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 2013  giugno 21 Venerdì calendario

L’«INTELLIGENCE» NELLA SILICON VALLEY. UNA STORIA CHE COMINCIA DA LONTANO

Alla luce della vicenda americana di Prism e dei cittadini spiati per ragioni di sicurezza, l’International Herald Tribune racconta come si vada creando un legame sempre più stretto tra la National Security Agency (Nsa) e la Silicon Valley, culla dell’innovazione tecnologica. È una relazione simbiotica, basata sulla comune fame di dati. Entrambe cercano modi sempre più sofisticati per raccogliere, analizzare e sfruttare enormi quantità di informazioni su milioni di persone. Con un’unica differenza di movente: la Nsa lo fa per intelligence, la Silicon Valley lo fa per denaro. Prova di questa stretta relazione sono i frequenti passaggi di personale altamente qualificato da una parte all’altra della barricata, come dimostra la storia di un ex top manager di Facebook transitato proprio alla Nsa. Ma lo sono anche i progetti che vedono la collaborazione tra il mondo aziendale e quello militare.
Se tutto questo è vero, bisogna però dire che la collaborazione di cui si parla, questo trasferimento continuo di conoscenza e di tecnologia, non nasce adesso, con Prism e i colossi di Internet, ma è la base stessa della Silicon Valley, la sua fortuna storica, il suo Dna. E lo è fin dagli albori, da quando Fred Terman, insieme a William Shockley, la «inventò». Cruciale fu l’Università di Stanford, dove Terman insegnava, propulsore scientifico dell’area. Cruciali furono l’esperienza dell’ingegnere nella ricerca bellica sul sabotaggio dei radar nemici e la collaborazione tra gli scienziati, i militari e le aziende: finita la guerra, Terman applicò quei principi alla creazione dello Stanford Industrial Park, dove nacque, tra le prime, Hewlett Packard, fondata da due suoi ex studenti. La Silicon Valley ha visto la luce così. Senza quella collaborazione, che non si è mai interrotta, e che dopo l’11 Settembre si è intensificata, non avremmo avuto neppure il gioioso mondo delle app. È bene saperlo: per limitare gli eccessi di oggi, conviene conoscere le vicende di ieri.
Edoardo Segantini