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 2013  giugno 18 Martedì calendario

CRITICANO IL CAV, MA TRE PAESI SU 4 VIOLANO I PATTI

Tutti contro Silvio Berlusconi, naturalmente. Il delitto è quello di lesa Europa: appena usciti dalla procedura per deficit eccessivo, ecco il Cavaliere che invita a sfora­re nuovamente il famoso tetto del 3 per cento tra deficit e prodotto in­terno. Una prospettiva che ci pre­cipiterebbe di nuovo all’inferno.
Ma l’Europa non è un continen­te di bravi contabili che rispettano scrupolosamente i dettami dei bu­rocrati di Bruxelles. Nell’Unione europea oggi sono addirittura 20 i Paesi sottoposti alla procedura di infrazione per deficit eccessivo, quella dalla quale l’Italia è appena riemersa. Venti Paesi su 27 signifi­ca il 75 per cento, tre su quattro: tut­ti pericolosi provocatori, come ha detto ieri di Berlusconi il segreta­rio democratico Guglielmo Epifa­ni? Tutti euroscettici, per usare le parole dell’ex ministro Vannino Chiti?
La Germania è uscita da pochi mesi da una procedura analoga. Anche la federazione guidata dal­la signora Angela Merkel ha sfora­to i vincoli comunitari sui bilanci pubblici. E non l’ha fatto in tempi lontani. I dati sul deficit elaborati da Eurostat, il servizio statistico dell’Ue, registrano che l’allegra ge­stione è diffusa da un punto all’al­tro del continente. Nel 2011 il Bel­gio era al 3,7; Cipro al 6,3; la Fran­cia al 5,2; la Grecia al 9,1; l’Irlanda al 13,1. L’Italia stava invece al 3,9: uno degli sforamenti meno consi­stenti. Anche per questo ne siamo usciti poche settimane fa.
Il fenomeno non riguarda sol­tanto piccole nazioni, economie fragili, situazioni conclamate di crisi come la Grecia, Cipro, l’Irlan­da. Sono sottoposti a procedura di infrazione Stati come Paesi Bassi, Spagna, Gran Bretagna (8,3 per i sudditi della regina Elisabetta), ol­tre che Portogallo, Slovacchia, Li­tuania, e altri. Molto più rapido elencare i pochissimi virtuosi: Ger­mania, Estonia, Finlandia, Lus­semburgo, Malta, Bulgaria, Sve­zia. Va ricordato che Malta, Bulga­ria e Germania sono stati sottopo­sti alla procedura di infrazione fi­no al 2012.
Soltanto Svezia, Lussemburgo ed Estonia non hanno mai osato quello che per il centrosinistra ita­liano è l’inosabile, ossia inciampa­re nelle ram­pogne degli euroragio­nieri per avere un deficit troppo al­to rispetto al volume dell’economia reale. Tre economie che non rappresentano certo colossi pro­duttivi. Per inciso, soltanto in Lussemburgo l’euro circola fin dal­l’inizio. Il maggiore di questi Pae­si, la Svezia, ha mantenuto la vec­chia valuta, la corona. E in Estonia l’euro è stato introdotto soltanto nel 2011.
Lo sforamento è una pratica abi­tuale nell’Unione, nonostante ciò che viene detto. Ciò è avvenuto so­prattutto dopo il 2009, l’anno del­la grande recessione che in tutti i Paesi, o quasi, è stata affrontata sa­crificando i sacri vincoli dei bilan­ci pubblici. Ma la Germania aveva sforato anche tra il 2000 e il 2003. C’è da chiedersi che senso abbia mantenere il pugno di ferro sui conti statali nell’Unione europea dove soltanto 7 Paesi su 27 sono virtuosi. E questi 7, come visto, so­no la Germania più sei satelliti di scarso peso. E la Germania è stata sottoposta alla procedura d’infra­zione fino all’anno scorso. Eviden­temente si tratta di parametri inso­stenibili nel contesto economico odierno di pesante crisi. Criteri che dovrebbero essere ridiscussi per favorire la ripresa. Ma se lo di­ce Berlusconi, apriti cielo.