Claudio Del Frate-Stefano Montefiori, Corriere della Sera 26/6/2013, 26 giugno 2013
Il nome La gara prende il nome da Erwin George Baker, detto Cannonball (nella foto sopra), il pilota di automobili e moto statunitense che nella sua vita stabilì più di 100 record di velocità Il film A Baker fu ispirato anche il film «Cannonball» del 1976, diretto da Paul Bartel, interpretato da David Carradine e dal fratello Robert Carradine, con un piccolo cameo di Sylvester Stallone e Martin Scorsese La gara Negli anni Settanta ci fu la prima Cannonball Baker: era nata come una gara automobilistica non ufficiale, da New York a Los Angeles
Il nome La gara prende il nome da Erwin George Baker, detto Cannonball (nella foto sopra), il pilota di automobili e moto statunitense che nella sua vita stabilì più di 100 record di velocità Il film A Baker fu ispirato anche il film «Cannonball» del 1976, diretto da Paul Bartel, interpretato da David Carradine e dal fratello Robert Carradine, con un piccolo cameo di Sylvester Stallone e Martin Scorsese La gara Negli anni Settanta ci fu la prima Cannonball Baker: era nata come una gara automobilistica non ufficiale, da New York a Los Angeles. Fu ideata dal giornalista e pilota d’auto Brock Yates e appoggiata dalla rivista «Car and Driver» dell’editore Steve Smith nel 1971 L’obiettivo All’inizio non era una vera competizione con grandi rischi, ma voleva essere una celebrazione del sistema autostradale degli Stati Uniti e una protesta contro un codice della strada ritenuto troppo restrittivo Sulla strada di campagna tra Brest a Quimper, in Bretagna, giorni fa la Bentley viaggiava a 201 chilometri all’ora, la Lamborghini più prudente a 180. Tre Porsche le seguivano, i gendarmi non sono riusciti a misurare la velocità di queste ultime, ma hanno fermato anche quelle. Patente ritirata, 1.500 euro di multa, Bentley sequestrata, ma non la Lamborghini, che era a noleggio. Poi è toccato a una Ferrari, 180 all’ora su una stradina a Le Poët Laval, in Provenza. Gli agenti francesi sono stati allertati dai colleghi britannici, che hanno notato un’inusuale frequenza di auto sportive agli imbarchi dei traghetti sulla Manica. Tranne che in Germania, dove i limiti di velocità esistono solo in alcuni tratti, nel resto d’Europa è pressoché impossibile guidare per giorni quelle auto senza violare la legge. I piloti sanno che l’importante è non farsi fermare dalle pattuglie dalla polizia: quanto alle multe prese con l’autovelox, è quasi impossibile che vengano notificate una volta rientrati in Inghilterra. Da qualche settimana in Francia e nel resto d’Europa, come ogni estate, sono tornati i pazzi delle corse «Cannonball»: molto amate dai giovani miliardari britannici segnati a vita dagli inseguimenti sulle Alpi di James Bond. La partenza è sempre Londra, la direzione sempre Sud: arrivate nel continente le decine di Aston Martin, Maserati, Bmw prendono poi strade diverse, perché gli eventi sono tanti. C’è la «Rico Rally», la «Modball» o la «Riviera Adventure», che nel fine settimana ripartirà da Roma verso Parigi. Le polizie sono mobilitate, perché anche se in teoria non si tratta di gare — così almeno assicurano tutti gli organizzatori — in pratica decine di partecipanti si danno battaglia, su autostrade e strade secondarie. Ufficialmente «ogni automobile in grado di viaggiare» è ammessa, ma chi si iscrive non lo fa per fare scampagnate. La polizia francese ha a sua disposizione qualche Renault Mégane RS capace di sfiorare i 250 all’ora, «ma preferiamo evitare gli inseguimenti e non partecipare alla follia», dice Gérard Ercolano, responsabile della sicurezza stradale della Gendarmeria. Le forze dell’ordine usano motociclisti e elicotteri per contrastare un fenomeno destinato a durare, di solito, fino a settembre. Cinque auto sono state fermate ieri in Svizzera, a Lodrino, pochi chilometri dopo essere sbucate dal tunnel del San Gottardo e dirette verso Milano, in seguito alla segnalazione di alcuni testimoni che avevano visto le vetture sorpassarsi a tutta velocità. La polizia le ha intercettate prima a 190 poi a 204 chilometri orari; al volante c’erano cinque giovani inglesi, tra i 26 e i 23 anni, tutti denunciati a piede libero per violazione del codice della strada. Due Bmw sportive sono state messe sotto sequestro: a bordo sono state trovate apparecchiature per intercettare i radar della polizia mentre le targhe erano state modificate per sfuggire ai controlli del traffico. Sulle fiancate delle auto la scritta «Modball rally»: partenza quattro giorni fa da St. James park, nel cuore di Londra. Quota d’iscrizione 1.190 sterline per alloggio in hotel e partecipazioni alle feste previste ogni sera. Non ci sono premi né graduatorie ufficiali. «Il vincitore è il primo che arriva a Praga e il primo che si ubriaca», dice uno dei partecipanti. La prima corsa Cannonball partì da New York il 13 novembre 1971 e arrivò 4.608 chilometri e 35 ore dopo a Rodondo Beach, California: due giornalisti americani, Brock Yates e Jim Smith, avevano deciso di fare rivivere il mito del pilota Erwin «Cannonball» Baker, che quasi quarant’anni prima, nel 1933, aveva attraversato gli Stati Uniti da costa a costa in 53 ore, al volante di una Graham-Paige. La prima gara della nuova era venne vinta da un ex pilota di Formula Uno, Dan Gurney, al volante di una Ferrari Daytona, che dichiarò con modestia di non avere mai superato i 280 km/h, di essere stato fermato una sola volta dalla polizia, e lasciato libero di ripartire. Oggi gli agenti sono meno comprensivi. Claudio Del Frate Stefano Montefiori