Maria Rosaria Spadaccino, Corriere della Sera 21/06/2013, 21 giugno 2013
IL COLOSSEO CHIUSO PER SCIOPERO E I TURISTI ABBANDONATI AL SOLE —
Seduti per terra, sconsolati sotto un sole cocente, per un desiderio che resterà tale: visitare il monumento simbolo di Roma. Chiuso per assemblea sindacale. Questa è l’immagine della piazza del Colosseo ieri mattina: centinaia di turisti attoniti, davanti ad un cartello che spiega le ragioni delle cancellate chiuse.
«A causa dell’assemblea sindacale del personale di custodia il monumento resterà chiuso fino alle 12.30». Un comunicato secco che sposta l’apertura del monumento alla tarda mattina, e crea problemi a chi è a Roma solo per uno, due giorni e spera di visitarlo in mattinata.
Molti turisti decidono di ripiegare sulle aree archeologiche limitrofe all’anfiteatro Flavio, cercano di raggiungere a piedi le Terme di Caracalla, le Terme di Diocleziano, palazzo Massimo alle Terme. Sarà una speranza vana. La situazione è la stessa: chiusura per assemblea sindacale.
L’agitazione riguarda i siti monumentali della soprintendenza speciale ai beni archeologici di Roma. «È il terzo ed ultimo giorno che siamo a Roma — dice una coppia di ragazzi di Bologna — se non lo visitiamo oggi non lo vedremo più». Una signora di Caserta venuta in pullman con la nipote, per un solo giorno, si dispera: «Sono partita stamattina all’alba per far vedere a Paola questo monumento, avevamo anche prenotato. E ora cosa faccio? Non conosco la città, non so dove andare. Aspettavamo questa giornata da settimane». Molti cercano riparo sotto i due alberi davanti al monumento, seduti sconsolati sul basolato, «fa troppo caldo, aspetto che riapra. Sono a Roma soprattutto per il Colosseo», dice rassegnata ed accaldata una ragazza francese.
L’assemblea decisa dai lavorati di Cgil, Cisl, Uil Flp e Unsa del Mibac protesta contro il mancato pagamento del salario, i tagli del personale e il precariato: la chiusura per loro è giustificata. Ma il Codice non la pensa così: annuncia una segnalazione all’autorità di garanzia per gli scioperi. «È impensabile che un’attrazione come il Colosseo — spiega il segretario nazionale Ivano Giacomelli — rimanga chiusa mezza giornata».
Il rischio che corrono i musei e le aree archeologiche «nei giorni festivi», lo spiega il segretario regionale Uilpa dei Beni culturali, Franco Taschini: «Il contratto del personale di vigilanza prevede l’obbligatorietà di svolgere un terzo dei turni festivi all’anno, vista la carenza del personale non basta per garantire la sorveglianza e la sicurezza nei musei. Pertanto a marzo abbiamo sottoscritto un accordo che prevede il superamento dei turni festivi, da un terzo al 50%, accordo che avrebbe permesso sia la sicurezza che la vigilanza nei musei, ma l’ufficio centrale del bilancio del Mef non ha inteso registrarlo». E questo secondo i sindacati «provocherà la mancanza di personale per aprire i musei e garantire la sicurezza».
I lavoratori del Mibac non percepiscono dall’ottobre del 2012 il salario accessorio (relativo alle maggiori turnazioni) che corrisponde a circa il 25% dello stipendio, e non ricevono da gennaio 2013 i buoni pasto.
In mattinata, mentre davanti al Colosseo aumenta la fila dei turisti in nervosa attesa, tutte le sigle sindacali vengono ricevute dal capogabinetto del Mibac, Marco Lipari, dal direttore generale Mario Guarani e dal segretario generale Antonia Pasqua Recchia. «Incontreremo il ministro Bray nei primi giorni di luglio», raccontano poi i sindacalisti.
In serata dal ministero arrivano rassicurazioni ai lavoratori: «Risolvere questa situazione è tra le priorità del ministero. L’importanza di chi si occupa della sorveglianza e della sicurezza è ben chiara al ministro. In luglio nell’incontro con sindacati si vaglieranno le prime soluzioni».
Maria Rosaria Spadaccino