Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 23/6/2013, 23 giugno 2013
I PERICOLI PER L’ITALIA NELLA TURBOLENZA GLOBALE
Allacciate le cinture e preparatevi a molte turbolenze: sarà un’estate molto agitata. Da qualunque parte si guardi il mondo, i segnali che si colgono, anche se di natura diversa, indicano forte volatilità. Non ha importanza da dove parte la cattiva notizia, il contagio sui mercati sarà solo questione di fuso orario. Cominciamo dall’America. Gli economisti continuano a sfidarsi a mezzo stampa sugli effetti dell’austerità, vedi l’infinita polemica che oppone il Nobel Paul Krugman ai professori di Harvard Carmen Reinhart e Ken Rogoff. Ma intanto l’economia Usa è in ripresa. Anche se questo non impedisce che da Oltreoceano arrivino onde destabilizzanti. Ne abbiamo avuto un assaggio quando il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha preannunciato la fine del denaro facile. Sarà un processo graduale che si concluderà verso la metà del 2014. Di pari passo, torneranno a crescere i tassi di interesse, oggi vicini allo zero.Il nervosismo europeo ha altre origini. Il Continente rimane in recessione, la crisi dei debiti sovrani non è risolta, la Grecia, in subbuglio politico, resta sotto esame della Troika (Ue, Bce, Fmi), e l’Ecofin fatica a trovare un’intesa soddisfacente sulla ricapitalizzazione delle banche. In questo quadro tutt’altro che rassicurante l’Italia, dove lo spread è tornato a salire, nei prossimi sei mesi rischierebbe un parziale default, che la costringerebbe a chiedere il salvataggio europeo, si legge in un report riservato di Mediobanca Securities, firmato da Antonio Guglielmi. A meno che il nostro Paese non riprenda il programma di riforme avviato dal governo Monti. E cerchi di abbattere subito di almeno 75 miliardi un debito pubblico fuori controllo, aggravato da un sistema bancario più fragile di quanto la politica voglia riconoscere. Dei 75 miliardi necessari, 43 potrebbero arrivare da una mini patrimoniale che colpirebbe le ricchezze oltre quota 1,3 milioni , sostiene lo studio anticipato ieri dal Fatto Quotidiano. Anche visto da Est, però, il mondo non promette granché. La Cina registra un deterioramento continuo di produzione ed export. Il Giappone, con la politica dello yen debole, danneggia i vicini asiatici , ma non è chiaro se l’ Abenomics riuscirà a far ripartire la domanda interna.
Perfino il Brasile, spazzato dalla rivoluzione sociale ci ricorda che nessun Paese, è al riparo. La volatilità, nelle ultime cinque sedute, ha spazzato via 690 miliardi di capitalizzazione sui listini europei. Perciò c’è attesa per la riapertura delle Borse domani, in una settimana in cui vanno in asta anche Ctz, Btp indicizzati e Bot a 6 mesi.
@16febbraio