Lorenzo Simoncelli, La Stampa 25/6/2013, 25 giugno 2013
Lo stato di salute di Nelson Mandela lascia poco spazio alla possibilità che il 18 luglio possa tagliare il traguardo dei 95 anni
Lo stato di salute di Nelson Mandela lascia poco spazio alla possibilità che il 18 luglio possa tagliare il traguardo dei 95 anni. Eppure i preparativi per celebrare il suo ipotetico compleanno sono già conclusi. Una cena di gala con alcuni leader africani, le stelle del Manchester City a Pretoria e tanti altri eventi, tutti sotto la regia dell’African Rising Foundation, al cui interno sono presenti alcuni membri della famiglia. Intanto è sempre in corso la battaglia legale per una parte dell’eredità dell’ex presidente sudafricano iniziata qualche mese fa tra le figlie di Mandela e il suo avvocato storico, George Bizos. Due esempi che mostrano chiaramente come Mandela non sia solo il padre della patria, ma anche il più lucrativo prodotto d’esportazione del Sudafrica. Ultimamente, forse complice il crollo della valuta locale e l’alto tasso di disoccupazione, anche una parte di quel popolo che oggi gode della libertà di cui Mandela si è privato sembra avergli voltato le spalle. A Qunu, uno dei villaggi dell’Eastern Cape dove Mandela è cresciuto, le case sono state trasformate in bed&breakfast per lucrare sulla frotta di giornalisti e turisti attesi in caso di morte dell’ex compaesano. Le stanze con vista sulla casa dove visse Mandela possono arrivare anche a 200 euro, una cifra spropositata, data la zona rurale. Gli abitanti delle palazzine di fronte all’ospedale di Pretoria dove Madiba è ricoverato da 17 giorni affittano i balconi alle troupe tv a 350 $ al giorno. Probabilmente, negli ultimi anni, con la sua progressiva perdita di contatto con la realtà, la «Mandela Spa» ha raggiunto livelli impensabili. Mandela è vino, con la casa vinicola «House of Mandela», creata dalla figlia maggiore Makaziwe; è moda con il brand 46664, il suo numero di prigionia a Robben Island; è addirittura reality, con la seguitissima serie trasmessa sulla Fox «Being Mandela», in cui due sue nipoti raccontano la loro poco interessante vita privata. In realtà, la speculazione di questa icona-brand era già iniziata alla sua liberazione dalla prigionia. Sono, quindi, oltre 20 anni che la multinazionale sudafricana McMadiba, com’è stata rinominata, fa girare rand, la moneta locale, nelle tasche di diverse persone. Ma mentre in passato i rand venivano convogliati in progetti lodevoli, come la lotta all’Aids o la costruzione di scuole, dalla Nelson Mandela Foundation, adesso sembrano aver preso la via della futilità. Gli stessi ideologi della trasformazione dell’Anc si sono impossessati di un pezzo della leggenda del Paese, costruendogli statue ovunque, ma perdendo la bussola dei suoi insegnamenti. L’ultima lo raffigura come pugile, la sua grande passione. Costo: circa 40mila euro. Data la sua attitudine, se cosciente, Mandela, avrebbe sicuramente preferito destinare quella somma ad altre cause.