Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 22 Sabato calendario

LA TAGLIA PERFETTA IN UN ALGORITMO


Uomini, se avete appena imparato a districarvi nelle misure italiane dei reggiseni, rinunciate a regalarne uno americano. Fanno fatica le donne a capirci qualcosa. In confronto ricordarsi le formazioni di calcio persino in tempi di turn over e rosa allargate è un’impresa da ragazzi. Appunto. E adesso andrà anche peggio, o molto meglio dipende dai punti di vista. Le due cifre (che indicano la misura del torace) e la lettera (per la coppa) si moltiplicheranno come in un’equazione venuta male quando sulla lavagna appare un risultato infinito.
È la rivoluzione promessa dalla Jockey International che fabbrica biancheria intima dal 1876 e la vende in oltre 120 paesi. È la rivoluzione che metterà sul mercato 55 nuovi formati (ma sono destinati ad aumentare ancora nel corso dei prossimi mesi) per soddisfare uno degli incubi femminili più ricorrenti: trovare la taglia giusta del reggiseno o del bikini. Una novità che spinge il New York Times a paragonarla all’arrivo del Wonderbra che agli inizio degli anni Novanta cambiò molte vite (sia a donne che a uomini).
Ci sono voluti otto anni di studi, milioni di dollari investiti in ricerca e mille esperimenti prima di arrivare alla linea finale, con una nuova filosofia: prende in considerazione la forma del seno, non solo le dimensioni. Portando la distribuzione di massa sempre più vicina agli standard artigianali, quelli della biancheria su misura. Una svolta per quelle otto donne su dieci che – secondo l’ultima ricerca – sbagliano il loro acquisto: o troppo grande o troppo piccolo. Tanto che una start up sta facendo affari d’oro nella Silicon Valley grazie a un algoritmo che fornisce la soluzione.
I ricercatori hanno seguito ottocento donne dall’uscita del negozio sino a casa: registrato i loro commenti, annotato le osservazioni. Gli errori più comuni e le lamentele. Tornati alla casa base hanno concepito la nuova scala di misurazione. La novità va oltre. L’azienda fornirà anche un kit (dal costo di 19 dollari) che permetterà alle donne di scoprire senza possibilità d’errore la taglia giusta. Una coppa di plastica regolabile e un nastro (per il torace) forniranno lo strumento salvavita con il quale grazie alle tabelle sarà impossibile sbagliare. Ma qui sorgono le prime perplessità: il kit costa troppo, (“Andava regalato”) ed è come se le clienti continuassero a far da cavia per migliorare il prodotto, osservano alcune fashion blogger.
I manager della Jockey non si spaventano e credono nella loro scommessa: «Certo è difficile quello che stiamo iniziando a fare. Noi non lanciamo solo un prodotto nuovo, ne cambiamo completamente la natura. Lo spirito. E come sempre accade in questi casi ci vuole del tempo per conquistare la gente». La rivoluzione non russa, ma nemmeno va in giro in bikini.