Sara Bennewitz, la Repubblica 28/6/2013, 28 giugno 2013
SARA BENNEWITZ
MILANO
— Un altro pezzo della tradizione e del gusto italiano passa sotto il controllo dello straniero. Il colosso del lusso francese Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh) ha rilevato dalla famiglia Faccioli la maggioranza di Cova storico bar milanese di via Montenapoleone, citato da Ernest Hemingway in “Addio alle armi” e fondato da un ex soldato napoleonico, Antonio Cova, nel 1817. «Noi italiani dobbiamo aprirci al mondo — dice Paola Faccioli — e Lvmh è un gruppo serio e tra i tanti che in questi mesi si sono interessati all’operazione, c’è piaciuto perché è quello che ha fornito le maggiori garanzie per mantenere la tradizione del bar, senza avere la pretesa di voler spostare nemmeno un mobile». E sì perché alle porte e alle vetrine all’angolo tra via Montenapoleone e via Sant’Andrea si erano affacciati in tanti, tra cui anche Prada il cui negozio confina con il bar. «Un interesse di Prada
c’è stato — conferma Paola Faccioli — ma ci sono state anche tante dicerie non vere, che non voglio commentare». Pare infatti che l’accordo per rilevare il bar che è di cent’anni più antico del marchio di pelletteria, sia saltato per una vetrina. Prada avrebbe voluto allargarsi su Montenapoleone,
mentre la famiglia Faccioli che cercava un socio per espandersi all’estero non era pronta a cambiare niente della sede storica. «Lvmh ha già dimostrato — incalza la Faccioli — con l’acquisizione della maggioranza di altri marchi come Pucci, Fendi e Bulgari di avere un
grande rispetto per la tradizione e la cultura delle aziende che ha rilevato». Del resto è difficile trovare un compratore per la maggioranza, che lascia al venditore carta bianca sulla gestione. Anche perché pure per Cova, pasticceria di lusso e ritrovo di banchieri, imprenditori, signore della moda e turisti di lusso pronti a fare shopping nella strada più esclusiva di Milano, si inizia a sentire un po’ di crisi. «È un periodo tranquillo — ammette la ristoratrice — ci sono stati tempi migliori e del resto se l’Italia si ferma non ci si può aspettare altro. Anche per questo motivo abbiamo scelto un socio che ci aiutasse a crescere a livello internazionale in modo organizzato e serio». E Cova che è già presente a Hong Kong e a Shanghai ora vuole inaugurare qualche bar nelle nuove capitali del lusso. «Il mondo è grande — dice Paola Faccioli — abbiamo tanti progetti, ma non c’è fretta di realizzarli