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 2013  giugno 28 Venerdì calendario

IL DEFICIT? L’ABBIAMO GIA’ SFORATO

Converrebbe dire chia­ro e tondo che nel 2013 l’Italia ha già sfondato la soglia le­gale e psicologica del deficit al 3 per cento. Non raccontiamoci frottole. Il deficit è infatti sem­pre considerato in rapporto al Pil, cioè alla ricchezza prodot­ta. Più è cicciotta la ricchezza di un Paese e più il rapporto (a pa­rità di spesa pubblica) defi­cit- Pil, migliora. Il pro­blema è che i docu­menti di finanza pubblica (il Def in particolare) sovra­stimano la ricchez­za che saremo in gra­do di produrre que­st’anno e dunque sotto­stimano il fabbisogno che registreremo a consuntivo. Ab­biate pazienza e cerchiamo di essere più chiari.Secondo l’uffi­cialità il Pil italiano quest’anno dovrebbe decrescere dell’1,3 per cento. Palle. Le cose vanno molto peggio, purtroppo. E la discesa sarà quasi doppia. Al­meno a vedere il primo seme­stre.
Seconda questione. I nostri ragionieri sono convinti che aumentando le ali­quote porteranno a casa più ricavi per loro, cioè più tasse per noi. Falso. Come dimostrano benzina e im­poste dirette (cioè quelle sui redditi), all’aumentare delle aliquote nominali scende il gettito dello Sta­to.
Per farla breve, la ric­chezza cresce meno del previsto e dunque peggio­ra il rapporto deficit-Pil. Ma allo stesso tempo peg­giorano gli incassi per lo Stato, nonostante gli ina­sprimenti fiscali: raddop­piando l’effetto negativo sul deficit.
Uno dei buoni motivi che il governo ha nel non chiedere all’Europa una deroga della regoletta del tre per cento è che, di fatto, l’ha superata. Il meccani­smo è sempre il solito. Alla fine del 2013, o meglio ad inizio 2014, confesseremo quello che oggi è già chiaro e cioè che non ce l’abbia­mo fatta. E la scusa sarà la solita, la crisi è stata peg­giore del previsto. Anche se già oggi sappiamo il de­stino che ci attende.
Per questo motivo l’at­teggiamento del governo in tutte le sue componenti ha un sapore ipocrita. Ec­co perché dire (da parte del centrodestra) di essere riusciti ad evitare Imu e Iva è assurdo. Fino ad oggi ab­biamo solo comprato tem­po. E per di più, come nel caso dell’Iva, obbligando le imprese a pagare in anti­cipo ciò che sarà dovuto domani, creando un pro­blema di liquidità in perio­do di credit crunch non in­differente. Da una parte lo Stato continua a non paga­re i suoi debiti, dall’altra pretende gli incassi fiscali in anticipo. Una cosa da pazzi.
Non è facile governare. Soprattutto in un periodo di crisi come questo. Sareb­be però necessario fare una grande operazione ve­rità. Raccontando ciò che solo tra poco sarà ufficiale, ma che già ora è chiaro.
1) Il deficit al tre per cen­to è un sogno.
2) Non ci possiamo più permettere questo welfare e dobbiamo drasticamen­te ridurre la spesa pubbli­ca. Altro che spending re­view, dobbiamo cambiare il paradigma del nostro Sta­to sociale. Non ce lo possia­mo più permettere.