Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 28 Venerdì calendario

DOPO I RINVII, PER IL FISCO UNA FINE ANNO DI «PASSIONE»

MILANO
Rinvia questo e proroga quello, i conti con il Fisco si addensano sempre di più sul tratto finale dell’anno: anche perché il 31 dicembre è un limite invalicabile, che la tecnica dilatoria non può superare senza trovare nuove coperture, la cui assenza è la causa dei rinvii.
Con il decreto approvato mercoledì in consiglio dei ministri il 1° ottobre è la nuova data chiave per l’Iva, destinata ad aumentare dal 21 al 22% se non si troveranno puntelli alternativi per i conti pubblici. Il nuovo aumento, così collocato, sarà però solo il segnale di avvio della corsa fiscale di fine anno, con un trimestre ottobre-dicembre puntellato di scadenze e di conti gonfiati proprio dai rinvii di questi mesi.
Ottobre, infatti, sarà anche il mese del primo dei super-acconti appena decisi dal Governo proprio per coprire lo slittamento Iva. Si tratta dell’"anticipo" (si fa per dire) delle ritenute sugli interessi di conti e depositi, che viene pagato il giorno 16 e che per quest’anno volerà al 110%: il 16 ottobre debutterà alla cassa anche la Tobin Tax, appena spostata in avanti di tre mesi. A dicembre (entro il 2, perché il 30 novembre cade di sabato) sarà invece la volta degli altri super-acconti, al 100% per l’Irpef e al 101% per l’Ires: val la pena di notare che questa rata, a differenza di quella di giugno, non si può rateizzare, per cui colpisce in soluzione unica. Anche l’acconto Irap dovrebbe essere della partita (ma a oltre 36 ore dalla fine del consiglio dei ministri manca un testo definitivo) e salirà di un punto rispetto alle regole attuali arrivando quindi al 100% per persone fisiche e società di persone, e al 101% per le società di capitali. A chiudere le danze sarà, il 27 dicembre, l’acconto Iva 2013, che sconterà una quota degli aumenti da ottobre se non saranno evitati in extremis.
Sulle stesse settimane insisterà parecchio anche il Fisco locale, pure lui interessato in questi mesi da una bella dose di proroghe. A ottobre arriverà il conguaglio Tares, a meno che il Comune abbia fatto slittare anche questo appuntamento a novembre o dicembre. Con le regole attuali, rispetto al 2012 l’ultima rata Tares promette a tutti una botta aggiuntiva, che rischia di trasformarsi in un salasso soprattutto per commercianti e piccole imprese nei 6mila Comuni fino a ieri a Tarsu. L’aumento universale è prodotto dalla maggiorazione fissa (30 centesimi al metro quadrato) che è nata per finanziare i «servizi indivisibili» (strade, verde pubblico, illuminazione eccetera) dei Comuni e si è poi trasformata in un obolo statale: ma gli incrementi maggiori dipendono dall’estensione a tutti i Comuni del «metodo normalizzato» per la commisurazione del tributo alla quantità di rifiuti prodotti e dell’obbligo di coprire integralmente i costi del servizio. La Tares, secondo il decreto «blocca-Imu» approvato il mese scorso, dovrà entrare nella «riforma complessiva» del Fisco immobiliare che il Governo vuole definire entro agosto, ma che essendo a costo zero (coperture aggiuntive al momento latitano) appare destinata a redistribuire un carico fiscale comunque maggiore rispetto al 2012.
Prospettive analoghe attendono l’Imu, altra protagonista della giostra fiscale di fine anno. Al momento la prima rata per l’abitazione principale è in calendario per il 16 settembre, ma è improbabile che possa scattare davvero (com’è previsto in caso di fallimento della «riforma complessiva») senza far rischiare la vita al Governo. Il conguaglio di fine anno, in calendario per il 16 dicembre, preoccupa però di più i proprietari di tutte le altre categorie di immobili, che dovranno pagare in quella sede gli ulteriori aumenti decisi dai Comuni (i sindaci hanno tempo fino al 30 settembre, e attendono ancora la distribuzione dei tagli da 2,25 miliardi decisi dal decreto sulla revisione di spesa dell’anno scorso). Per le imprese, anche il saldo sconterà l’aumento di base imponibile dell’8,33% che già ha appesantito il calcolo dell’acconto di giugno, mentre la deducibilità dell’Imu dal reddito, al momento solo promessa e ancora da costruire, in ogni caso offrirà qualche alleggerimento solo dal 2014. Quando però rischia di aumentare fino al 2,33% (2,63% nelle Regioni in extradeficit, e 3,33% in quelle autonome) l’addizionale regionale Irpef.