Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 28 Venerdì calendario

COSI’ L’INDUSTRIA MILITARE HA MIGLIORATO LA NOSTRA VITA

In Parlamento si discute del­la necessità di acquistare i 90 caccia F35 per la Difesa, ma spesso ci si dimentica come la ricerca militare e i processi del­la tecnologia siano intrecciati. Non c’è stato solo Internet,figlio di Arpanet, il progetto militare statunitense di fine anni ’60 che voleva mettere in rete i sistemi in­formatici americani e renderli in grado di interoperare anche nel caso in cui un attacco nucleare sovietico avesse spazzato via Washington dalle carte geografi­che. Senza il continuo e costante impulso alla ricerca scientifica e tecnologica apportato dall’indu­stria militare, la nostra vita sareb­be più difficile, scomoda, anche pericolosa. E piccole e grandi in­venzioni divenute oggi di uso quotidiano non avrebbero mai visto la luce. Una tra tutte, la carne in scato­la. Il primo a trovarsi con la neces­sità di garantire per lunghi perio­di i vettovagliamenti a intere ar­mate dispiegate a migliaia di chi­lometri da casa, e senza possibili­tà di sufficienti approvvigiona­menti sul posto, fu Napoleone. All’epoca delle sue campagne ri­salgono i primi passi in questo senso: come l’invenzione del metodo di conservazione erme­tica dei cibi ad opera del france­se Nicolas Appert. Negli anni ’50 dell’800 l’esercito piemontese sperimenta l’utilizzo del «lesso in scatola» con il corpo di spedi­zione in Crimea. E a portare defi­nitivamente la carne in scatola in Italia è un altro militare: il co­lonnello Ettore Chiarizia, nel 1929.
Cosa c’entrano Hiroshima e Nagasaki con le pentole antiade­renti? Se le forze armate statuni­tensi non avessero chiesto al­l’azienda chimica DuPont di co­minciare a produrre grandi quantità di politetrafluoroetile­ne (il Teflon), necessario a co­struire la prima bomba atomica della storia, oggi cucinare un’omelette sarebbe un’impre­sa più complicata. E per restare in tema di materiali di uso comu­ne, c’è il nylon. Leggenda vuole che sia stato inventato per soppe­rire all’embargo imposto dal Giappone sulla seta cinese (con la quale,tra l’altro,si fabbricava­no i paracadute) durante la II Guerra Mondiale. Il brevetto, in realtà, risale al 1938, ma senza le gigantesche commesse belliche americane non sarebbe forse di­ventato di uso così comune. E ad­dio ai seducenti collant di Sofia Loren in Ieri, oggi, domani .
Ormai il navigatore satellitare è diventato un compagno di viag­gio indispensabile, tanto da esse­re offerto di serie non solo sulle automobili, ma persino sugli smartphone. Ma il Global Posi­tioning System (GPS) che per­mette di farlo funzionare è stato inventato nei primi anni ’70 su commissione del Dipartimento della Difesa statunitense per sco­pi militari. Sempre a proposito di vacanze, se le marine militari non avessero dovuto dotare i propri incursori subacquei di re­spiratori per farli operare a lun­go sott’acqua, avremmo potuto scordarci delle bombole ad ossi­geno. E alle foto delle immersio­ni estive lungo la barriera coralli­na con cui far schiattare d’invi­dia i colleghi d’ufficio.
Fino all’avvento del satellite,è stato la spina dorsale di qualsiasi sistema di gestione, sorveglian­za e controllo del traffico aereo e navale.E continua tutt’ora ad es­sere un elemento indispensabi­le. Ma senza la Seconda Guerra Mondiale di mezzo, che ha cen­tuplicato gli sforzi per renderlo efficiente, il radar sarebbe forse rimasto una delle tante idee futu­ribili e mai realizzate partorite sin dai primi del ’900 da menti ge­nial­i come Nikola Tesla e Gugliel­mo Marconi. Lo stesso dicasi per sonar ed ecoscandaglio, oggi in­dispensabili alle imbarcazioni per evitare scogli, secche o altri ostacoli in condizioni di oscuri­tà o tempo avverso, ma nati dalla necessità di sviluppare contro­misure efficaci alla guerra sotto­marina.
Guerra e medicina. Anche al­cuni dei più importanti passi avanti in campo medico, chirur­gico e sanitario arrivano proprio dai campi di battaglia. Lo spiega molto bene il professor Giorgio Cosmacini nel suo libro intitola­to appunto Guerra e medicina (Laterza,2011).Si deve alla sani­tà militare napoleonica l’inven­zione delle ambulanze e del con­cetto stesso di «pronto soccor­so ». La figura dell’infermiere professionale arriva invece dal­la Guerra di Crimea. Ed è veden­do la carneficina della battaglia di Solferino che Henri Dunant concepisce l’idea della Croce Rossa Internazionale. Mentre negli ospedali da campo della Grande Guerra che si applicaro­no con successo i principi del­l’antisepsi. Senza contare l’eli­soccorso, nato durante la Guer­ra di Corea, mentre durante quella delle Falkland la chirur­gia d’urgenza compie enormi passi avanti nelle tecniche tra­sfusionali d’urgenza.