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 2013  giugno 26 Mercoledì calendario

DOPO LA IDEM, UN ALTRO FURBETTO ORLANDO NON PAGA LE BOLLETTE

Dall’Orlando Furioso all’Orlando Moroso: Leoluca non ha pagato le bollette dell’acqua e del gas della sua casa di Palermo. Se n’è dimenticato. Ops. Capita a tutti, si capisce, lo diceva anche Josefa Idem a proposito dell’Ici. Voi non sbagliate mai? No? Per forza: i comuni mortali sono avvantaggiati. Sono aiutati. A differenza dei vip, c’è sempre qualcuno che ricorda loro quello che devono sborsare. Dalle tasse e dalle bollette non si scappa: bastano un paio di rate saltate e zac, arriva l’inflessibile esattore, se l’arretrato cresce parte automatico il blocco dell’utenza. Si pignorano i mobili, si chiudono i rubinetti, si tagliano i fili. A Josefa, invece no. E a Leoluca, neppure. Poveretti, che dovevano fare? Nessuno li ha avvertiti. Una è andata avanti per anni, come se fosse normale ad avere la prima casa sotto un tapis roulant. E l’altro, bolletta dopo bolletta, è riuscito ad accumulare un debito record: 7.335 euro, prima che qualcuno gli chiedesse conto di cotanta erogazione gratuita. Accidenti, signor sindaco: il suo Comune piange miseria e lei non paga le bollette? Non le sembra, prim’ancora che sbagliato, un tantino masochistico?
In effetti il sindaco che non paga il debito con le aziende del Comune è una specie di colmo, una barzelletta di quelle che si raccontano da bambini all’oratorio, come l’idraulico con la moglie che non capisce un tubo e il pizzaiolo con la figlia margherita che fa la capricciosa. Però, ecco, non vorrei che ve la prendeste sempre con loro, poveri vip amanti delle regole, animi cristallini, esempi preclari di rettitudine e di moralità: perché loro vorrebbero mettersi in regola, lo desiderano davvero, anzi non aspirano ad altro. Il fatto è che nessuno glielo dice. Nessuno li aiuta.
«Nessuno si è mai curato di andare a controllare se abitassi ancora lì», s’infuria per esempio Orlando. E ha ragione, poverino: si lascia così solo un sindaco? Certo: bisognerebbe aggiungere che quel qualcuno così distratto, per la verità, è lui medesimo. O meglio: uno suo dipendente. Chi dovrebbe curare la faccenda delle bollette e delle residenze, in effetti? Un impiegato dell’azienda dell’acqua e della gas che sono municipalizzate, quindi proprietà del Comune. In questo senso, la scusa del sindaco è ancor più bizzarra di quella della Idem: lei, banalmente, se l’era presa col geometra e con il commercialista. Lui, invece, se la prende con sé medesimo: c’è un Leoluca cittadino che non paga le bollette e c’è un Leoluca sindaco che non lo controlla, e il Leoluca cittadino s’infuria da bestia con il Leoluca sindaco che non ha mandato nessuno a verificare dove il Leoluca cittadino abita senza pagare le bollette. Roba che fa venire un buco nel cervello, ancora prima che un buco nel bilancio.
Per la verità non accontentandosi della auto-reprimenda a sua insaputa, Orlando pare abbia bofonchiato anche altre scuse del tipo: «È un difetto del contatore» e «Ho cambiato casa», ma non tutte le fonti concordano al riguardo. È sicuro invece che abbia dichiarato: «È un bene che io abbia avuto questa esperienza sulla mia pelle così eviterò il ripetersi di queste disfunzioni». Che è un po’ come se un medico geriatra non potesse curare gli anziani senza aver prima avuto ottant’anni e una paio di operazioni alla prostata. Fra l’altro, se per riuscire a incidere sulla realtà, il sindaco di Palermo deve prima sperimentare tutto sulla sua pelle, gli auguriamo di non dover mai affrontare il problema dei cimiteri.
Comunque bisogna dargli atto della buona volontà: l’Orlando Moroso, infatti, avrebbe già iniziato a saldare i suoi debiti con se stesso, rappresentato dalle due società municipalizzate Amg e Amap. Bene: le casse del sindaco di Palermo (nel senso privato) saranno scosse, ma nello stesso tempo le casse del sindaco di Palermo (nel senso pubblico) ne avranno qualche beneficio. Ed è positivo, considerato che da sempre Leoluca imposta la sua vita politica sul moralismo e sul rispetto delle regole, sull’intransigenza contro chi sgarra e sugli annunci di lotta ai furbi. Anche l’ultima elezione era avvenuta al grido di «rivoluzione» e «città pulita », e solo poche settimane fa lanciava la caccia agli abusivi dell’acqua. Chi l’avrebbe detto che fra gli abusivi c’era anche lui. Uno che ha costruito la sua carriera sulla Rete politica, e ora rischia di incrinarla sulla rete idrica.