Umberto Gentiloni, La Stampa 25/6/2013, 25 giugno 2013
Si è spento all’ospedale di Padova Silvio Lanaro, uno dei più grandi storici del nostro tempo. Aveva 70 anni
Si è spento all’ospedale di Padova Silvio Lanaro, uno dei più grandi storici del nostro tempo. Aveva 70 anni. Pochi studiosi hanno avuto la sua capacità di segnare stagioni e interpretazioni storiografiche superando recinti e appartenenze. I suoi lavori hanno accompagnato e interrogato generazioni di storici in formazione alla ricerca di nuovi stimoli. Uno sguardo critico sul presente antidoto alle scorciatoie rassicuranti in una produzione che ha spaziato su tutto l’arco della storia nazionale, dagli albori del Risorgimento alle contraddizioni dell’Italia repubblicana. Dalla sua terra, dal Veneto degli Anni 60 e 70, Lanaro ha cominciato a seguire i percorsi della nazione superando approcci e terminologie che sembravano intoccabili. Sono trascorsi più di trent’anni dalla prima edizione di Nazione e lavoro. Saggio sulla cultura borghese in Italia (Marsilio 1979), vero e proprio spartiacque di un lungo itinerario che ha indagato le radici del processo identitario e i nessi tra modernità e democrazia. Folgoranti le pagine introduttive attraversate da una tensione interpretativa che riuscirà a trasmettere e rinnovare negli studi successivi. Con rigore e curiosità intellettuale Lanaro si spinge nel cuore del ’900 italiano, prima con una riflessione originale sui tratti portanti di un Paese a detta di molti indecifrabile ( L’Italia nuova. Identità e sviluppo , Einaudi 1988) e poi con una sintesi fortunata, ormai divenuta un classico. La sua Storia dell’Italia repubblicana esce in prima edizione nel maggio 1992, pochi mesi dopo l’arresto di Mario Chiesa nel vivo di una tempesta politica e istituzionale che era solo agli inizi. Lo storico tratteggia un quadro di lungo periodo, segue i fili di un percorso profondo, mette al centro le dinamiche culturali e i tratti costitutivi del lungo dopoguerra. Una sfida che lo assorbe e lo appassiona mentre scruta preoccupato l’emergere del fenomeno leghista, lo scricchiolio sinistro di un tessuto civile che aveva sostenuto i decenni della ricostruzione e del miracolo economico. Lanaro tornerà sui concetti chiave di nazione e patria negli anni più vicini a noi fornendo riferimenti e chiavi interpretative ( Patria. Circumnavigazione di un’idea controversa , Marsilio 1996) e misurandosi con le questioni di metodo e con le difficoltà di chi prova a Raccontare la storia (Marsilio 2004). I suoi allievi e amici più cari lo avevano festeggiato in occasione dell’ultimo compleanno dedicandogli un volume ricco di stimoli: Pensare la nazione. Silvio Lanaro e l’Italia contemporanea (Donzelli, 2012, a cura di Mario Isnenghi). Un lungo viaggio nella sua riflessione storiografica, un omaggio per un docente curioso e attento alla formazione dei giovani, generoso e disponibile al confronto dialettico. Silvio Lanaro ha insegnato a lungo all’Università di Padova, e a chi gli chiedeva un pensiero o una dedica in occasione della sua ultima lezione prima del pensionamento si rivolgeva così: «Metà ai miei studenti e metà all’insegnamento stesso: mi ha riempito la vita. Ed è stata un’esperienza meravigliosa».