Manila Alfano, il Giornale 17/6/2013, 17 giugno 2013
VENEZUELA, ULTIMA FOLLIA IL PRESIDENTE ORA OBBLIGA LE MADRI AD ALLATTARE
Il Venezuela dopo Chavez è peggio di prima. Piombato in un silenzio oscuro, il Paese galleggia in un grigio e dilagante potere chavista. Da aprile c’è Nicolas Maduro (foto), delfino scialbo di Ugo Chavez, morto dopo una lunga battaglia contro il cancro. Alle presidenziali Maduro era riuscito, con una risicatissima vittoria, a battere il suo avversario Capriles per solo l’1,5 per cento dei voti - quando Chavez lo aveva sconfitto ad ottobre con un vantaggio che sfiorò l’11 per cento.
Ma sono bastati tre mesi scarsi per smorzare l’entusiasmo e l’ottimismo di chi sperava in un leader più progressista, più aperto. Oggi il Venezuela soffre e annaspa. Deve fare i conti con una crescente difficoltà economica, il Paese politicamente è spaccato a metà, aumenta l’insofferenza della gente e della classe media, piangono i più poveri sulle immaginette del loro leader bolivariano, orfani di un sogno che ora sembra aver preso i contorni di un incubo. A Caracas e nelle città diprovincia restano i murales del loro eroe socialista, mito anticolonialista, nemico giurato dell’America e amico del popolo. Il Venezuela è alle prese con Maduro, rimpiazzo più sbiadito che mai. E anche più pericoloso. Aumentano i perseguitati, prigionieri ed esiliati politici, mentre i media pubblici sono diventati agenti attivi ed esclusivi di sistematiche campagne di disinformazione contro chiunque osi alzare la voce contro il potere chavista.
Ed è proprio attraverso il principale canale tv del Governo che i venezuelani hanno appreso l’ultima, inquietante novità pronta a convertirsi presto in legge: il governo obbligherà le madri ad allattare. Martedì prossimo si voterà una legge che castigherà con multe pesanti le pubblicità di latte artificiale e biberon, e proibirà ai medici di prescrivere latte in polvere ai neonati. Pena multe di 50mila dollari e la sospensione dal lavoro di 120 giorni. «Tutti i bambini devono avere il latte materno fino ai due anni e il parlamento gli garantirà questo diritto» ha dichiarato la presidente della Commissione per la famiglia. La notizia non è stata presa bene, oltre alla rabbia delle femministe, sono già scoppiate in tutto il Paese proteste e manifestazioni contro questa legge. È l’ultima follia del chavismo spinto alle estreme conseguenze, la rivoluzione bolivariana che si intromette fino alle scelte più personali.
È davanti a questi segnali allarmanti e sempre più invadenti che il leader dell’opposizione Capriles, ha inviato una lettera a Papa Francesco nella quale ha chiesto il suo aiuto per promuovere «un dialogo che si basi sulla verità» denunciando allo stesso tempo le «ripetute violazioni dei diritti umani. Ha accusato il governo di essere responsabile di «ripetuti arresti». Una supplica che non è rimasta inascoltata da Papa Francesco che oggi riceverà in Vaticano Maduro.
Il Papa argentino lo scorso 22 aprile aveva manifestato la sua «viva preoccupazione» per la situazione di tensione nel Venezuela dopo le elezioni presidenziali. Francesco ha auspicato che «si cerchino e si trovino le vie giuste e pacifiche per superare il momento di grave difficoltà», in sintonia con l’appello dell’episcopato venezuelano, che attraverso l’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge-Urosa Savino aveva chiesto di «abbassare i toni del confronto». Maduro arriva a Roma con l’obiettivo affatto semplice di mostrare una volontà di dialogo verso la Chiesa e l’opposizione, senza però perdere la retorica battagliera che ha segnato i suoi primi mesi di governo. E il Venezuela intanto chiede di non cadere nel cono grigio del chavismo.