Francesco Rigatelli, La Stampa 25/6/2013, 25 giugno 2013
C’era una volta una Milano berlusconiana non solo nei palazzi del potere, negli studi televisivi e allo stadio, ma anche in certi ristoranti vicino alla stazione, nei locali notturni e nei festini
C’era una volta una Milano berlusconiana non solo nei palazzi del potere, negli studi televisivi e allo stadio, ma anche in certi ristoranti vicino alla stazione, nei locali notturni e nei festini. A livello estetico non ne è rimasto molto. Niente più seni rifatti, labbroni sbavati di rossetto, scarpe col plateau, fuoristrada, tagliate di carne e body building. Tempo invece di sobrietà, ballerine ai piedi, Area C, bici, bio e benessere. Sono centinaia le ragazze coinvolte negli scandali berlusconiani di questi anni. Lasciando da parte quelle assunte a cariche pubbliche di vario tipo, quelle ora vicine a Berlusconi come Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi, quelle dell’inchiesta di Bari sul giro di escort di Tarantini, e rimanendo al caso Ruby, c’è un nome che va fatto. La più appariscente è Nicole Minetti, ex consigliere regionale, ora fidanzata col rapper Gué Pequeno dei Club Dogo, definita quella notte del 27 maggio 2010 da Berlusconi con la Questura di Milano come consigliera ministeriale della presidenza del Consiglio per prendere in custodia Ruby, aiutata dalla prostituta brasiliana Michel Conceicao. E che, mentre guadagna 5 mila euro a serata in una discoteca del bergamasco come lo scorso weekend, con Emilio Fede e Lele Mora attende tra un mese il giudizio per complicità in quello che l’accusa ritiene il sistema prostitutivo berlusconiano. E in un terzo processo per falsa testimonianza rischiano di finire molti altri della vicenda Ruby. Perché delle Olgettine non si sarebbe saputo nulla se una settimana dopo quella notte in Questura non ce ne fosse stata un’altro di litigio tra Ruby e Conceicao. Berlusconi infatti ottenne quel che voleva e il suo intervento fu scoperto solo da indagini successive. Ne sanno qualcosa l’ex prefetto Gian Valerio Lombardi, poi nominato da Maroni commissario Aler (l’ente lombardo per l’edilizia residenziale), i dirigenti di polizia Pietro Ostuni, Ivo Morelli e Giorgia Iafrate (tutti e tre accusati di aver mentito al processo per negare le pressioni perché rilasciassero la minorenne), e il magistrato Anna Maria Fiorillo, il cui ordine di mandare Ruby in comunità venne disatteso dalla Questura, censurata dal Csm per aver violato la riservatezza della vicenda. Dell’immobile di via Olgettina 65 di Milano 2 si venne a sapere da un interrogatorio a Ruby. Si conobbero così Ioana Amarghioale, secondo cui l’ex premier le paga la retta della Bocconi; Iris Berardi, forlivese d’origine brasiliana; le gemelle De Vivo, ex Isola dei famosi; la dominicana Aris Espinosa; la cagliaritana Barbara Faggioli; Barbara Guerra che con Alessandra Sorcinelli (che bacia safficamente su Twitter) ora progetta una linea di intimo e un libro sulle notti di Arcore; l’ex meteorina del Tg4 Miriam Loddo; Marysthell Polanco, dominicana, in attesa del secondo figlio dal neomarito, il cestista svizzero Westher Molteni; Giovanna Rigato, ex Grande fratello ancora pagata da Mediaset; Raissa Skorkina, russa ex Billionaire; Elisa Toti, presentatrice Mediaset; Silvia Trevaini, giornalista Tgcom 24; la romena Ioana Visan, tra le più presenti alle cene. Tutte pagate dal ragioniere Giuseppe Spinelli, vittima di un misterioso sequestro lampo a ottobre su cui indagano pure i servizi segreti: «In settimana le ragazze mi telefonavano le loro richieste e al lunedì, quando avevo l’incontro ad Arcore, Berlusconi mi diceva cosa fare ed io dovevo solo preparare le buste in contanti». Situazione passata poi per molte a dei bonifici mensili tramite Monte dei Paschi di Siena.