Sara Bennewitz, la Repubblica 28/6/2013, 28 giugno 2013
MILANO
— Pietro Salini presenta al mercato il gruppo nato dalla fusione tra Salini e Impregilo, illustra la sua strategia per vincere contratti in tutto il mondo, il nuovo marchio che include un globo stilizzato, i progetti di crescita per linee interne e già pianifica nuove acquisizioni all’estero. Un campione nazionale finito nel pieno delle contraddizione italiche: «Pompei sta crollando, voglio donare 20 milioni in un progetto di rilancio, ma non riesco a darli».
Così l’ad si concentra sulle prospettive del nuovo gruppo:«Sono rimasto sorpreso dalla qualità degli uomini che ho trovato in Impregilo - ammette Pietro Salini - e ora che abbiamo un gruppo di 32mila persone contiamo di fare
20mila assunzioni in quattro anni per supportare la crescita futura». Dalla fusione si realizzeranno 100 milioni di sinergie tagliando i costi centrali ma non quelli del personale, che sono destinati ad aumentare per vincere le gare in giro per il mondo (stimate in 7,5 miliardi di lavori all’anno) e arrivare al 2016 con ricavi pari a 7,4 miliardi (+16% all’anno), un margine lordo di un miliardo (+39% annuo) e un utile operativo di 670 milioni pari al 9% dei ricavi. Gli investimenti
saranno affiancati ai dividendi, e così i soci potranno beneficiare della crescita del gruppo ma anche di una cedola pari al 40% dei profitti generati ogni anno. Oltre a un piano di crescita per linee interne che Pietro Salini definisce «realistico», il gruppo conta di portare avanti anche un piano di acquisti ambizioso come quello che in 20 mesi ha permesso al gruppo romano di scalare l’Impregilo, prendere il controllo del cda, lanciare l’Opa e
fonderla con la società romana. «Di fronte a un progetto di crescita la nostra famiglia è pronta a scendere sotto la maggioranza spiega Salini, che insieme ai cugini presenti nella Salini Costruttori detiene l’89,9% del nuovo gruppo -. Siamo pronti a rilevare nuove aziende in Europa sia per cassa che con azioni Salini-Impregilo». Dopo le assemblee per la fusione in agenda per settembre, Salini conta di ripristinare il flottante al 25%, collocando sul mercato circa
il 15% delle azioni del nuovo gruppo. Un’operazione che potrebbe essere fatta sia tramite un aumento di capitale riservato all’ingresso di nuovi soci, sia attraverso la vendita di azioni da parte della famiglia. E per allora il gruppo Salini-Impregilo dovrebbe avere anche ricevuto un merito di credito da parte delle agenzie, e con il rating gli sarà più facile collocare sul mercato un’emissione da circa mezzo miliardo, con cui rimborsare le banche creditrici e diversificare le fonti di finanziamento. Intanto dagli impianti Cdr Campania, dalla cessione di Fisia che è in fase avanzata e dalla vendita delle concessioni come quella della Tangenziale esterna di Milano, il gruppo conta di ricavare 700 milioni. E un decimo di quanto il gruppo incasserà dai Cdr verrà
reinvestito sul territorio. «Vogliamo donare 20 milioni per il restauro di Pompei - ha detto Pietro Salini rispondendo così all’appello di Diego Della Valle che attraverso Tod’s ha messo a disposizione 20 milioni per il Colosseo sperando che il nostro impegno non incontri ostacoli come sta accadendo a Roma: ci sembrava giusto che parte di quei soldi che vengano dalla Campania restassero a beneficio della Regione».