Notizie tratte da: Andrea Bempensante # Le guide de Le Iene. Droga, perché ci sono strade in cui ti puoi perdere # Fivestore 2013 # pp. 302, 9,90 euro., 26 giugno 2013
Notizie tratte da: Andrea Bempensante, Le guide de Le Iene. Droga, perché ci sono strade in cui ti puoi perdere, Fivestore 2013, pp
Notizie tratte da: Andrea Bempensante, Le guide de Le Iene. Droga, perché ci sono strade in cui ti puoi perdere, Fivestore 2013, pp. 302, 9,90 euro.
(vedi anche biblioteca in scheda 2238951
e libro in gocce in scheda 2242686)
Numeri 1. «Oggi 2 miliardi di persone bevono alcol. E una su mille ne muore. Un miliardo di persone fuma tabacco. E una su due ne muore. E sono solo le due droghe più diffuse, con un giro d’affari di 2 mila miliardi di euro. A cui vanno sommati i 400 miliardi del mercato delle droghe illegali, come cocaina, ecstasy, ketamina, PCP, ecc. I venditori di droga hanno un giro d’affari così grande che se fosse il Pil di una nazione li piazzerebbe al ventesimo posto, subito dopo la Svizzera».
Numeri 2. «Nel mondo, circa 230 milioni di persone usano droghe illegali. Un terrestre su trenta. Circa 10 milioni usano eroina, 13 milioni oppio, 17 cocaina, 17 ecstasy, 25 anfetamine e 150 cannabis».
Parlamentari. Risultati del test antidroga fatto da Le iene a un campione dei nostri parlamentari (a loro insaputa): uno su tre aveva assunto nelle ultime 24-36 ore cannabis, cocaina, oppiacei o anfetamine.
Uccelli ubriachi. Gli uccelli migratori che a migliaia, ogni anno, fanno tappa sulle colline di Hollywood per intossicarsi di agrifoglio e si comportano poi come ubriachi: cadono a terra disorientati, confusi, sbattono contro muri, macchine, finestre. Dopo qualche ora gli effetti passano, gli uccelli riprendono la rotta e continuano la migrazione. «Per molti di loro è solo un momento di sballo: i pochi che si fanno male vengono investiti dalle auto o vanno a sbattere troppo forte contro i vetri delle finestre oppure ancora rimangono a terra frastornati e vengono catturati da gatti, cani e bambini. Non c’è una spiegazione scientifica convincente per questo comportamento. E’ un delirio tollerato dall’evoluzione della specie, troppo breve per diventare abitudine e mettere davvero in pericolo le migrazioni stagionali, troppo radicate per essere modificate da un rave sulle colline di Hollywood. Però il dubbio sul perché gli animali si drogano rimane. Osservando i comportamenti in natura, non si riesce a capire quale sia lo scopo funzionale ed evolutivo. Forse semplicemente anche loro, come gli uomini, vogliono sentirsi diversi dal solito».
Api stordite. Le api, dopo aver assaggiato il nettare di certi fiori, cadono a terra stordite e poi però tornano a prenderne ancora.
Erbagatta. I gatti impazziscono per l’erbagatta: hanno tutta una serie di rituali di avvicinamento alla pianta e poi, per alcuni minuti, inseguono oggetti immaginari, ci giocano e sono sessualmente eccitati e disponibili all’accoppiamento.
Mucche intossicate. Le mucche mangiano certi tipi di erbe tossiche, tremano, inciampano, rimangono inebetite e poi tornano a mangiare quelle erbe.
Animali della foresta Tutti gli animali della foresta si ubriacano quando i frutti grossi e zuccherosi iniziano a marcire. La fermentazione produce alcol e si scatena una vera e propria battaglia gerarchica tra gli animali per consumare questa droga naturale prima degli altri. Gli elefanti con la proboscide, le scimmie e altri animai che si arrampicano riescono a prendere i frutti quando iniziano a marcire sul ramo. Tutti gli altri combattono a terra e di solito vince la tigre. E così ghiotta di certi frutti fermentati, che aspetta che i contadini li raccolgano e poi li aggredisce quando trasportano le ceste dalla giungla al villaggio.
Funghi Ci sono circa 30 mila differenti specie di funghi, ma solo un centinaio produce effetti psichedelici.
Dna Nei fenomeni di dipendenza dalla droga, la genetica causa una particolare vulnerabilità in quasi la metà dei casi. A seconda degli studi, è una percentuale che va dal 40 al 60 per cento. «Per quanto incredibile, considerando la variabilità umana, le alterazioni dei geni che controllano il recettore D2 della dopamina sono presenti nella maggior parte dei casi di dipendenza, di qualsiasi tipo. Questa variante genetica ce l’ha solo il 20 per cento dei non alcolisti, ma appare nel 70 per cento degli alcolisti gravi e nel 50 per cento dei mangiatori, fumatori, cocainomani e giocatori compulsivi».
Nicotina È scientificamente provato che chi prova la nicotina tra gli 8 i 12 anni da grande avrà cinque volte più probabilità di dipendenza e abuso di sigarette.
Alcol Secondo una ricerca della Columbia University, più del 60 per cento dei ragazzi che iniziano a bere prima dei 15 anni prova anche una droga illegale. Se un adolescente beve regolarmente, ha venti volte in più la probabilità di provare marijuana e cinquanta volte in più la possibilità di usare cocaina rispetto a un coetaneo astemio.
Sesso L’80 per cento degli studenti che usano droghe fa già sesso, il doppio rispetto a chi non si droga.
Correre La corsa prolungata rilascia nel cervello endocannabinoidi simili a quella della marijuana, che non solo hanno gli stessi effetti euforici e rilassanti, ma danno anche tolleranza e dipendenza. Un corridore che si allena tanto non può smettere di farlo senza soffrirne.
Papavero Il tonchio, un parassita così ghiotto di papavero che il Dipartimento antidroga americano lo libera sulle piantagioni illegali per distruggerle.
Oppio 1 Una volta ingerito, l’oppio arriva al cervello in 20-30 minuti.
Oppio 2 L’oppio, usato già 12 mila anni fa per calmare i bambini e tenere tranquilli i malati di mente. Ippocrate lo prescrive per conciliare il sonno e sedare i pazienti durante le operazioni. Plino lo consiglia agli infermi e agli anziani per porre fine alle loro sofferenze. Annibale si uccide con l’oppio. E anche quando Socrate si suicida, non beve solo cicuta, ci aggiunge oppio per sopportare il dolore dell’avvelenamento.
Galeno Usi per cui è consigliato l’oppio, elencati dal medico romano Galeno: avvelenamenti e morsi velenosi, mal di testa cronico, vertigini, sordità, epilessia, diminuzione della vista, perdita della voce, asma, tosse di tutti i tipi, mancanza di fiato, coliche, itterizia, problemi urinari, febbre, dolori mestruali, melanconia e altri disturbi dell’umore.
Ottocento negozi Nel 300 dopo Cristo solo a Roma c’erano ottocento negozi che vendevano l’oppio e i suoi preparati. Le tasse su questa droga costituivano il 15 per cento degli incassi totali ricavati dalle imposte.
Laudano Il chimico svizzero Paracelso nel ‘500 torna dai suoi viaggi in oriente con la ricetta del laudano: oppio, alcol succo di stramonio, polvere di perla, corallo, ambra, muschio, spezie e oli essenziali. «È una cura per tutto, una droga che toglie il dolore e ti fa sentire euforico».
Bottiglione «Mentre Paracelso variava la sua ricetta in base al paziente, aggiungendo ingredienti anche stravanti, un altro dottore, Thomas Sydenham, semplifica tutto: 50 grammi di oppio sciolto in mezzo litro di vino rosso o porto, 20 grammi di zafferano, 4 grammi di chiodi di garofano e 4 grammi di polvere di cannella. Mescolare bene e lasciare evaporare per tre giorni. Tutto qui. E’ un passaggio fondamentale perché per la prima volta la droga viene fatta in serie. È un prodotto forte, concentrato, economico e di facile consumo. Una droga che non ha più bisogno di essere prescritta, venduta e somministrata dal medico. E così, per due secoli, il bottiglione di questo medicinale è esposto bene in vista nelle farmacie di tutto il mondo. Va a ruba per ogni malattia come coliche, tosse, diarrea e mal di denti, ma è soprattutto un sedativo per i mali moderni che iniziano a nascere con la Rivoluzione industriale».
Abuso Tra quelli che abusavano del laudano: Baudelaire, Lord Byron, Edgar Allan Poe.
Morfina 1 Nell’Ottocento Friedrich Sertuner, apprendista farmacista tedesco, tenta di ridurre l’oppio alla sua componente principale, producendo sostanze che prova su stesso e su altri. Dopo quindici anni di esperimenti, isola un composto in forma di cristalli chiari. Li scioglie in un bicchiere d’acqua, beve e perde conoscenza per molte ore. Chiama la sostanza Morfina, da Morfeo, il dio reco del sonno.
Morfina 2 La morfina, dieci volte più potente dell’oppio e quindi più efficace come antidolorifico.
Eroina Nel 1897 Heinrich Dreser, capo farmacologo alla Bayer, altera la morfina in diacetilmorfina, molto più potente. Gli operai su cui la sperimenta dicono di sentirsi più eroici, e lui chiama questo nuovo prodotto eroina. L’eroina, in pochissimi anni, diventa un successo planetario, esportato dalla Bayer in ventitre paesi del mondo. Disponibile in pastiglie, sciroppi, elisir eccetera, è considerata una fantastica cura contro la tosse, ma viene anche prescritta come sostitituto sano e sicuro della morfina, per curarne la dipendenza. Il mondo ci mette più di dieci anni a capire il disastro e ammettere che l’eroina è più pericolosa della morfina. Nel 1913 la Bayer smette di produrla.
Coca 1 Ci sono 25 specie diverse di piante di coca, ma meno della metà contiene abbastanza cocaina da essere efficace e solo pochissime abbastanza cocaina da renderle coltivabili per fini commerciali.
Coca 2 Già quattromila anni fa le tribù peruviane masticavano coca per stimolazione, nutrimento e controllo della fame quando il cibo era scarso. Anche adesso il novanta per cento della popolazione che vive in certe zone montane ne fa uso abitualmente perché coltivare, vendere e masticare le foglie di coca è legale in Bolivia, Perù e Nord dell’Argentina.
Cocaina idrocloride Nel 1859 Alfred Niemann, un giovane chimico tedesco, si fa spedire da Lima 25 chili di foglie di coca. Lasciando le foglie in acqua e lime per tre giorni e aggiungendo alcol, estrae il principio attivo della pianta, che chiama cocaina idrocloride. A parità di peso, è duecento volte più potente della foglia.
Vino Mariani L’italiano Angelo Mariani, nell’Ottocento lascia le foglie di coca a bagno nel vino per qualche giorno, poi filtra e vende il vino così potenziato col nome di Vino Mariani. «Due bicchieri contenevano l’equivalente di una pippata moderna di cocaina, i cui effetti si aggiungono a quelli del vino».
Coca-Cola Le enormi vendite di vino Mariani spingono altri imprenditori a tentare la stessa strada. L’americano John Stith Pemberton copia l’idea di lasciare le foglie di coca a bagno nel vino, ma ci aggiunge un nuovo ingrediente: le noccioline di Kola, una pianta africana ricca di caffeina. Chiama la bevanda Coca-Cola e la vende inizialmente come tonico per gli anziani. Ma presto la pubblicità la lancia come rimedio contro disturbi gastrici, stanchezza fisica e mentale, costipazione, mal di testa, impotenza, eccetera. Quando qualche anno dopo iniziano a prendere piede le campagne anti alcol, Pemberton, preoccupato per la flessione delle vendite, prova a farne una versione analcolica. Per mascherare il sapore amaro della coca e della cola, al posto del vino usa acqua gassata e tanto zucchero. Nasce così la bibita gassata Coca- Cola, simile a quella che conosciamo oggi (la dose di coca però rimane la stessa, l’equivalente di una riga per bottiglietta).
Kit Alla fine dell’Ottocento, la cocaina è commercializzata in confezioni già pronte, veri kit per iniettarsela completi di polvere, boccettina d’acqua sterile e siringa. Vengono venduti anche durante la Prima guerra mondiale con lo slogan “rende il silenzioso eloquente e il codardo coraggioso” e comprati per essere spediti al fronte come regalo per gli amici in battaglia. In questi anni si diffonde anche, per la rima volta, l’uso di sniffare la cocaina in polvere.
Freud Freud, cocainomane fino alla morte.