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 2013  giugno 26 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA POLEMICA SUGLI F35


REPUBBLICA.IT
ROMA - L’Aula della Camera ha approvato la mozione di maggioranza sugli F35, con 381 voti a favore e 149 contrari. Bocciata la mozione di Sel e M5S: i sì sono stati 136 e 378 i no. "Per amare la pace, armare la pace: F35 risponde a questa esigenza", il commento del ministro della Difesa Mario Mauro dopo l’approvazione.
Il documento, frutto dell’intesa raggiunta tra Pd e Pdl, impegna il governo a dare impulso a concrete iniziative, anche in sede Ue, per la crescita della dimensione della Difesa comune europea in una logica di "condivisa razionalizzazione delle spese ". L’altro impegno è quello di non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione sul programma sugli aerei F35 senza che il Parlamento si sia espresso in merito.
Il testo è a firma dei capigruppo di maggioranza Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio, Formisano. Un testo che il capogruppo di Scelta Civica, Lorenzo Dellai, ha definito "molto equilibrato", che "fa salve le decisioni assunte, non pone l’obiettivo di uscire dal programma ma apre una fase di verifica molto importante e impegna il governo a non procedere in ulteriori fasi operative se non dopo quella ricognitiva".
Rispetto alla mozione del Pd, la nuova formulazione presenta in più solo l’aggettivo "ulteriore", che genera ambiguità e dubbi di intepretazione. Il testo del Pd chiedeva al governo di non procedere con nessun passo verso l’acquisto di F35 senza l’ok del Parlamento. E vincolava l’esecutivo a non procedere per sei mesi, periodo di tempo massimo nel corso dei quali le commissioni Difesa di Camera e Senato compiranno un’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma.
Brunetta sottolinea invece come quella parola, "ulteriore", rappresenti una differenza sostanziale rispetto alla prima mozione del Pd, perché il programma sugli F35 "va avanti rispetto alla programmazione già prevista" e "impegna il governo a un passaggio parlamentare quando verranno fatti ulteriori investimenti sul programma".
Dopo l’approvazione, spiega la deputata Pd Sandra Zampa: "Il testo chiede al governo di ’non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito’ e ciò significa che ci si ferma ai tre F35 già acquistati. Con la mozione si dà via libera a un’indagine conoscitiva in vista del Consiglio europeo di dicembre che permetterà agli italiani di sapere e ai parlamentari di decidere quali investimenti valgano la pena di essere fatti e in quale direzione".
Secondo il sito specializzato ’Analisi Difesa’, che cita "fonti riservate", ammonta a "quasi un miliardo di euro" la cifra complessiva che impegna l’Italia entro il prossimo 31 dicembre per l’acquisto dei primi tre F35 e "come acconto per i successivi tre esemplari".
Il Movimento 5 Stelle aveva già attaccato: "Dal Pd è in arrivo una ’supercazzola’ clamorosa rispetto al tema F35...", ha scritto su Facebook il deputato Alessandro Di Battista, che ha invitato "i ’dissidenti’ del Pd, quelli che ci hanno detto che sono contro gli F35 e che voteranno la nostra mozione di tirare fuori, per una volta, il coraggio e di seguire la propria coscienza, il buon senso e il volere del popolo italiano". Mentre Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Sinistra ecologia libertà, su Twitter aggiungeva: "Da vari siti sembra che il Pd voti per Sospendere #f35 fino al termine di un’indagine conoscitiva. Non è vero".
Sulla mozione di maggioranza 11 parlamentari del Pd non hanno partecipato al voto, gli altri hanno votato tutti a favore. Fra i democratici che invece non hanno partecipato al voto sulla mozione Sel-M5S ci sono, fra gli altri, Pippo Civati e Gero Grassi, Dario Ginefra e Luisa Bossa, ma anche Moretti, Pastorino e Beni.
Quattordici deputati del Pd firmatari della mozione Marcon (Sel) rendono noto di aver condiviso di non ritirare la firma ma di far confluire il loro voto sulla mozione proposta dal Partito Democratico. Si tratta di Antonella Incerti, Paolo Beni, Salvatore Capone, Laura Coccia, Antonio Decaro, Filippo Fossati, Maria Chiara Gadda, Michela Marzano, Davide Mattiello, Luca Pastorino, Fausto Raciti, Chiara Scuvera, Giorgio Zanin, Giuseppe Zappulla.
Curiosa contrapposizione alla Camera. I deputati del Movimento Cinque Stelle hanno esibito in aula cartelli con le foto di bombardamenti durante l’intervento di Maria Edera Spadoni. Comportamento vietato nell’emiciclo, è scattata la reprimenda del presidente di turno, proprio il pentastellato Luigi Di Maio, che è andato fino in fondo: "Farò presente alla presidente (Boldrini, ndr) questo episodio".
Durante i lavori alla Camera, il ministro della Difesa Mauro ha espresso, a nome del governo, parere favorevole alla mozione unitaria della maggioranza e quindi contrario a tutte le altre presentate. E ha chiarito che gli F35 che l’Italia intende acquistare andranno solo a sostituire i velivoli obsoleti e serviranno alla difesa della pace. Il programma "non è nell’ottica di un’esibizione muscolare, c’è invece l’esigenza inderogabile di portare a compimento quella che è la revisione del nostro strumento militare".
Sul tema dei cacciabombardieri Pd e Pdl si erano scontrati. Ieri il ministro degli Affari Regionali Graziano Delrio (Pd) aveva "duellato" con il collega alla Difesa Mario Mauro (Scelta Civica). Ad accendere la miccia una dichiarazione del ministro del Pd rilasciata al videoforum di Repubblica.it, poi puntualizzata, con cui Delrio si era detto favorevole a "un’istruttoria" per "rimodulare la spesa" sui cacciabombardieri visto anche che "l’emergenza vera non è quella della difesa, ma del lavoro dei giovani", dunque "non ha senso spendere risorse nel comparto militare".
Parole che avevano urtato il ministro della Difesa. Mauro aveva puntualizzato che il governo non farà nessuna marcia indietro: "Non ho partecipato a nessun Cdm nel quale il governo abbia cambiato posizione" su questo fronte. Evidentemente, ha ironizzato, "c’è stata una crisi di governo e io non me ne sono accorto...’. Oggi i toni si sono smorzati: i due si sono incontrati a margine del Consiglio dei ministri, sgomberando il campo dalle polemiche.
(26 giugno 2013)