25 giugno 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO LA SENTENZA RUBY
REPUBBLICA.IT
ROMA - La condanna a sette anni inflitta in primo grado a Silvio Berlusconi dal Tribunale di Milano per concussione e prostituzione minorile mette a rischio la tenuta del governo di larghe intese. I falchi del Pdl minacciano la crisi in autunno, solleticano il Cavaliere sulle elezioni anticipate, provano ad alzare il tiro sulle tasse e sul nodo giustizia.
Ma il premier Enrico Letta prende tempo e tenta la via della mediazione per contenere al massimo i danni. Questa mattina il presidente del Consiglio ha incontrato il segretario del Pd Gugliemo Epifani, un colloquio di 45 minuti a Palazzo Chigi, per discutere dei provvedimenti per il lavoro e delle misure da varare in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì, ma anche per tracciare una strategia che tenga in vita il governo di scopo. Nel pomeriggio il colloquio più atteso, Letta riceverà Berlusconi.
Lo stesso Epifani, a margine di un intervento al Parlamento europeo a Bruxelles, avverte: "Sarebbe irresponsabile far saltare l’azione di governo" a fronte di "episodi giudiziari" che riguardano Silvio Berlusconi. Su questo punto, secondo il segretario del Pd, è necessario che sia fatta chiarezza in occasione dell’incontro fra il premier Enrico Letta e lo stesso Berlusconi.
Le eventuali dimissioni del leader del Pdl "sono un problema che riguarda il suo rapporto con gli elettori: noi rispettiamo quello che decide -
aggiunge Epifani -. Per quel che mi e ci riguarda, ripeto che bisogna tenere distinti il piano giudiziario dal piano politico: non può essere che un governo viva in una fibrillazione continua in ragione delle scadenze giudiziarie di Berlusconi, questo si che indebolirebbe l’azione di governo".
Secondo indiscrezioni, il Cavaliere dirà al premier che per ora non staccherà la spina al governo, ma chiederà che la riforma della giustizia sia inserita tra le priorità, pena l’esistenza stessa dell’esecutivo. Ma il premier è più preoccupato dall’ipotesi di una nuova campagna su Iva e Imu messa in atto dai falchi del Pdl: "Ne faranno una questione di vita o di morte, pur sapendo che non c’è un euro in cassa", avrebbe detto il presidente del Consiglio.
Alla vigilia dell’incontro serale tra il premier e il Cavaliere, Maurizio Lupi premette: "Berlusconi e Alfano incontreranno Enrico Letta per fare il punto sullo stato di avanzamento del programma del Governo". Il ministro per i Trasporti e le Infrastrutture quindi conferma: "Noi dobbiamo impedire l’aumento dell’Iva e eliminare l’Imu sulla prima casa, vediamo domani le proposte che Letta ci farà. L’Imu verrà eliminata dopo la riforma complessiva ad agosto, il problema Iva non è solo un problema del Pdl: aumenta la recessione. Se qualcuno pensa che l’Iva sia una battaglia del Pdl per far cadere il Governo, vuol dire che lo vuol far cadere anche il Pd perché anche il Pd vuole che l’Iva non aumenti".
Lupi è l’unico componente del governo presente in piazza Farnese alla manifestazione convocata da Giuliano Ferrara a sostegno del Cavaliere dopo la sentenza Ruby. Ferrara sale sul palco e si mette il rossetto davanti a circa un centinaio di persone che, col passare del tempo, diventeranno circa 400. Slogan dell’iniziativa: "Siamo tutti puttane, no alla giustizia puritana". campeggiano una gigantografia dell’ex rais egiziano Mubarak e una foto a grandezza naturale di Berlusconi.
A sorpresa, arriva la fidanzata del Cavaliere, Francesca Pascale, che ruba la scena a Ferrara. "Lei si sente una puttana?" le chiedono i giornalisti, alludendo allo slogan di cui sopra, Pascale non vacilla: "Io non mi sento una puttana e non lo è nemmeno Ruby". Pascale rivela di non aver detto nulla a Silvio: "Se gli avessi detto qualcosa, lui si sarebbe preoccupato e mi avrebbe impedito di venire. Ma penso che per la prima volta avrei disubbidito perché oggi bisogna stare qui".
"Avrei voluto una manifestazione del nostro partito - dice Daniela Santanchè -. Sono qui con Giuliano Ferrara perché lui ha ancora il coraggio di dire che la giustizia fa schifo. Processano gli stili di vita, come al bar dello sport. Sette anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici per un politico sono la condanna a morte". Presenti il coordinatore del partito Denis Verdini, Giancarlo Galan, Renata Polverini, Lucio Malan, Daniele Capezzone e il direttore de ’Il Giornale’ Alessandro Sallusti.
A farsi sentire è anche il presidente della Repubblica. "Serve sempre rispetto e cura delle istituzioni, che sono capisaldi della vita e dello sviluppo di uno stato democratico e di una società civile degna di questo nome", avverte Giorgio Napolitano parlando al Cnr. "Le istituzioni - ha aggiunto - chiedono che ci sia una qualificazione nella continuità, un continuo sforzo di autocorrezione, ma la continuità è un elemento essenziale. Non è immobilismo né conservatorismo".
Il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, parla a Radio Anch’io e nel ribadire che Berlusconi "è l’unico leader forte", annuncia poi una "clamorosa" raccolta di "milioni di firme": l’obiettivo è invocare l’intervento del presidente Giorgio Napolitano contro "la persecuzione" leader, vittima "della guerra dei vent’anni".
Per capire lo stato d’animo del partito è utile anche la dichiarazione dell’ex ministro Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia: "Così non si può più andare avanti - dice all’Adnkronos - . Non penso che serva la piazza, bisogna trovare un accordo politico tra le forze della maggioranza per togliere la licenza di uccidere a quei mascalzoni che sono diventati magistrati grazie a un concorso pubblico e che sono stipendiati, usando i nostri soldi, per fare solo i propri interessi. Ora è il momento di riformare la magistratura, è folle pensare ancora che i giudici possano essere autonomi".
Per domani è convocata la direzione del Pdl. Bisogna stabilire il da farsi, anche in vista del giudizio della Cassazione, atteso per giovedì, sul ricorso sul Lodo Mondadori.
(25 giugno 2013)