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 2013  giugno 22 Sabato calendario

LO «IUS SOLI» DEI GABBIANI METROPOLITANI

LO «IUS SOLI» DEI GABBIANI METROPOLITANI -
A Roma, di fronte a casa mia, abita una coppia di gabbiani. Ha fatto il nido tra le tegole, lei ha deposto l’uovo e accudito il piccolo. L’ho vi­sto crescere. Ho visto arredare la loro casa, lei che covava la sua maternità, lui che andava fuori per lavoro e poi rientrava. Una famiglia normale, rari­tà di questi tempi, anzi rara avis, co­me dicevano i latini alludendo agli uccelli (un mio compagno di scuola confuse avis con aviae e tradusse, co­me in un quadro di Magritte, «le non­ne volano nel cielo»). Un gabbiano in pieno centro non è più una rarità, soprattutto se c’è una pescheria che li sfama e li fa sentire nel loro habitat naturale, tra odori di pesce. I gabbia­ni scendono a mensa in pescheria, dialogano col pescivendolo in gergo ittico-aviario; lui parla agli uccelli e moltiplica i pesci ma non è un santo. Però col tempo i gabbiani sono diven­tati isterici, strillano in continuazio­ne, si beccano, si fanno scenate. So­prattutto il pischello, è venuto su ne­vrastenico. Vivere in città li ha stres­sati. Conosco gabbiani che vivono sul mare, sono sereni e leggiadri, si godono la vita, a sud si fanno pure la controra dopo pranzo. A Roma inve­ce sembrano femministe inacidite, beppegrilli in comizio. Roma cor­rompe anche loro. Erano il simbolo della libertà, invece stanno sempre qui, ai domiciliari, a litigare. In città sono contronatura, che dite se li sfrattiamo? Non provarci sennò passi per zoofobo. Vedrete, in virtù dello ius so­li, o ius tetti, i gabbiani saranno pri­ma regolarizzati e poi riconosciuti co­me coppia di fatto.