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 2013  giugno 20 Giovedì calendario

LO SCROCCO CHIC


«A chi ha lardo e pane non gli mancano ospiti» dice un proverbio. Ma se i signori con credenza ben fornita continuano a essere apprezzati, attenzione a non sottovalutare gli ospiti, merce pregiata per i moderni castellani: manager, professionisti, imprenditori, finanzieri che amano passare fine settimana e vacanze circondati da amici, amici degli amici, parenti, amici dei parenti. Come i principi rinascimentali con le loro corti. Può essere in campagna, al mare, su terrazzamenti lacustri, in barca, non ha importanza dove. Fondamentale è come. E il come consta di un’allegra compagnia riunita attorno all’appagato padrone di casa, compiaciuto degli inevitabili (mai troppi) complimenti per le bellezze della proprietà e la magnificenza del proprietario. Certamente il ruolo di anfitrione tonifica l’ego, ma non è così lieve. Avere una combriccola in casa comporta un costante controllo sull’organizzazione e sulla scelta degli ospiti. Quelli schizzinosi o cagionevoli non sono mai nelle hit parade degli invitati ideali, ma se si cominciano a depennare vegetariani, fobici, ansiosi cronici, poli-allergici, digiunatori, intolleranti in senso lato e magari anche raccontatori di barzellette sboccate o assertori della merendina ogni due ore, si rischia d’avere il castello vuoto.
«Da me c’è molto turnover» spiega Jody Vender, finanziere innamorato della sua casa (antica posta di cavalli) ad Agazzano, nel piacentino. «Il sabato sera capita di trovarci in 45 a tavola. Ognuno va e viene come gli pare, ma cerco di proporre delle gite». Ecco dunque altre due categorie potenzialmente eversive per l’armonia: quelli che a sera danno il meglio e al mattino non spiaccicano parola e i loro antagonisti con esplosiva verve mattiniera. «La libertà anche umorale dell’ospite è sacra» conviene Anna Fendi, stilista, habitué di Ponza (Lt) dove possiede un b&b (Villa Laetitia) e tre case affidate alle figlie. «Di sera è bello riunirsi con parenti e amici a cantare e ballare. Emma Bonino è la migliore delle ospiti: canta, fa pesca subacquea ed è un’ottima velista». Anche tra le onde c’è il piacere di ricevere ma, dati gli spazi, le regole risultano molto più ferree. Sulla sua Skagerrak (1939), il 56enne senatore Pd Raffaele Ranucci cataloga con un nein gli spanditori di crema solare sul tek, i lamentosi e soprattutto chi tratta l’equipaggio senza rispetto.
C’è un mito da sfatare: che i capricci dell’ospite siano proporzionali alla notorietà del suo nome. Lo conferma Mario D’Urso, 73 anni, banchiere d’affari e divino mondano di lungo corso. E sì che nella casa di famiglia a Conca dei Marmi sull’Amalfitana, vecchia capitaneria di porto, ne sono passati di personaggi. «Se la principessa Margaret era un po’ bizzosetta, la straordinaria regina d’Olanda si rifaceva il letto e stirava mentre memorizzava il discorso da fare in Parlamento. E Jackie Kennedy? Scendeva da sola a fare il bagno e poi risaliva a Ravello. Dopo la cittadinanza onoraria ha ringraziato con un discorso a braccio in italiano». Che il dispensare ospitalità comporti impegno e qualche emicrania è fuori discussione. Di questo almeno sono convinti gli americani che adorano fare gli anfitrioni al massimo per un weekend, salvo poi lasciare le chiavi agli amici perché continuino a fare gli ospiti in regime di autogestione. «Le case funzionano se le fai funzionare» ammette Gaddo della Gherardesca, imprenditore della comunicazione e autentico castellano, in quanto la casa di famiglia (da 37 generazioni) a Castagneto Carducci (Gr) dove sono passati i Windsor, i Rolling Stones, Brad Pitt, George Clooney, è un vero castello. «Mia sorella Sibilla è straordinaria, 56 posti letto non sono pochi... Ma se riservata alle persone cui vuoi bene l’ospitalità è sempre appagante». Fuori di dubbio che l’«ospitanza» riesca meglio con amici di provata fede e condivise passioni piuttosto che con nomi patinati ma un po’ riottosi. Lo ribadisce Lupo Rattazzi, 60 anni, presidente di Neos Spa e di Assaereo, che riceve all’Argentario. «Da me solo amici. Si mangia, si va in gommone e si gioca a pallone». Insomma non c’è re che valga un amico. Parola di Emanuele di Gresy, 48 anni, fondatore e vicepresidente di Quadrivio Sgr, proprietario d’una casa a Puntaldia (Ot) in Sardegna. «Da noi ha dormito pure qualche altezza reale, ma c’è più gusto a stare con persone care. Colazione e cena insieme poi ognuno si organizza da solo».
Ma è davvero sempre splendida armonia? O può succedere come nel film Piccole bugie tra amici dove il padrone di casa estorce continui complimenti agli amici-sudditi con un finale in cui volano gli stracci? Figuriamoci, queste cose non succedono fra persone di mondo. «Io vado d’accordo con tutti» garantisce il fotografo Giovanni Gastel, proprietario con la famiglia a Castellaro de’ Giorgi, Lomellina, di Corte Grande, azienda agricola con mulino. «Capita d’accapigliarsi su temi come la religione... Poi però ci vogliamo più bene di prima».
Ma qual è il giusto modo d’accomiatarsi? Vade retro cioccolatini e banalità infiocchettate. Molti, come D’Urso, propugnano una lettera scritta a mano, meglio se in versi (Gastel). Giovanni Ventura, 52 anni, organizzatore di eventi, amico di Giorgio Gori e Cristina Parodi, ospite nella loro casa nel golfo sardo di Marinella (Ot), regala materassi acquatici o padelle per il pesce. Mentre alle cene in terrazza sull’isola di Symi, in Grecia, della giornalista Viviana Kasam, fondatrice di BrainCircle Italia, ognuno (anche Jeremy Irons) porta qualcosa. «Io faccio lo stesso quando vengo invitata. E non mi trattengo mai a lungo». Chissà quanto è ancora attuale quel forse saggio parallelo fra l’ospite e il pesce vecchio di tre giorni.