Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 22/6/2013, 22 giugno 2013
Droga, lavori utili al posto del carcere– I tossicodipendenti in carcere per reati non strettamente legati alla droga avranno la possibilità di svolgere lavori socialmente utili, tornando dunque in libertà
Droga, lavori utili al posto del carcere– I tossicodipendenti in carcere per reati non strettamente legati alla droga avranno la possibilità di svolgere lavori socialmente utili, tornando dunque in libertà. I detenuti che devono scontare gli ultimi quattro anni potranno chiedere l’affidamento ai servizi sociali e uscire anticipatamente dalla prigione. Chi dovrebbe entrarci per un residuo di pena (sempre fino a quattro anni) rimarrà libero fino alla decisione del giudice di sorveglianza. Sono le principali novità del decreto sulle carceri varato ieri dal governo. I detenuti che devono scontare gli ultimi quattro anni — e non tre come è attualmente previsto — potranno chiedere l’affidamento ai servizi sociali e uscire anticipatamente dalla prigione. Chi invece dovrebbe entrarci per un residuo di pena (sempre fino a quattro anni) rimarrà libero fino alla decisione del giudice di sorveglianza sulla concessione del beneficio, pure se è recidivo. Anche i tossicodipendenti detenuti per reati che non siano strettamente legati alla droga avranno la possibilità di svolgere lavori socialmente utili, tornando dunque in libertà. Sono le principali novità contenute nel decreto sulle carceri messo a punto ieri mattina durante una riunione a palazzo Chigi. L’annuncio sull’accordo arriva dal ministro della Giustizia: «È fatto, mercoledì prossimo lo vareremo». Dopo giorni di polemiche e tensioni sui contenuti del provvedimento, Anna Maria Cancellieri chiede e ottiene l’impegno dell’Esecutivo al varo della riforma che dovrebbe portare fuori dalle celle migliaia di reclusi. E soprattutto impedire che altre migliaia ne entrino nei prossimi mesi. Adesso bisognerà vedere se il ministro dell’Interno Angelino Alfano manterrà la sua firma in calce o se invece chiederà che al Consiglio della prossima settimana vengano portati due testi diversi, sganciando quello sulle carceri dalle modifiche di legge in materia di violenza domestica, mafia e stadi messo a punto dai tecnici del Viminale. La scelta di concedere benefici anche ai recidivi contrasta con la linea del centrodestra che quando era al governo li aveva esclusi dai possibili benefici con la famosa legge chiamata «ex Cirielli». E questo potrebbe dunque essere il motivo del dissenso. Nei giorni scorsi anche i sindacati di polizia avevano manifestato perplessità sull’opportunità di aumentare il numero delle persone detenute ai domiciliari, lamentando carenza di personale da destinare ai controlli. Un problema che gli esperti della Giustizia ritengono però superato dalla certezza che molte di queste persone resteranno invece in libertà o comunque accederanno a circuiti alternativi come il lavoro esterno o l’affidamento in prova perché hanno già dato prova di buona condotta. In via Arenula viene infatti evidenziato come la vera essenza di questo decreto sia la decisione di evitare il rientro in cella di chi è già fuori e aspetta di conoscere il proprio destino eliminando l’automatismo di detenzione obbligatoria per i recidivi sottoposti alle valutazioni del giudice di sorveglianza. Molto più ampio è anche il ventaglio di alternative concesse a chi chiede di scontare gli ultimi quattro anni fuori dal carcere. Finora per ottenere il lavoro esterno bisognava dimostrare di essere regolarmente retribuiti e questo poneva gravi difficoltà, vista la crisi economica in cui si trovano le aziende. Si è così stabilito che queste persone potranno anche svolgere attività socialmente utili o di volontariato, purché dimostrino che si tratta di un impegno stabile. Per i reclusi tossicodipendenti ci sono numerose alternative. Al momento può chiedere il trasferimento in comunità chi è accusato o condannato per reati legati alla droga come la cessione o lo spaccio. Il decreto amplia invece questa opportunità anche a chi ha compiuto altri illeciti, purché dimostri di volersi rendere utile con un lavoro.