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 2013  giugno 22 Sabato calendario

“SE TOCCHI IL FONDO NON ANNEGHI. ANZI”

[Intervista a Morgan] –
In ordine di apparizione: Fernando Pessoa, Carlo Michelstaedter, Hanif Kureishi, Franco Battiato, Thomas Stearns Eliot, Walt Whitman, Epicuro, Umberto Saba. E non è finita. Citazioni a pioggia in un’ora e mezzo di chiacchierata. Ah, che tentazione batterlo sul suo terreno con una frase di Oscar Wilde («Mi piace sentirmi parlare, sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico»). Ma proprio non si può: Marco Castoldi, in arte Morgan, sa perfettamente quel che dice. Nel suo nuovo studio a Monza, l’unica cosa che al momento lo infastidisce è una zan- zara («Ho timore degli insetti, esseri piccolini e cattivi»). In questo rifugio lungo il Lambro, lontano dall’invadenza di Twitter (Selvaggia Lucarelli due mesi fa “cinguettò” che era stato ricoverato per mix di farmaci) e di Facebook (l’ex compagna Jessica Mazzoli ha annunciato lì la separazione), è tutto concentrato sul lavoro. I concerti estivi, il prossimo disco, un nuovo libro, la partecipazione alla Milanesiana.
«Ho già deciso il programma della serata: registrerò il discorso di Nicholson Baker, lo scrittore che mi precederà sul palco, per poi musicarlo in tempo reale. Da un po’ faccio ricerca sulla voce sintetica, campionata. Ho lavorato su Carmelo Bene, Buzzati, Moravia, Calvino, Ungaretti, Pasolini e altri, tutti scelti per il carisma: ho una banca dati con i loro fonemi. Posso assemblarli per costruire discorsi, farli cantare... Creo dei Frankenstein».
Ci ha preso gusto a “creare”, dopo i talenti forgiati a X Factor.
Nella prossima edizione (partirà su Sky in autunno, ndr) mi dedicherò a esperimenti sullo psicodramma: le canzoni come fossero pezzi teatrali. Nel pop non si è mai pensato al metodo Stanislavskij, l’uso di tecniche psicoanalitiche nella recitazione.
Poveri ragazzi.
Macché poveri ragazzi, sarà come se andassero in terapia. Scioglieranno quei nodi rimossi che hanno provocato in loro blocchi, dolori, angosce... Ha presente Festen? Ecco, qualcosa di simile.
Mamma mia: il film dove un ragazzo, al compleanno del padre, lo accusa di aver abusato di lui e della sorella, morta suicida?
Esatto! Lo spettatore partecipa ed è contento dello smascheramento del cattivo. Il dolore c’era, perché tenerlo coperto? Per continuare a vivere nell’inconsapevolezza? Se ci risveglia- mo soffriamo, ma tanto stavamo soffrendo lo stesso. La sofferenza è un passaggio fondamentale per arrivare alla felicità. io stesso molte volte - di fronte alla mia verità - fatico a sopportarla: pago il prezzo, però l’ho messo in conto.
Se l’ha messo in conto, significa che - potendo tornare indietro - si comporterebbe in maniera identica.
Eh, Nietszsche insegna che il superuomo rivivrebbe tutto, io - sinceramente - modificherei i miei molti sbagli. Ergo: non sono un superuomo.
Il tema della Milanesiana, quest’anno, è il segreto.
Ha visto Hugo Cabret? C’è una bellissima metafora: la chiave del segreto, del mistero, è a forma di cuore. Perché la chiave di tutto è nel cuore.
Parliamo del futuro.
Citerò Cioran: è più interessante l’infinità del passato che quella del futuro.
Non so se l’ho capita.
Il futuro non c’è: guardare avanti è guardare nel nulla. E il presente esiste solo perché c’è stato il passato: se quello che c’è dietro è buono, allora quel che verrà sarà buono. La vita edifica palazzi, chiese con guglie meravigliose: non sono scorie quel che ti lasci alle spalle.
I suoi “edifici” più importanti?
In campo artistico quel che ho realizzato mi piace molto, in campo umano... Non credo di essere un modello di vita, però ho costruito due esseri fantastici (Anna Lou, 12 anni, avuta da Asia Argento, e Lara, 6 mesi, dalla Mazzoli, ndr): sono contento di queste due bambine, particolarmente belle. ho appena assistito al saggio di fine anno di Anna Lou, Alice nel paese delle meraviglie. È già la seconda volta che si guadagna - con un provino, sia chiaro - la parte di protagonista. Bravissima: sa a memoria tutto il testo - in inglese - di Lewis Carroll. io invece sto imparando la Divina Commedia, sono arrivato a due canti... Come sosteneva Jannacci: la memoria ha risvolti curiosi, più dentro ci vai, più niente viene fuori.
A proposito: al funerale di Jannacci ha fatto la comunione...
...due volte.
Due? E perché?
Per farla stereo (ride). Diciamo che ho sentito particolarmente la cosa... Ero affezionato a Enzo, è una perdita dolorosa. Due è il minimo: avrei dovuto farla cento volte!
Questo è un anno difficile, se ne sono andati tanti grandi.
Anno strano, ma ci saranno cose belle.
E se raggiunto il fondo si dovesse scavare, tanto per citare Freak Antoni?
Se tocchi il fondo è meglio, vedi che non sei annegato. Anzi: sai misurare quanto è alta l’acqua e scopri - senza ansie - che sai respirare.
E questa chi l’ha detta?
Io. Sono ottimista, sì. Sorpresa?