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 2013  giugno 22 Sabato calendario

IL M5S PERDE I PEZZI, SI DIMETTE LA DE PIN


Dopo l’espulsione di Adele Gambaro, lascia i 5Stelle tra polemiche e veleni la senatrice veneta Paola De Pin. Tra espulsi e abbandoni per dissenso, salgono a cinque, su 163 fra senatori e deputati, i parlamentari grillini che non fanno più parte del Movimento a soli 116 giorni dalle politiche di febbraio. Il gesto della Gambaro fa salire la tensione nel Movimento, al punto che Beppe Grillo interviene per buttare acqua sul fuoco. «Sono scelte personali — dichiara da Ragusa il capo politico del M5S — non so come andrà e non entro nel merito di queste cose, ma non c’entra con quello che è già successo». Il capo politico dei 5Stelle, «in affanno» — come dice il deputato pd Emanuele Fiano — per «il calo dei consensi tra i grillini», attacca Giorgio Napolitano («I partiti - dice - resistono grazie all’inciucio voluto dal nostro Presidente»). Si scaglia contro il premier: «A Enrico Letta — tuona Grillo dal suo blog — il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, manca ancora di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile». Dopo gli insulti al governo, l’ex comico se la prende con l’Unità per il titolo di prima di ieri (“Grillo contro i terremotati”), in relazione all’ostruzionismo parlamentare del M5S sul decreto emergenze. «L’Unità fa schifo — taglia corto il leader M5S — quando chiuderà non mancherà a nessuno». Dichiarazione, questa, che suscita uno coro di sdegno. «Prima di lui a chiudere l’Unità ci ha provato il fascismo », commenta per tutti Roberto Speranza, capo dei deputati pd. Dopo i j’accuse, c’è anche il momento del mea culpa, per Grillo, che giudica «un errore lo streaming degli incontri avuti per la formazione del governo dalle delegazioni del M5S». E ammette pure che alle ultime amministrative «abbiamo sbagliato a fare 200 liste raffazzonate, 50 delle quali in Sicilia».
Ma le dimissioni della De Pin sono arrivate dopo «una lunga e sofferta riflessione». La senatrice esce dal M5S esprimendo «piena solidarietà» ad Adele Gambaro. E «dissenso rispetto alla reazione del Movimento e alla gogna mediatica ». Si riserva quindi «di presentare in futuro le dimissioni da senatrice». La De Pin, tuttavia, non accetta che la sua scelta sia ridotta a una vicenda personale, come dice Grillo. O, peggio, a una questione di soldi, secondo l’accusa di alcuni grillini veneti. «Ho versato l’eccedenza della diaria in beneficenza», risponde a chi l’accusa di volersi tenere l’intero stipendio. «Ritengo che il dissenso e la possibilità di esprimerlo — replica poi all’ex comico — siano necessari. Il pericolo adesso è che nessuno voglia esprimere il proprio disaccordo per paura delle conseguenze. Temo che il mio caso porti all’autocensura dei parlamentari M5S». Se non all’autocensura, di certo questo episodio ha portato, al momento, al silenzio del gruppo grillino alla Camera. E a una rissa in Aula a Montecitorio tra onorevoli pd e sel da una parte, e grillini dall’altra. Ad accendere le polveri è stata la solidarietà espressa alle senatrici M5S da Khalid Chaouki, Pd: «Non possiamo essere indifferenti a un clima di intolleranza, è un clima inaccettabile in un Parlamento democratico». Il suo intervento ha scatenato la replica del grillino Alessandro Di Battista («Vi ricordo che volevate espellere chi non votava Prodi»), poi l’intervento di Nazzareno Pilozzi, di Sel, contro i 5Stelle («Siete venuti qui per insegnarci, invece prendete il peggio dei partiti politici»). A quel punto s’è sfiorata la rissa con il grillino Manlio Di Stefano che affronta Pilozzi: per dividerli sono intervenuti i commessi e la presidente Boldrini ha intimato al deputato 5Stelle di «non avvicinarsi con fare minaccioso».