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 2013  giugno 22 Sabato calendario

CHIAGNE E FOTTE

I giornali, come già i tg e i talk show, stanno rapidamente rimpiazzando gli ansiolitici (con quel che costano in tempi di crisi). Da quando c’è il governo Letta (subentrato al governo Monti che notoriamente salvò l’Italia dal governo Berlusconi, peraltro apprezzatissimo perché ristoranti e aerei erano pieni e i bordelli addirittura in overbooking), tutto va bene. Viviamo nel migliore dei mondi possibili col migliore dei governi possibili. Lo certificano all’unisono i giornali di destra, centro e sinistra con titoli rassicuranti che, opportunamente anticipati nelle rassegne stampa serali, danno la buonanotte agl’italiani come le fiabe per bambini. C’è, è vero, qualche incidente di percorso, tipo una ministra che pare abbia evaso le tasse, ma naturalmente a sua insaputa. Son cose che capitano nelle migliori palestre, infatti il Premier Nipote si fida della parola di Josefa Idem, che a sua volta s’è fidata della parola del commercialista, che a sua volta era magari un po’ distratto. Ma non vorremo mica farla dimettere per così poco: e quando ci ricapita una canoista alle Pari opportunità? Sopravvivono anche alcuni disturbatori della quiete pubblica, tipo i grillini, che si permettono financo di fare opposizione, come se non fosse abbastanza chiaro che il Parlamento è stato abolito con Regio Decreto Luogotenenziale. A sistemarli provvede l’Unità, con titoli come “Grillo contro i terremotati. L’ostruzionismo alla Camera mette a rischio il decreto. Governo costretto alla mozione di fiducia”. Bei tempi quando B. governava a colpi di decreti e fiducie, e il Pd e l’Unità insorgevano contro la destraccia che strozzava il dibattito parlamentare e silenziava l’opposizione. Ora se, puta caso, i 5Stelle chiedono di dare più soldi ai terremotati levandoli al Tav, al Terzo Valico e agli F-35, dopo aver devoluto ai terremotati 350 mila euro di donazioni elettorali avanzate, il titolo è “Grillo contro i terremotati”. Dovere di cronaca. Per il resto, l’ordine regna a Roma. Nessun sommovimento neppure dalle sentenze su B.
E la libera stampa festeggia. Restano da sincronizzare alcuni titolisti, tipo quelli de La Stampa: pag. 1 “Letta: il governo non rischia”, pag. 2 “Letta ottimista: ‘Il governo durerà’”, pag. 3 “Berlusconi pronto a far saltare le larghe intese”, “La strategia della calma voluta da Napolitano”. Non è meravigliosa la strategia della calma? Lo Statista di Milanello si limita a dire che i pm “vogliono eliminarmi” e Napolitano è il solito ”comunista che viola i patti”, senza mandargli subito uno stalliere. Dunque per Massimo Franco, editorialista emolliente del Corriere, è una “reazione apprezzabile: se non altro perché, pur ripetendo le accuse alla magistratura di volerlo eliminare dalla vita politica, garantisce che non verrà meno il sostegno al governo Letta... Un gesto di responsabilità”. Purtroppo la Consulta perpetua il “conflitto tra i giudici e l’ex premier” (ecco: evadere ed essere beccati configura un conflitto fra l’evasore e il fisco). Ma il No a B. smentisce “l’equivoco di una maggioranza fondata anche sulla pax giudiziaria”. È commovente la creduloneria dei pompieri, che in vent’anni non hanno capito nulla del modus operandi del Cainano: il chiagni e fotti. O, se l’han capito, lo mascherano bene. B. che tiene in piedi il governo non smentisce, ma anzi conferma che gli hanno garantito l’impunità. Sapeva benissimo che la Corte non poteva dichiarare legittimo un impedimento illegittimo. Ma ha drammatizzato una sentenza scontata per poter incassare, dopo, gli elogi per la sua condotta di statista. E per acquisire altri crediti da incassare nella vera partita: in Cassazione. Il presidente, vecchio amico di Previti, potrebbe affidare il processo Mediaset alle sezioni unite, con tempi più lunghi (e la prescrizione scade l’estate prossima). A meno che, complice qualche spontanea rivolta nelle carceri, non arrivi una bella amnistia. Estesa, ça va sans dire, ai reati fiscali e alle pene accessorie. Scommettiamo?