo. La giornalista Marinella Quirico, amica personale, con lei fino all’ultimo, ricorda così gli ultimi giorni: «Sono stati sereni, i problemi di salute che aveva erano pesanti ma li viveva con leggerezza assoluta».
È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle È morta Margherita Hack, addio alla signora delle stelle
FRA SCIENZA E POLITICA- Margherita Hack era nata a Firenze nel 1922. La laurea in fisica ottenuta nel 1945. Fino al 1992 ha insegnato astronomia all’Università di Trieste come ordinaria. Convinta atea - pare che la prima e ultima volta che entrò in chiesa fu nel giorno del matrimonio con Aldo che aveva conosciuto ai giardini quando era una bambina- diceva di preferire il protone al paradiso. Per più di vent’anni ha diretto l’osservatorio astronomico di Trieste, contribuendone al rilancio internazionale dell’istituto. Da sempre in prima linea nella divulgazione scientifica, vince il Premio Linceo dell’Accademia dei Lincei nel 1980. Vegetariana, animalista, appassionata di bicicletta, due anni fa pubblicò: «I miei primi novant’anni laici e ribelli». Ha collaborato con la Nasa e con l’Agenzia Spaziale Europea. Per i 91 anni aveva ricevuto una torta al cioccolato a sorpresa, il suo dolce preferito. A volte spigolosa, la Hack non ha mai nascosto la sua grande passione per la politica: più volte candidata, nel 2006 venne eletta alla Camera con il Partito dei Comunisti Italia, ma lasciò il seggio per tornare a occuparsi di astronomia.
«Dio è solo nella nostra testa»
IL RICORDO DELLE ISTITUZIONI- «Ha servito e onorato l’Italia anche in campo internazionale. Ha rappresentato nello stesso tempo un forte esempio di passione civile, lasciando una nobile impronta nel dibattito pubblico e nel dialogo con i cittadini» Queste le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, commosso dalla scomparsa dell’astrofisica. Per il presidente del consiglio Enrico Letta «l’Italia e la comunità internazionale perdono una protagonista assoluta della ricerca scientifica. Una donna che è stata, inoltre, capace di affiancare con passione l’impegno professionale a quello sociale e politico. Una testimonianza che resterà preziosa».
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È difficile immaginare di non sentire più la sua voce. “Marga”, chiamava il marito Aldo, e lei arrivava al telefono pronta a commentare la notizia astronomica dell’ultimo momento. Precisa, approfondita, amava spiegare gli enigmi degli astri con pazienza.
GLI ENIGMI DEL COSMO-E così diventò per tutti «l’amica delle stelle», sempre disponibile, perché raccontare le storie del cielo era per lei una passione, prima che una professione. Nelle sue parole gli enigmi del cosmo prendevano forma, il buio siderale si popolava di corpi che si offrivano all’indagine dello scienziato pur sfuggendo tra mille domande. Ma lei cercava sempre una risposta accettabile, rifiutando i voli pindarici dei teorici capaci di ipotizzare universi lontani dalla realtà. «È metafisica», liquidandoli sbrigativamente con un sorriso. Non occorreva volare con la mente, c’era già un fascino straordinario nella realtà consentita dalla scienza verificabile, misurabile. Non occorreva abbandonarsi alla fantasia. Per lei il cosmo era la sua fede, la sua dimensione di vita, ma anche la cornice dei limiti umani.«Il mio infinito lo trovo nella conoscenza più che nello spazio profondo».
GLI STUDI IN AMERICA E IN FRANCIA-E lo si poteva percepire varcando la soglia della sua casa “scavata” tra i libri. Scaffali ricolmi persino in cucina e i titoli andavano ben oltre le stelle, soprattutto nella storia delle religioni. Il suo ateismo era razionale, una spiegazione scientifica, semplice e ineluttabile. E così i colloqui erano dei viaggi tra idee consolidate nel tempo ma portate sempre nella semplicità della vita quotidiana; una semplicità talvolta disarmante, quasi incredibile, generata dal desiderio di rendere comprensibile i suoi pensieri e la sua conoscenza. Aveva studiato in luoghi celebri, dall’Istituto di astrofisica di Parigi all’università americana di Princeton, incontrando personaggi della storia della fisica come Julius Oppenheimer il padre della bomba atomica americana. E raccontava togliendo l’alone del mito che spesso li accompagnava. Amava la semplicità nella scienza come nella vita. Condivideva il sogno dell’uomo proiettato nello spazio protagonista di un mondo senza limiti nella scoperta. Soprattutto difendeva sempre la sua indipendenza sin dai primi anni della ricerca: «perché desideravo svincolarmi da eventuali ‘genitori’ scientifici», ricordava. Solo un legame ha accettato con gioia, quello con Aldo, il suo compagno della vita a cui guardava sempre con occhi amorevoli. Ora continuerà dal cielo che era la sua casa anche sulla Terra.
Giovanni Caprara
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Nata a Firenze il 12 giugno 1922, Margherita Hack per 28 anni (1964-1992) è stata titolare della cattedra di astronomia all’Università di Trieste. È stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico, quello della città giuliana, che proprio grazie alla sua opera riuscì a ottenere fama internazionale. Membro dell’Accademia nazionale dei Lincei, ha fatto parte dei gruppi di lavoro dell’Ente spaziale europeo (Esa) e della Nasa. Nel dicembre 2012 rinunciò a un’operazione a rischio al cuore anche per far risparmiare lo Stato sull spese sanitarie.
VITA E STUDI – Le sue posizioni su etica, politica e religione sono state molto influenzate dai genitori: il padre Aldo, di religione protestante e di professione contabile, e la madre, cattolica e miniaturista presso la Galleria degli Uffizi, entrambi antifascisti, vegetariani e critici con le rispettive religioni, tanto da abbracciare le dottrine teosofiche. Margherita Hack è stata da sempre vegetariana («Non ho alcun merito a essere vegetariana», ammise, «lo sono dalla nascita»), animalista convinta, atea e di sinistra. Brava in atletica leggera: giurò fedeltà al regime fascista solo per partecipare e vincere una medaglia ai Littoriali del 1941 («Fu un atto di viltà, ma prevalsero la festa e l’orgoglio»). Riuscì a laurearsi in astronomia a Firenze soltanto a guerra finita nel 1945. Conobbe il futuro marito, Aldo, a 11 anni e si ritrovarono all’università in facoltà diverse. Si sposarono nel 1944 e da allora rimasero sempre insieme. Ottenne il primo lavoro a Milano nel 1947 presso un’industria ottica, ma l’anno dopo ritornò a Firenze ed entrò in ambito universitario. Nel 1950 passò in ruolo e nel 1954 ottenne la libera docenza. Si trasferì in Lombardia all’Osservatorio di Merate e iniziò la collaborazione con gli istituti di ricerca in astrofisica di importanti università come Princeton, Parigi, Utrecht. Nel 1964 ottenne la cattedra di astronomia a Trieste. Nel corso delle sue ricerche si è occupata di atmosfera, evoluzione e classificazione spettrale delle stelle.
DIVULGAZIONE E POLITICA – Margherita Hack, però, al di fuori dall’ambito scientifico, è divenuta nota al grande pubblico per le sue capacità divulgative in una materia difficile come l’astrofisica e per il suo impegno politico e sociale, che non è mai venuto meno fino all’ultimo con il suo forte accento fiorentino. Già negli anni Cinquanta iniziò a collaborare in ambito scientifico con alcuni quotidiani, numerosi i suoi libri di divulgazione astronomica negli anni Sessanta, poi ripresi negli anni Ottanta fino alle sue opere più note: Una vita tra le stelle (1995) e L’amica delle stelle (1995) che sono anche la sua autobiografia, e il pamphlet Libera scienza in libero Stato. Nel 1978 fondò il mensile L’Astronomia, la principale rivista del settore in Italia, poi ha diretto la rivista Le Stelle. Candidata ed eletta più volte (comunali Trieste 1993, regionali Lombardia 2005, politiche 2006 alla Camera, regionali Lazio 2010) in varie liste di sinistra radicale, ha sempre rinunciato al seggio dopo l’elezione; candidata anche alle Europee 2009 non venne eletta perché la lista non superò la soglia di sbarramento.
IMPEGNO SOCIALE - Ha preso posizioni contro le centrali nucleari (ma a favore della ricerca sul nucleare), a favore dei diritti civili degli omosessuali, del diritto all’aborto, all’eutanasia (caso Englaro), per la ricerca sulle staminali embrionali appoggiando l’associazione Luca Coscioni, e per il testamento biologico. È stata presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti e garante scientifico del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Nel 2009 scrisse una lettera aperta su Micromega invitando l’allora premier Silvio Berlusconi a farsi processare e non impiegare il Parlamento allo scopo di evitare i giudici.