Massimiliano Scafi, il Giornale 18/6/2013, 18 giugno 2013
SARTORI ACCUSA IL «CORRIERE»: SCORRETTO SULLO IUS SOLI
Che il prof fosse un tipo alquanto suscettibile e fumantino, questo lo sapevano tutti. E, proprio al Corriere della Sera, se ne sono recentemente accorti anche i più distratti, dopo le vibrate proteste per essere stato escluso da un forum sulle riforme istituzionali, che peraltro è materia sua.
Ma adesso, dopo un secondo sgarbo, Giovanni Sartori minaccia addirittura di «chiudere la collaborazione». Per la prima volta il suo articolo, piuttosto critico con il ministro Kyenge e lo ius soli, invece che come editoriale, cioè a sinistra e in apertura di giornale, è stato pubblicato di spalla, ossia a destra: sempre in prima pagina, sempre con il capolettera e la firma in palchetto, però non come «fondo», perché evidentemente non rappresenta la posizione ufficiale del quotidiano.
Parrebbe un cosa da poco, una formalità, invece il professore la considera un oltraggio e se ne lamenta via radio alla Zanzara. «Se mi avessero detto che lo avrebbero pubblicato in quel modo, avrei ritirato l’articolo, com’è previsto dagli accordi. Al Corriere si sono comportati in modo scorretto e offensivo, mi hanno fatto una cosa che mi ha indignato senza nemmeno dirmelo». Perché? Sartori parla di censura: «È un articolo molto educato sul tema dell’integrazione, un problema che un’oculista come il ministro non conosce per niente. La Kyenge non è un’intoccabile».
Questa infatti è la tesi sostenuta dal professore: la Kyenge, «nata in Congo, si è laureata in Italia in medicina e si è specializzata in oculistica», quindi «cosa ne sa di integrazione, di ius soli e correlativamente, di ius sanguinis?». E ancora: «La brava ministra ha anche scoperto che il nostro è un Paese meticcio. Se lo Stato italiano le dà i soldi, si compri un dizionarietto e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitori di etnie (razze) diverse». Questo, sostiene Sartori, può valere per il Brasile ma non certo per l’Italia.
Ma non finisce qua, il prof attacca il ministro pure su un altro punto. «La nostra presunta esperta di integrazione dà per scontato che i ragazzini arabi e africani nati in Italia siamo ipso facto cittadini integrati. Questa è da premio Nobel. Non ha mai sentito parlare del sultanato di Dehli, che durò dal XIII al XVI secolo, e poi dell’impero Moghul che controllò il continente indiano fino all’arrivo della Compagnia delle Indie? Eppure indù e musulmani non si sono mai integrati». La prova sta nel fatto che quando gli inglesi se ne andarono, «furono costretti a creare uno Stato islamico», che da allora è costantemente «sul piede di guerra» con l’India. La Kyenge, fanno sapere dal ministero, «risponderà nei prossimi giorni» con una lettera dal Corriere della Sera. Resta aperto lo strappo del giornale con Sartori. «Chiederò spiegazioni - annuncia - Gli accordi sono chiari: o i miei articoli li mettono come editoriali o io li ritiro. Peggio di così non potevano sistemarlo. In cinquant’anni non era mai successo».