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 2013  giugno 28 Venerdì calendario

Senza stare a scomodare Caino e Abele (anche perché lì non è finita benissimo), è dall’alba dei tempi che fratelli fa anche rima con coltelli

Senza stare a scomodare Caino e Abele (anche perché lì non è finita benissimo), è dall’alba dei tempi che fratelli fa anche rima con coltelli. Fratelli pubblici, ramo cinema, di successo, i Muccino Brothers. Che il rapporto si fosse rotto, loro che avevano pure lavorato insieme, è noto. L’esordio di Silvio come attore diretto dal fratello Gabriele (Come te nessuno mai ), altri due film, poi la fratellanza che si fa a brandelli. Il silenzio che dura da otto anni. Fatti privati che diventano pubblici se Gabriele Muccino (46 anni), via social network, racconta il suo angolo di verità e trova in una donna la colpevole di questa rottura. Accusa pesante: quella di plagio. Prima via Twitter, ma poi cancella tutto («Non so dove abita, né la sua mail, né il suo cell. Avevo un fratello, ce l’avrò sempre»). Quindi nella pagina personale di Facebook, non accessibile a tutti ma tanto da divenire di tutti a mezzo Stampa (con la «S» maiuscola, il quotidiano s’intende). La donna è Carla Vangelista (59 anni), con cui Silvio Muccino (31) ha scritto, a quattro mai, nel 2006 il suo primo romanzo Parlami d’amore . Ecco la versione di G.: «Si tratta di una ex adattatrice dialoghi, improvvisata scrittrice di discutibile talento che ha sequestrato e rovinato il talento e (opinione personale) la vita di un promettentissimo ragazzo e attore dall’altrettanto promettente futuro a cui ero (sono ancora) profondamente legato». Svela ancora: «La signora in questione mi ha querelato per averla definita scrittrice senza talento. Se fosse una vera artista saprebbe che questa è la vita degli artisti: venir criticati. Una querela penale per motivi così ridicoli fa male solo a chi la conduce, a chi la escogita senza alcun senso del limite, per vendicarsi di quell’arte che evidentemente proprio così dimostra di non avere». La risposta di Silvio è meditata, arriva dopo cinque giorni di riflessioni, in una lettera a mezzo stampa (con la minuscola, agenzia di stampa, intesa come Adnkronos), «per mettere fine al delirante soliloquio che da anni intasa siti internet e giornali»: «Dopo 5 anni di assoluto silenzio sono costretto a parlare del mio privato. A spingermi sono le parole, basse e infamanti, secondo le quali sarei stato “plagiato” e “sequestrato”: io, un uomo di 31 anni, e da chi? Da Carla Vangelista, un’amica, una scrittrice più che stimata». I panni sporchi si lavano in pubblico (ma solo a metà). Allude: «Gabriele conosce benissimo i motivi del mio allontanamento, e sa che riguardano gravi episodi vissuti nella mia infanzia all’interno del nucleo familiare. Episodi di cui non parlo per decoro e per non nuocere alla mia famiglia. Pochi anni fu proprio lui a tagliare i ponti con la mia famiglia, per costruirsi una vita serena con la moglie di allora. Fu proprio lui a dirmi che sarei dovuto “scappare da quella famiglia”. Ora sembra aver dimenticato. O forse preferisce non ricordare, perché quando il suo matrimonio naufragò, rinnegò tutto e mi comunicò che era stato “plagiato” dalla ex moglie». Il fratello piccolo bolla quello del grande come «il tumulto di un uomo insensato e rabbioso». Aggiunge: «Questa del plagio è una vecchia storia a casa Muccino, e ora si sta ripetendo. Per il semplice motivo che è il modo più facile e veloce di spazzare sotto il tappeto le vere cause di scelte tanto radicali e dolorose come quelle che portano un figlio ad allontanarsi». Per la cronaca (pubblica) c’è chi ha parlato anche di una relazione tra baby Muccino e Carla Vangelista, che però risulta avere un compagno da tempo. Il buco della serratura per ora si chiude. Renato Franco LA STAMPA FULVIA CAPRARA L’ ultimo atto della guerra tra i fratelli Muccino vede scendere in campo il più giovane, Silvio, che, secondo le dichiarazioni diffuse da Gabriele anche attraverso Facebook, sarebbe stato «plagiato» dalla scrittrice Carla Vangelista. L’altro giorno lo sfogo accorato dell’autore di Baciami ancora , oggi la replica battagliera del fratello minore. Un fuoco di fila che squarcia il velo sul capitolo, finora inedito, dei rapporti familiari, alludendo a traumi subiti che avrebbero provocato reazioni a catena. Perfino nel mondo del cinema romano, tradizionalmente vaccinato contro scandali e polemiche fiammeggianti, la vicenda, di cui tutti parlano, provoca ormai solo un profondo senso di tristezza. La replica dopo «5 anni di assoluto silenzio», è motivata, fa sapere Silvio, dalle «parole basse e infamanti secondo cui io sarei stato “plagiato” e “sequestrato”: io, un uomo di 31 anni. E da chi? Da Carla. Un’amica, una scrittrice più che stimata, che collabora con me da anni, ingiustamente offesa dalle deliranti accuse di Gabriele». Dichiarazioni in cui Silvio dice di non aver intravisto neanche l’ombra di un affetto fraterno e questo perchè «Gabriele conosce benissimo i motivi del mio allontanamento e sa che riguardano gravi episodi vissuti nella mia infanzia all’interno del nucleo familiare. Episodi di cui non parlo per decoro e per non nuocere alla mia famiglia. Gabriele sa. E se le memoria lo tradisce può sempre rileggere tutte le mail che gli ho inviato». La ferita, continua Silvio, risalirebbe a molto tempo fa, prima del sodalizio con Vangelista, e ad infliggerla sarebbe stato un clima familiare insopportabile a cui pure Gabriele, in passato, avrebbe fatto di tutto per sottrarsi: «Fu proprio lui a tagliare i ponti con la famiglia, per costruirsi una vita serena con la moglie di allora. Fu proprio lui a dirmi che sarei dovuto “scappare da quella famiglia” ». Poi la prospettiva si sarebbe rovesciata e, nel chiudere il legame con la prima moglie, Gabriele avrebbe «rinnegato quello che aveva detto a me e ai miei genitori, comunicandomi che era stato “plagiato” dalla ex». Come in uno specchio i due fratelli si accusano della stessa cosa, il più grande sarebbe stato vittima della prima moglie, il più piccolo della sceneggiatrice dei suoi ultimi lavori cinematografici: «Quella del plagio - prosegue Silvio - è una vecchia storia a casa Muccino e ora si sta ripetendo. Per il semplice motivo che è il modo più facile e veloce di spazzare sotto il tappeto le vere cause di scelte tanto radicali e dolorose come quelle che portano un figlio ad allontanarsi». Lo scambio di prospettive non lascia intravedere spazi per un futuro dialogo. A tutto si aggiunge il carico delle carte bollate, visto che Vangelista ha querelato Gabriele per averla definita «scrittrice senza talento»: «Se fosse una vera scrittrice saprebbe che questa è la vita degli artisti: venir criticati», ha osservato l’autore elencando esempi celebri a sostegno della sua tesi. Ma ormai è tardi, alla sofferenza per il legame di sangue spezzato si aggiungerà quella dovuta alla squallida trafila di avvocati e tribunali: «Lo dico per te, Signora Carla. La mia opinione resterà la stessa nei tuoi confronti, ma scomodare un Pm per il tuo ego ferito è cosa meschina e rideranno di te... La giustizia in Italia ha ben altro di cui occuparsi». A difenderla, in ogni caso, a costo di andare contro tutto e tutti, ci sarà Silvio: «Non sono più disposto a sopportare questo ridicolo teatrino di sentimenti esibiti e di uno sbandierato amore fraterno in cui non scorgo alcuna traccia di rispetto per me e le mie scelte... Sarò pronto a ostacolare ogni iniziativa di Gabriele che possa nuocere a me e alle persone che mi sono vicine e forse, così facendo, lo aiuterò anche a salvarsi dallo spirito autodistruttivo che sembra ormai possederlo». Darsi la mano sarà impossibile, ma, nonostante tutto, dietro gli schiaffi e i colpi bassi, si avverte il senso profondo di un vuoto. A Gabriele manca Silvio. E viceversa, anche se non sembra.