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 2013  giugno 28 Venerdì calendario

FANNO LE COCCOLE AGLI IMMIGRATI

Angela fa la corte agli elettori con origini straniere. Al suo debutto, nel 2005, l’aver detto un secco «nein» all’ingresso della Turchia nella Ue le costò la gran parte dei voti degli immigrati dal Bosforo con doppio passaporto (circa 800 mila). O, forse, ne guadagnò di più, conquistando quanti non condividono che i confini della nostra Comunità arrivino fino in Iraq.
Su Istanbul, nel giro di pochi mesi, il verde Joschka Fischer cambiò totalmente idea, senza mai riuscire o volere spiegare il perché (voleva semplicemente ingraziarsi gli americani per prendere il posto di Kofi Annan alle Nazioni Unite).
Finora i deputati venuti da fuori, loro o i genitori, militano tra i Grünen, i verdi, o i socialdemocratici.
Ora la Cdu ha presentato nel collegio elettorale di Hagen, nella Ruhr, la giovane Cemile Giousouf, 34 anni, che potrebbe essere, in occasione del voto di settembre, la prima eletta cristianodemocratica di origine turca.
«La Germania deve diventare un Integrationsland», ha dichiarato di recente la Cancelliera. Nel direttivo del partito siedono da dicembre quattro oriundi, e la Cdu fa pressione perché aumenti la presenza degli immigrati nel servizio pubblico, dalla polizia alla televisione.
I tedeschi con radici straniere sono 16 milioni (su 82 milioni di abitanti), ma ormai integrati come, per citare un nome noto, Miroslav Klose, nato nel 1978 a Opole, in Polonia, e giunto nella Ruhr da bambino. Anche la Merkel ha radici straniere, ha rivelato una recentissima biografia. Suo nonno paterno era originario di Poznan in Polonia, e si chiamava Ludwig Kazmierczak, emigrato a Berlino all’inizio degli anni 20. Tre anni dopo l’avvento al potere di Hitler, nel 1936, lo semplificò in Kasner, il cognome da ragazza della Cancelliera.
A Frau Angela, tuttavia, interessano i 5,6 milioni di fresca immigrazione, che hanno conquistato il passaporto e il diritto di voto, il 10% degli elettori. Il 32% di loro è impegnato in qualche attività politica o nei sindacati, a livello locale o nazionale.
Di solito, la maggioranza vota a sinistra: secondo un sondaggio, alle ultime elezioni nel 2009, il 35% ha votato per i socialdemocratici, il 17,7 per i verdi, appena il 4 per la Cdu. Questo spiega, in parte, perché il partito della Merkel ha perso le ultime 27 elezioni per il sindaco: nei grossi centri urbani la percentuale di cittadini venuti da fuori arriva al 43%. E i musulmani hanno qualche pregiudizio nel votare partiti come la Cdu o la Csu bavarese, in cui la «C» sta per cristiano.
Ma non si cerca per ragioni elettorali, di cambiare la legge sulla cittadinanza. Continua a vigere lo jus sanguinis, come da noi, soltanto che la procedura per conquistare il passaporto tedesco non è altrettanto complicata e scoraggiante. Se si sposa un connazionale della Merkel, bastano tre anni di attesa.
E si può ottenere la cittadinanza dopo otto anni di residenza (senza aver commesso reati gravi), o dopo tre anni da quando si ottiene il permesso di soggiorno illimitato. Nel 2011, hanno ottenuto la cittadinanza in 107 mila.
Gli italiani che possono votare o no per la Merkel sono poche migliaia, sui circa 600 mila residenti. E, a stare ai risultati delle europee, e al voto espresso lo scorso febbraio, nonostante i pregiudizi, dovrebbero pendere a sinistra.